Nani e ballerine
La notizia che il deputato della Repubblica Italiana on. Gabriella Carlucci ha lasciato il PDL per approdare nei lidi più ospitali e nel prossimo futuro più condizionanti dell’UDC, riporta alla memoria dei meno giovani l’ultimo periodo della cosiddetta prima repubblica. Essi ricorderanno che uno dei motivi, e non l’ultimo della caduta e del fallimento di Bettino Craxi e del suo progetto di realizzare la Grande Riforma per modernizzare la società italiana fu di certo anche la circostanza che gli rimproverava con efficace espressione la lucida e creativa intelligenza di Rino Formica. Correva l’anno 1991 quando egli chiese lo scioglimento dell’Assemblea nazionale del PSI perché era diventata “una corte di nani e ballerine”. Il Partito Socialista aveva concluso una fase di rinnovamento e di adeguamento organizzativo; il vecchio Comitato centrale, che ricordava la struttura dei partiti centralizzati e burocratizzati di stile sovietico, era stato sostituito dalla più accattivante e pletorica Assemblea nazionale. A differenza del primo, il nuovo organismo, più rappresentativo che decisionale, si era arricchito di presenze non frutto della tormentata vita del partito attraverso un cursus honorum, ma “elette” per la loro significazione in altri settori della vita civile, amministrativa, economica, culturale e mediatica. Per lo più erano espressione del mondo dello spettacolo, quasi sempre non per quanto di culturale e di elaborazione ideologica portavano, ma per ragioni allotrie. È vero che in quell’Assemblea sedevano anche personalità come Zavoli, Lattuada, Alberoni, Strehler, Wertmuller. ma lo scenario e lo stile furono identificati con chi è passato alla storia come il simbolo di quella fase politica. Non era la sostanza, ma solo l’escrescenza! Furono l’attrice Ania Pieroni con il suo legame sentimentale al capo, la sua bellezza e la sua evidenza mediatica a rappresentare e a identificare lo stuolo di cortigiane e cortigiani e a fagocitare l’immagine di un partito che aveva anticipato i tempi costringendo la sinistra a imboccare il cammino del riformismo e consegnando alla storia il fallimento dell’esperienza comunista. Chi con sincera passione chi con vile finalità di variegati e concreti ritorni, sta di fatto che il partito fu invaso da un nugolo di questuanti e, quel che più lo danneggiò, di inetti incompetenti manichini e bellimbusti. Credo che quell’espressione possa essere ripresa in questi giorni nei quali si sta tristemente concludendo la lunga stagione del berlusconismo. Non è garbato e filologicamente coerente con il passato craxiano ricorrere alla rude, spropositata e non veritiera espressione usata dall’On. Luca Barbareschi a proposito dell’occupazione dei media televisivi, secondo il quale dopo la vittoria “An aveva portato in Rai solo mignotte”. Oggi, che il Presidente Berlusconi è in difficoltà sotto il fuoco incrociato di amici e nemici, di forze finanziarie speculative e della crisi economica di tutto l’Occidente, dove sono finiti i “nani e le ballerine” della sua corte dei miracoli, che in forza della loro evidenza fisica o del loro leccac…smo hanno ottenuto “ricompense” o ricoperto ruoli che al solo sognare sarebbero apparsi insperati? È lontano dal vero rispondere così? Eccoli decidere dei destini di un Governo e di una Nazione, in fila, alla chetichella, a cercare un posto al sole per salvare non l’Italia ma un misero e vile vitalizio o un sottosegretariato o l’acquisto di un format televisivo o quant’altro possa essere utile a sbarcare un ricco lunario! Ma una differenza c’è con quel periodo. Almeno la Claretta Mortacci, com’era chiamata la bella Ania, restò convinta e appassionata seguace di Bettino, anche durante il suo esilio in terra tunisina! Come di Craxi ebbe a dire nel 1992 una beneficiata del tempo, analogamente oggi non è fuor di luogo affermare che “Bruto può accoltellare Cesare, ma Cesare resta Cesare”.
I Nani e le Ballerine, hanno rappresentato la deriva del craxismo, e sin quì siamo in perfetto accordo.
Ciò che ritengo, invece altamente dissimulatorio (ma non sorprendente..) è negare l’evidenza di una pseudo rivoluzione liberale, mai avvenuta, mai sperata, certamente mai perseguita, ma solo specchietto per le allodole (i fessi: tra cui il sottoscritto …), il tutto “imperniato” sulla “NUOVA CLASSE DIRIGENTE” “NON PROFESSIONISTA”. ALlora, chiedo all’esimio DI MATTEO: che differenza passa tra la CARLUCCI E, senza alcun ordine di importanza, GELMINI, BIANCOFIORE, DI GIROLAMO, CARFAGNA, MELONI, BRAMBILLA, MINETTI, …
Ed allora, ritengo che sia “MORALMENTE DOVEROSO” da parte di chi ha accompagnato, cantato o solamente “notoficato” l’epopea berlusconiana, avviare una riflessione più profonda, di cosa esos sia stato, quali interessi ha rappresentato, quali strumenti di consenso ha usato, quali erano i reali interessi….
IL CRAXISMO e’ stato una cosa seria, in un quadro politico serio.
IL BERLUSCONISMO E’ INVECE STATO UN FENOMENO DI NANI, IN MEZZO A BALLERINE, RACCONTATO DA NANI!
Ma lasci perdere il craxismo , lasci . Craxi e tutti i socialisti che sono stata la cancrena dell’Italia . Una cosa seria? Si come no : la Milano da bere, l’edonismo, il rampantismo , l’arroganza in politica , tutti buoni solo a distruggere la Democrazia Cristiana . con i suoi lanzichenecchi , i paladini dell’ideologia laicista , del relativismo , dell’evoluzionismo , dei diritti civili intesi come libertà dalla morale , dell’etica sganciata da una metafisica , la libertà intesa come strumento di affermazione personale non come mezzo di sviluppo organico interclassista.E pensare che c’è tanta gente ex-democristiana che applaude quando sente di Craxi oppure di Giordano o Carmelo Conte , arroganti socialisti che perseguitarono con ferocia i democristiani cercando intese solo con i comunisti laddove possibile. Non c’è altra spiegazione: deve essere la sindrome di Stoccolma che li fa osannare un latitante!
Quanto al resto , lasci perdere il Ministro Carfagna . Se ci fossero tutti Ministri come Lei in questo Paese , saremmo il numero uno al mondo. E’ dai frutti che riconosco un albero !
cordialmente
dissento sul giudizio relativo a Conte e Giordano, non in assoluto, ma in relazione agli esponenti politici della cosiddetta seconda repubblica prodotti dal territorio. Ovviamente con alcune importanti eccezioni, tra cui certamente Vincenzo De Luca.
Concordo in parte sulla Carfagna la quale certamente ha studiato molto, quindi dimostrando intelligenza. E’ comunque vero che portare al governo della provincia l’attuale “governance dell’agro”, non mi sembra un grande merito politico e quindi, anche la Carfagna ha di chè crucciarsi, se non vergognarsi.
Più in generale, il berlusconismo ha raccolto comparse per una grande recita sudamericana, che ha trasformtato il paese in una corte di nani e ballerine, raccontata da nani, con il popolo pseudo sovrano sempre più nano … a sognare ballerine!
Saluti.