I pilastri della Rivoluzione Economica

La rivoluzione economica mira a mostrare le facce migliori della realtà. Si parte dallo stato attuale e si agisce con l’obiettivo di: tutelare i frutti del lavoro di ciascuno: capitali, immobilizzazioni, società, etc.; ridare senso di responsabilità e consapevolezza che lo Stato è un bene comune; rendere centrali gli interessi della collettività: l’ambiente, la sostenibilità energetica, la qualità dei prodotti e l’efficienza dei servizi, la diffusione della conoscenza. Il processo di cambiamento proposto è stato articolato in tre fasi distinte. La differenziazione deriva dal tempo necessario a realizzare le azioni proposte. I pillar (pilastri) descritti nella prima fase sono di immediata applicazione; le «rivoluzioni» presentate nella seconda fase richiedono invece tempi più lunghi. Le prime due fasi rappresentano le basi per la terza, la più affascinante, con la quale potremo avviare la vera svolta. Nella prima fase, Misure urgenti, si affrontano le difficoltà e le disfunzioni dell’economica attuale, scongiurandone gli effetti più devastanti. Alcune delle conseguenze positive delle politiche proposte saranno infatti: salvataggio di tutti gli stati a rischio default; ridimensionamento del potere delle banche; tutela dei risparmi e del patrimonio individuale. Nella seconda fase, Cambiamenti, Rivoluzioni, inizia il vero cambiamento della società e dell’economia. Sono previsti: l’affermazione dell’etica e della formazione come principi di base; l’abbandono di uno fra gli oggetti oggi in circolazione dalle origini più antiche: la cartamoneta, sostituita interamente dalla moneta elettronica; la modifica dei concetti di stato e amministrazione pubblica,  intesi non più come entità astratte e avulse dalla realtà, ma come «beni comuni» sui quali ogni singolo cittadino ha diritto alla massima trasparenza e può esercitare una forma di controllo; una nuova concezione del denaro pubblico, inteso come denaro di tutti, i cui movimenti devono essere interamente tracciati e sempre visibili; il ritorno delle banche alla sola funzione di intermediazione tra la domanda e l’offerta di capitali; la regolamentazione del profitto derivante da attività che non generano valore aggiunto;  l’introduzione delle prime misure volte alla sostenibilità ambientale e all’utilizzo delle fonti rinnovabili come unica forma di generazione di energia; l’informatizzazione dei sistemi di tassazione.  Le prime due fasi forniranno le basi, i pilastri, per rendere possibile la terza, Sviluppo Sostenibile, la più importante ed affascinante.  Le attività e le proposte si concentreranno sugli interessi centrali della collettività: tutela dell’ambiente, sostenibilità energetica, efficienza dei servizi, qualità dei prodotti.  Saranno possibili interventi in tutti i settori per sfruttare le piene potenzialità delle tecnologie e della creatività umana. Uno degli strumenti fondamentali, comune a tutte le fasi della rivoluzione, è la più recente tra le scoperte dell’uomo: la tecnologia della comunicazione informatica. L’ICT (Information Communication Technology)  fino ad oggi ha riprodotto i processi esistenti: è arrivato il momento di utilizzarla per crearne di nuovi e applicarla alla società e all’economia.

Un pensiero su “I pilastri della Rivoluzione Economica

  1. Concordo su molti punti.
    Ho però alcune domande: CHI, QUANTI, CON CHE FUNZIONI, saranno coloro che si occuperanno dei cambiamenti ? Come saranno proposti e scelti ? Chi finanzierà questa operazione ? Dove sarà la struttura portante ?

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