Pane quotidiano? Rumeno
di Rita Occidente Lupo
L’antica arte della panificazione, rivalutata nell’Est. Infatti, da un po’ di tempo, pare che sia la Romania a dettar produzione nel nostro Paese. Preimpastato e surgelato, il prodotto dell’arte bianca, facilmente commerciabile ed in bella mostra nei supermercati. Precotto, surgelato, riscaldato: baguette, filoni, pane a fette, pagnotte. Cotto nei forni di Bucarest, Timisoara, Costanza, il pane costa meno della metà del nostro e dura due anni. Allarme tra i circa 24.000 panificatori italiani, che guardano preoccupati alla concorrenza. In quanto alle norme igieniche, avvolte nel mistero. Globalizzato anche l’alimento quotidiano, che in Romania annualmente sfiora i 4 milioni di chili produttivi, surgelato a lunghissima conservazione. Poiché il fabbisogno nazionale è basso rispetto all’Italia, al quarto posto in Europa dietro a Germania, Danimarca e Austria, più della metà esportato soprattutto nel Bel Paese, oltre il 25 %, a costo ridotto rispetto a quello nostrano. In Transilvania, uno dei più grossi panifici rumeni fornisce a supermercati e mense del Nord e Centro Italia. Dalla Slovenia invece, pane diretto a Trieste e Gorizia. E L’Italia…resta a guardare che sia ancora una volta l’immigrazione ad occupar spazio e la produzione straniera, stavolta non made in China, un’eccezione, ad imporsi su quella autoctona, anche a tavola!