Pellezzano: esperienze cattoliche e progressiste come sintesi di un PD che guarda al futuro

Il Partito Democratico si colloca nel panorama politico italiano in quell’area “moderata e riformista” della sinistra, detta comunemente di centro-sinistra e, pur operando in rapporto organico con le principali forze socialiste, democratiche e progressiste, annovera al suo interno significative e corpose componenti cattolico-centriste. Quest’ultimo punto, però, necessita di una breve riflessione per una strumentale polemica che si trascina, ormai, da fin troppo tempo. Nonostante, infatti, dal 18 gennaio 1994 la Democrazia Cristiana ha cessato di esistere, dopo tanti anni, gli italiani non si sono ancora abituati al“pluralismo politico dei cattolici”, fatto normale in altre Nazioni, ma non in Italia, dove si ravvisa ancora pregiudizio e contraddizione alla militanza dei cattolici in uno schieramento politico, tanto più se progressista. Ritorna, pertanto, sempre più frequente, da destra e da sinistra, la questione se non  si  debba cercare qualche nuova forma di aggregazione rimettendo insieme quanti condividono la medesima vocazione politica, cattolico-centrista, e le medesime radici ideali. Ma, al di là di sporadici casi di convergenza trasversale su  temi come quelli  riguardanti  la vita, la famiglia e la  tutela dei valori fondamentali, i tentativi di una nuova “ricomposizione politica” di questo tipo sono sempre puntualmente falliti,  semplicemente perché le scelte politiche dei cattolici italiani, non sono e non  saranno  mai più uniformi, in quanto dopo la caduta del muro di Berlino, non esiste più un mondo contrapposto e, né in Italia né in Europa, si ravvisa una minaccia all’occidente e alla libertà religiosa e, tanto meno, una minaccia alla Chiesa che potrebbe giustificarle, rendendo non più proponibile, anzi, inutile un terzo polo cattolico-centrista, che pertanto è diventato sempre più anacronisticamente poco perseguibile e che, a mio avviso, rappresenta solo una comoda via di fuga o un temporaneo parcheggio politico quando i rispettivi schieramenti cominciano a diventare troppo stretti, in attesa di tempi migliori. Il voto cattolico, di conseguenza, nel corso di questi ultimi decenni si è dislocato su quasi tutto l’arco dell’offerta politica esprimendo il consenso elettorale sulla base di valori e di concrete esigenze pratiche come l’etica, il lavoro, il fisco, il  welfare o, a volte, anche solo sulla  scorta di  “speranze vendute” e mai realizzate. E’ necessario, allora, aprirsi ed abituarsi ad un modo nuovo di  partecipazione dei cattolici  nell’attuale sistema politico, sostanzialmente  bipolare,  affinché non venga  meno il loro utile servizio, nel rispetto della laicità e del pluralismo dello Stato, alla ricerca del bene comune che, non necessariamente, deve coincidere con il bene dei cattolici in quanto“parte”. Ritornando alla premessa iniziale, il Partito Democratico già annovera al suo interno diverse centinaia di migliaia di cittadini cattolici, che hanno concorso ad eleggere oltre 100 parlamentari che provengono da una storia di cattolicesimo democratico, e rappresentano una parte determinante dell’intero progetto politico del PD. Un progetto che prevede la ricostruzione della smarrita cultura politica attorno alle idee trainanti di un partito nuovo, “radicato nel territorio” che propone come obiettivi perseguibili il rispetto delle regole e la legalità, la centralità della persona e la sua dignità, lo sviluppo sostenibile, la realizzazione della pace e l’affermazione dei diritti umani, principi assolutamente connaturali, specie per un cattolico, perché la vera dottrina sociale della Chiesa, quella evangelica e non demagogica, non potrebbe mai trovarsi a proprio agio in un polo neo-liberista e di destra in quanto istintivamente conduce, chi vi si ispira, a condividere le battaglie ed i problemi dei soggetti e dei ceti meno favoriti, più esposti e più indifesi. Occorre unire sotto un’unica bandiera tutti gli autentici progressisti, ben sapendo che i loro confini sono più ampi dei tradizionali orizzonti segnati dalle sole forze social-democratiche o dalle sole forze cattolico-democratiche, perché i partiti non nascono in laboratorio, ma si aggregano in funzione di problemi reali e di esigenze concrete. Pertanto, il Partito Democratico rappresenta una forza politica, costituita da un insieme di soggetti “credenti e diversamente credenti”, che persegue prioritario il compito di realizzare “nuove sintesi sociali” su problemi nuovi, perché nel mondo cattolico c’è un notevole fermento, una importante volontà di dare una mano al Paese, di unire forze civiche e moralmente sane per avviare un serio e duraturo cammino di progresso civile. Il PD, allora, potrà anche risultare un partito di “idee diverse”, provenienti da esperienze diverse, ma non sarà mai un partito, come tanti altri, di indifferenti, e intolleranti, perchè quelli che non hanno valori e sentimenti di solidarietà ed accoglienza, non potranno mai dichiararsi autenticamente democratici e tanto meno progressisti, resteranno per sempre soltanto gretti, freddi e cinici e, di fatto, negatori dello Stato democratico e della sua civiltà. Tutto questo è tanto più vero nel Comune di Pellezzano, dove laicismo e cattolicesimo storicamente hanno sempre convissuto, nel rispetto reciproco, lontano dagli anticlericalismi di bandiera, nella salvaguardia della cultura del lavoro e della dignità dell’uomo, pur nell’accettazione della fede dei singoli. Purtroppo, nell’ultimo ventennio, meschine divisioni ed assurdi personalismi, in assenza  di autorevoli, autentiche guide e di validi punti di riferimento, hanno determinato il totale imbarbarimento della politica, anche nel nostro territorio, al punto che nuove illusorie e deteriori  proposte di governo locale, incapaci, inefficaci ed inefficienti vagheggianti la futilità e l’opportunismo, hanno fatto rapida breccia nel cuore dei cittadini, plagiati dal miraggio della promessa di un facile beneficio personale, a scapito del bene comune e della uguaglianza sociale. Questo disastro, però, affonda le radici nel deleterio insegnamento, dei “cattivi maestri” dell’antipolitica che, dall’alto del predellino, da anni perseguono il neo-populismo mediatico, l’esaltazione manageriale della politica, la sublimazione della ricchezza, lo sfrenato individualismo e la devastante legittimazione della menzogna, come modelli da perseguire ed imitare, paventando solo ora una parvenza di tardiva e forzosa responsabilità civica, accompagnata da tante recriminazioni e malumori quando, ormai, il naufrago è giunto con l’acqua alla gola, anche se, ne sono convinto, bisogna vigilare e restare all’erta, perché certamente non è finita qui, o perlomeno non è finita ancora mentre, intanto nell’aria si avverte un clima di incertezza e sfiducia anche se accompagnata da tanta speranzosa attesa. Però, l’alba di un nuovo giorno inizia a sorgere, e i tempi della riscossa sono maturi, è giunto il momento per riprendere con decisione e coraggio la navigazione verso porti sicuri, di equità e trasparenza, non disdegnando sacrifici, nella ferma convinzione che se si vuole salvare prima l’Italia, e con essa il Comune di Pellezzano, occorre sbracciarsi ed attivarsi con proposte, partecipazione, rigore, e ancor più, con buoni esempi, risollevando lo svilito onore nazionale e sconfessando l’inaccettabile moralità di tanti indegni rappresentanti del popolo, riscoprendo la sobrietà e la parsimonia e ridando rispetto e dignità alle donne del nostro Paese, immeritatamente mortificate e degradate a frivolezze da ostentare, perché in questo momento tutti noi abbiamo, meno bisogno di modelle e più bisogno di “modelli di vita”. Temo, però, che riportare negli argini della normalità e della corretta quotidianità questo martellante ed impietoso massacro educativo e sociale non sarà agevole, anzi, serviranno diversi anni di vera, intensa e sana rieducazione per recuperare, pur senza infierire, le coscienze allo sbando, perché come finalmente, e sottolineo finalmente, ha recentemente affermato il Cardinale Angelo Bagnasco “è ora di purificare l’aria, perché le nuove generazioni crescendo non restino avvelenate”. Allora, proprio in questa prospettiva, evitando nuovi e funesti errori, memori degli ammonimenti del passato, le anime pensanti del PD devono animarsi tutte di un orgoglioso spirito di riscossa, creando una sola unità d’intenti, senza pregiudizi, coesi, insieme, giovani e meno giovani, non rottamando ma recuperando, incamminandoci tutti, dialogando, verso un nuovo illuminismo ed un nuovo rinascimento culturale, perseguendo l’attesa giustizia sociale e riscoprendo e promuovendo i valori della politica di servizio, la politica con la lettera maiuscola, capace di rendere il nostro Paese solido e solidale. E se in questo contesto, persone perbene, ineccepibili e di sani principi come l’on. Tino Iannuzzi, espressione di quel PD che non si volta indietro alla ricerca di un nostalgico passato, ci saranno davvero vicini e garanti continuando a perseguire con onestà, passione, competenza e dedizione l’impegno politico, vi assicuro non è solo un sogno mio, ma per l’Italia ed il Comune di Pellezzano ci sarà ancora una speranza di futuro, un nuovo umanesimo, anche se sarà dura e bisognerà lavorare, sgobbare e sudare, per vincere le sfide che ci attendono, perché come diceva Shakespeare:“un cielo così sporco non potrà mai rischiararsi senza una buona tempesta”.Solo così il nostro grande, straordinario Paese e la nostra piccola realtà locale potranno, come meritano, assurgere nuovamente al rango di protagoniste!

Giovanni Murino