Campagne e città violentate da disumana insipienza

Giuseppe Lembo

Il territorio italiano da alcuni decenni è un territorio ad alto rischio; non tutelato, violentato da mani assassine che lo hanno usato, abusandone, è diventato in gran parte del Paese, un territorio fragile, disumano e portatore di morte. La cementificazione, l’abbandono, il degrado, l’indifferenza umana, hanno fatto dell’Italia un Paese sempre più difficile da abitare. La furia umana ottusamente devastatrice ha reso campagne e città sempre più invivibili ed assolutamente, poco sicure. Le campagne, un tempo amorevolmente curate dall’uomo, un tempo in forte simbiosi con la madre terra, sono ormai prive dei guardiani di sempre, ossia di quei contadini che, con fare virtuoso, sapevano curarle, coltivandole con rispetto e saggezza per vivere, insieme alle proprie famiglie, dei frutti della Terra, oggi sempre più inospitale e nemica dell’uomo, del quale si vendica per i torti subiti e per la mancata intelligenza nel fare responsabilmente le cose. Le città hanno sottratto e continuano a sottrarre inopportunamente suoli alle terre da coltivare; cresce la cementificazione selvaggia; cresce la sete di beni materiali da possedere a tutti i costi e che spingono sempre più al business urbano; in tanti hanno allungato ed allungano le mani sulle città, sempre meno ospitali, sempre più fragili, sempre più facilmente pronte a trasformarsi in tombe dei viventi per dissesti, frane, allagamenti e crolli che causano morti e distruzioni, con tante lacrime amare di chi si sente abbandonato e tradito dai comportamenti dovuti all’assoluta indifferenza umana e da una vita d’insieme sempre meno rispettosa gli uni degli altri. A chi giova mangiarsi violentemente quelle parti di territorio che non gli appartengono e che, essendo parte di un bene comune, vanno rispettate ed usate con assoluta intelligenza per poi trasferirle in eredità a quelli che verranno, che hanno il sacrosanto diritto di ricevere beni vivibili e non luoghi di sfasciume pendulo, causa di continue distruzioni e morte? Non è possibile che tutto questo sia umano e di un Paese normale e civile. Non è assolutamente tollerabile che i fiumi escano dai loro argini naturali per incuria umana e con furia spazzino via uomini e cose,  soprattutto vite umane che hanno avuto la mala sorte di trovarsi a vivere in una terra dei padri ormai tradita, ormai abbandonata a se stessa per cui ferita a morte, che diventa sempre più tomba spesso ignota, per quanti sono vittime di una insipiente e crescente azione umana, sempre più violenta e disumana. Il campanello di allarme è suonato; è suonato per tutti. Dal Nord al Sud, ma soprattutto al Sud, abbiamo delle situazioni di rischio per alluvioni, per terremoti, per inquinamento diffuso, per degrado ed abusi che, frutto degli egoismi di qualcuno, si ritorcono drammaticamente contro tutti, causando disastri che costano, prima di tutto, vite umane, sulle quali puntualmente vengono versate lacrime da coccodrillo e pronunciate ipocrite parole di circostanza, di un “non accadrà mai più”, poi trasferite ed usate sistematicamente in altre circostanze che puntualmente si ripetono perché l’uomo, non più dai comportamenti saggi, continua ad essere poco virtuoso, violentando la natura, abusando del territorio e permettendosi imperdonabili distrazioni e comportamenti di grave indifferenza, causa di disastri che non dovrebbero accadere, ma che sistematicamente accadono per soli fatti di umana follia. L’equilibrio uomo-natura è ormai un equilibrio che non c’è più nel nostro Paese, dove con fare egoistico si pensa che tutto sia possibile e che, l’onnipotenza umana non abbia limiti soprattutto nei confronti della natura che stupidamente tante menti dissennate, non conoscendola, credono di poter dominare e sottomettere. Ma così non è; così non sarà mai. La natura va rispettata; l’uomo deve, per questo, essere virtuoso ed assumere comportamenti virtuosi. Prima di tutto sul piano del possesso dei beni che appartengono al mondo naturale; sono beni di uso comune, dati in prestito; sono dati in uso, poi da trasferire, rispettandoli, da una generazione all’altra. Purtroppo così non è, i guasti di tale insipienza e di tanti comportamenti umani egoisticamente sbagliati, sono sotto gli occhi di tutti. Fare violenza alla natura abusandone, non paga, in quanto è come fare stupidamente violenza a se stessi. Il nostro Paese, per pensare in sicurezza al futuro d’insieme, deve saper capire il suo vero ruolo; deve contenere la propria furia del proprio fare contro la natura e con comportamenti virtuosi ereditati da un passato che ci appartiene, diventare altrettanto virtuoso e rispettoso del mondo naturale, nel quale tutte le cose hanno un loro equilibrio e sono armonicamente disposte per ben funzionare come insieme naturale. Il mondo degli uomini, pensando di potere tutto, alla fine non può proprio niente e soprattutto non può assolutamente proporsi come padrone unico e violento del mondo naturale che, una volta rotti gli equilibri, si ribella e da vero padrone, con la sua furia devastatrice, la fa pagare di brutto al povero “reuccio” ominide più che uomo, purtroppo colpendo soprattutto gli innocenti, sempre più vittime di stragi pianificate e non i veri responsabili che maledettamente continuano a godersela, recitando a soggetto un copione di dolore ipocritamente partecipato, già noto, in quanto da tempo, viene riproposto ad ogni tragedia dove la forza della natura miete vite umane innocenti. Che fare? È semplice. Rispettare la natura così come merita e riprendere quel rapporto armonico ed equilibrato tra l’uomo e la natura. È importante rispettare le regole ed i vincoli che l’uomo ha stabilito nel governo dei territori; questo affinché possano continuare ad essere mondi vitali da vivere e non più tombe per vite umane violentemente stroncate e strappate agli affetti familiari che, sempre più, non sanno darsi una ragione di accadimenti che non dovrebbero assolutamente accadere, in quanto innaturali e contro la natura. In tutto questo disastro umano la modernità, i cambiamenti epocali, sono assolutamente irrilevanti. Le cause sono da ricercare nell’uomo e nel suo agire poco virtuoso, avendo dimenticato gli aspetti di un amore antico che legava i padri alla Terra, in una corrispondenza di amorosi sensi, oggi purtroppo trasformata in assoluta indifferenza, per cui si vive in una condizione da mondi separati; è qui il vero principio di una rottura di lontani equilibri ormai scomparsi con situazioni di assoluto e grave disagio per l’uomo che ha tradito la madre Terra, non più coltivata con amore, non più conservata, non più rispettata, non più preservata, ma solo violentata, abusata per fini non sempre nobili e rispettosi degli equilibri naturali tra due mondi che da sempre camminano insieme in un’armonia, oggi rotta dall’uomo che ha la pretesa di agire come gli piace e di abusare della natura, sottomettendola ai suoi innaturali desideri di potere e di vanagloria. Se non si torna a quell’armonia antica, i risultati saranno quelli che oggi sono sotto gli occhi di noi tutti e possono rendere sempre più precaria se non impossibile, la continuità della vita sulla Terra. Meditate gente! Meditate! Occorre rinsavire e dire basta a quella follia collettiva da ultima spiaggia. Occorrono, prima di tutto, tante pillole di un’umanità nuova che deve far capire i veri valori della vita e far riscoprire l’importanza dello stare insieme, della socializzazione umana e dell’aggregazione verso obiettivi comuni. Con più umanità e senso di responsabilità si può pensare ad un’altra storia ed a nuovi percorsi di vita, basati sui presupposti di un esistere positivo, finalizzato a creare un mondo migliore e non più diabolicamente a distruggerlo, così come si sta facendo oggi. Tutto questo succede, cade violentemente addosso a ciascuno di noi, perché viviamo in un mondo assolutamente povero di cose belle; viviamo, purtroppo, in un mondo sempre più sporcato dall’uomo, sempre più irrispettoso sia degli altri che del mondo naturale che lo circonda. Purtroppo nel mondo in cui viviamo tutto è materia; tutto è ridotto ai soli beni di consumo. In questo mondo sono tanti gli stupratori della Terra, di quella Terra che si ribella contro l’uomo e provoca distruzione e morte. Purtroppo cresce a dismisura il popolo dell’immondizia che ha come solo obiettivo il proprio egoismo del possesso delle cose e dei beni di consumo di cui in tanti abusano in eccesso, facendo e facendosi male. Il mondo, per evitare la catastrofe finale, deve sapersi rinnovare; per farlo deve riportarsi a quelle lontane radici di una preistoria carica di significati profondi che, per il bene di tutti, nessuno e niente può dimenticare e/o cancellare. In queste radici c’è scritto il DNA dell’esistenza umana, il cui percorso è soprattutto quello dello stare insieme e del fare per gli altri che ci fanno sentire liberi, più uomini, più quotidianamente appagati del nostro essere uomini tra gli uomini e più attenti a costruire per i propri figli un futuro migliore; un futuro vivo, di amore e di equilibrio con la Natura, mettendo fine al progetto distruttivo dell’infame costruzione di quella pattumiera ammorbante nella quale criminalmente si va trasformando il mondo, simbolo demenziale dell’inesorabile correre dell’uomo verso la fine di tutto.