Il Vangelo commentato – Abbazia Della Scala

Matteo Cap. 25, 1–12   Ecco lo sposo! Andategli incontro!”

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

 “Parola del Signore” “Lode a te o Cristo”

  Padre Antonio Cassano

 Gesù continua i suoi giorni a Gerusalemme e, dopo aver avuto incontri molto accesi con vari gruppi che lo hanno messo alla prova, ha ormai consapevolezza della sua condanna. Ecco allora raccontare la sua prossima morte attraverso la parabola dei contadini omicidi (Mt 21,33-46) e anche la parabola delle dieci vergini (Mt 25,1-13), in cui parla della morte di ciascuno. Questa parabola è utilizzata da Gesù per raccontare della fine di ogni uomo, ma anche del suo inizio. In che senso? Gesù paragona la conclusione della vita di ciascun uomo come la preparazione a una festa di nozze, nella quale Gesù stesso è lo sposo e l’ umanità, ogni singola persona, è invitata. Ogni persona è rappresentata dal corteo delle ragazze vergini che ai tempi di Gesù tradizionalmente accompagnava la sposa durante la festa di matrimonio; all’arrivo dello sposo tutti entravano, compreso il corteo delle vergini, e iniziava la festa. Ora, Gesù, utilizza questa parabola per mettere in rilievo il tema della vigilanza, dell’essere pronti: Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora. Tutte e dieci le vergini a un certo punto, nell’attesa, si addormentarono, a significare la morte di ciascuna. L’addormentarsi è il modo con cui Gesù parlava ai suoi della morte di Lazzaro: “Il nostro amico Lazzaro s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo”. Gli dissero allora i discepoli: “Signore, se si è addormentato, guarirà”. Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: “Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!”. Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: “Andiamo anche noi a morire con lui!” (cfr. Gv 11,11-16). Perché Gesù parla della morte come di un sonno? Perché ci sveglierà nel giorno della resurrezione, la mezzanotte della parabola, giorno in cui inizierà la grande festa del nuovo mondo. Chi parteciperà alla festa? Chi si sarà preparato. Nella parabola la preparazione è simboleggiata dall’olio. Le cinque vergini sagge entrano alla festa perché hanno avuto la saggezza di prepararsi; mentre le vergini stolte trovano la porta chiusa appunto perché non hanno avuto cura di prepararsi. Ma in cosa consiste la preparazione? La possiamo cogliere dalle parole di Gesù: In verità io vi dico: non vi conosco. Gesù non le conosce, non sa chi siano. E siccome la conoscenza implica famigliarità, comunione, frequentazione, è facile pensare, fuor di metafora, che quelle donne rappresentano tutti coloro che vivono lontano da Gesù, dai suoi insegnamenti. Per cui, quando morranno, essi non potranno vivere quella comunione senza fine nella nuovo mondo, d’ altro canto la comunione continueranno a viverla quanti hanno voluto nella propria vita conoscere Gesù, amarlo e seguirne gli insegnamenti. Questo era il desiderio che nutriva Paolo: Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno (Fil 1,21).

Un pensiero su “Il Vangelo commentato – Abbazia Della Scala

  1. Sia lodato Gesù e Maria

    Spero che le faccia piacere se aggiungo al suo commento ulteriori considerazioni tratte da: La Sacra Scrittura- Nuovo Testamento- I QUATTRO VANGELI, commentati dal Sac. Dolindo Ruotolo, al quale è stato dettato il Commento delle Sacre Scritture direttamente dallo Spirito Santo- “Vegliare nell’ attesa dello Sposo divino” pag. 505-506.
    Gesù Cristo volle con una parabola bellissima ribadire il concetto della necessità di vigilare e di prepararsi al giudizio finale, e presentò ai suoi ascoltanti una scena di nozze, perchè immagine viva dell’ epilogo della vita della Chiesa e delle anime nell’ eternità.
    Presso gli Ebrei la cerimonia principale del matrimonio era il corteo e la cena nuziale che lo seguiva. Si andava a prendere la sposa per condurla in casa dello sposo; il corteo era formato da amici dello sposo e da amiche della sposa,che con lampade accese li seguivano fino alla sala del banchetto, al quale prendevano parte. E’ su questa gentile usanza che Gesù formò la sua parabola, una delle più belle e delicate.
    L’ applicazione del racconto è molteplice e riguarda la Chiesa e le anime consacrate a Dio. La Chiesa accompagna lo Sposo divino Gesù Cristo alla vera casa nuziale che è il cielo, ed al vero banchetto nuziale che è l’ eterna fruizione di Dio.
    La Chiesa non è formata tutta di eletti, finchè peregrina in terra, perchè è campo di prova; alcune anime sono spiritualmente sapienti e si premuniscono contro le sorprese della lunga attesa, altre sono stolte e non hanno riserve.
    La lampada accesa simboleggia la fede, luce splendente nelle tenebre dell’ esilio, l’ olio che l’ alimenta sono le opere buone, perchè come la lampada senza olio è spenta, così la fede senza le opere è morta.
    Le anime che attendono lo sposo sono rappresentate da vergini, perchè in realtà sulla terra siamo tutti come in attesa delle eterne nozze, e dobbiamo essere scevri da ogni attacco e da ogni legame che può dividere il nostro cuore da Dio.
    Nella notte dell’ attesa tutte le anime si assonnano e dormono, perchè tutte cadono in peccati od imperfezioni; quelle che hanno avuto cura di alimentare il loro cuore e di nutrirlo spiritualmente, ad un richiamo della grazia si rialzano e rianimano la lampada della fede con la carità; quelle che non hanno avuto questa preveggenza rimangono con la lampada semispenta od anche interamente spenta. La preghiera, le sante letture e le mortificazioni ci possono a volte sembrare esagerate o inutili, perchè non rispondenti ad un’ immediata necessità, eppure la riserva delle forze spirituali è indispensabile a chi peregrina fra tante insidie della vita presente.

    Lode a Dio Padre in eterno, Gloria a Cristo Signore, salga allo Spirito Santo l’ inno di Fede e di Amore.

    La SS. Trinità benedica il suo santo apostolato.

    marialuisa.cavaliere@libero.it

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