S come Salerno
“Cosa hanno fatto i salernitani per meritarsi un sindaco così?” si chiede Massimo Vignelli nel corso della lectio magistralis tenuta al teatro Verdi per presentare il suo “brand”. Forse Vignelli non sa che da queste parti sono in tanti a porsi la stessa domanda, inutilmente. Per coloro che non ne avessero mai sentito parlare, Vignelli è un noto designer newyorkese, di chiare origini italiane. Vincenzo De Luca è volato da lui qualche mese fa per conferirgli un incarico prestigioso : creare un logo che rappresentasse la città di Salerno, la sua città. Il sindaco sceriffo è inarrestabile, la gestione ordinaria del Municipio, con i suoi problemi di vivibilità, di viabilità e di bilancio, gli sta stretta. Il suo superego agogna traguardi infiniti e primati da guinnes : la piazza più grande, l’albero di Natale più alto, le luci più luminose e più artistiche, il porto più avveniristico e funzionale, la raccolta dei rifiuti più civile. Ma alla sua irrequietezza urbanistica mancava ancora un tassello : “il brand”. Salerno così diventa come New York, la grande mela : avete presenti quelle magliette con la scritta “I love NY”, con tanto di cuore rosso? Ecco, da oggi anche la nostra città avrà i suoi gadgets promozionali per arricchire la già sbandieratissima dimensione “E-U-R-O-P-E-A”. Se non avete avuto modi di vederlo, il brand, ve lo descrivo io. Si tratta di una “S” gialla, in stampatello, al centro di un cerchio azzurro. E poi? E poi basta. Volete sapere quanto è costata questa “S” gialla? Pare che dalle casse del Comune siano usciti 200.000 euro. Sì, avete letto bene : gli zeri sono cinque. Ma noi, gente ignorante e poco avvezza all’arte moderna, cosa ne sappiamo dei “brand”? Se pure vedessimo un quadro di Andy Warhol, diremmo che è una crosta, poco più di un poster. Stiamo parlando di Andy Warhol! E Massimo Vignelli, è da da meno di Andy Warhol? Certo che no. E allora il maestro newyorkese ci scuserà se agli occhi di noi profani la sua “S” gialla ci potrà apparire come un disegno di uno scolaretto delle elementari. Lui ci insegnerà che, a volte, dietro le immagini più semplici si nascondono dei grandi capolavori. Come dargli torto? Del resto, chi direbbe che la merda di artista di Manzoni è una vera opera d’arte? Chi non scambierebbe i silenzi di Fontana per dei semplici squarci di una tela rotta? Eppure in tanti fanno la fila per vedere queste opere esposte nei migliori musei del mondo. E allora, essendo dei poveri sprovveduti, il sindaco e il maestro americano comprenderanno pure il nostro sconcerto per non aver scorto nel loro “brand” un qualunque riferimento alla scuola medica salernitana, unico vero elemento di riconoscimento a livello internazionale di Salerno. E, sopratutto, ci perdoneranno se non riusciamo a capire per quale astrusa ragione una città, neppure metropolitana, debba essere identificata con un logo, alla pari di un paio di scarpe o di una felpa griffati. Davvero De Luca crede che quella “S” gialla, costata ai salernitani quanto un appartamento, possa racchiudere e sintetizzare il significato, la storia e le tradizioni della straordinaria entità geografica che gli è concesso di amministrare? Infine : era proprio necessario presentare quel disegno con la stessa enfasi che si riserva a un David di Michelangelo ( pare che il sindaco in uno dei suoi slanci di umiltà lo abbia paragonato alla Torre Eiffel), con tanto di lectio magistralis nel primo teatro cittadino? Ma cosa abbiamo fatto per meritarci un sindaco così? Vignelli se lo chiede, e noi con lui.
Egregio Cennamo,
a mio modesto avviso sei caduto nel qualunquismo provinciale. Utilizzare, insperatamente, un legittimo confronto e dibattito sul logo, per scivolare sui massimi sistemi: il sindaco sceriffo, i primati, è roba da mezze tacche e, vista la stima nutrita, ne resto sorpreso.
Penso, sinceramente, che a me ed a lei, ci poteva capitare di molto peggio di vivere nella Salerno attuale e dovremmo averne rispetto, non di De Luca, ma della città medesima. Il clima è quello della lotta tra curdi e sciiti che se ne fregano della propria città, tipico di popoli abituati al sottosviluppo, all’homo homini lupus, alla mafia per strada. Almeno da questo punto di vista, non mi deluda. Quando vede l’albero, la piazza della libertà, la raccolta differenziata, la movida ed altro ancora, che fa, esrpime un giudizio laico, oppure le vengono i brividi solo perchè è opera dei curdi capeggiati da De Luca..?
Detto ciò, nel merito, ritengo che:
1. 200 mila euro vengono smentiti da giorni, Lei fa finta di non sentire, quando si avrà certezza del fatto che “il logo non è costato 200 mila euro” gliene ne renderò conto.
2. il fatto che una città possa essere promossa come un paio di scarpe è certamente un elemento di rottura, il tempo dirà (lo sta già dicendo per la verità …) chi ha ragione.
Per respirare un po’ di aria da fuoriclasse, …, le ricordo che nel 1990 Carmelo Conte, mentre gli altri facevano manifesti con il mare, il duomo, la famiglia, la foto, … fece un manifesto a caratteri cubitali dove cera scritto solo questo “CON-TE”!
Per passare poi dai fuoriclasse ai … fuoricorso, le chiedo, nell’interesse delle tasche dei suoi lettori e concittadini, di formulare un giudizio etico, sulle spese sostenute dalla Provincia per promuovere il nostro territorio.
Negli ultimi 12 mesi viaggi a Ny, a Londra ed in tanti altri posti: secondo Lei quanto hanno speso? Secondo Lei cosa hanno prodotto di buono? Secondo Lei, una “comitiva” con un dirigente geologo che non conosce l’inglese e Gambino è migliore o peggiore del territorio da rappresentare? Secondo Lei, questi fuoriclasse … fuoricorso, Quanto turismno riusciranno ad attrarre con i soldi suoi e miei?
Se qualcuno, telefonando da Ny, chiede di Gambino, che cosa gli rispondiamo? Certo, sulla base di quanto emerso su questo encombiale giornale on line, potremmo rispondere tutto ok, nell’agro non è successo niente, non succede mai niente, a Pagani, a Nocera ed altrove ci sono solo piccoli ladri di gomme e niente più!
Caro Cennamo
S come SALERNO CON-TE!
Caro Smarigli,
lei ha scritto tante cose interessanti, ma non ci ha detto se quel logo le piace. La cifra riportata è quella indicata da tutti giornali. Il pezzo l’ho scritto una settimana fa, circa. Prima, cioè, che il sig. Vignelli facesse le sue precisazioni. Ad ogni modo, essendo un ignorante in materia di “brand”, e trovando ridicola l’idea che una città possa essere racchiusa e identificata da un marchio, alla pari di una borsa griffata, giudico elevata qualunque altra somma per quel disegno, che per lei, forse, è un capolavoro, ma per me lo è molto meno. E non tollero che il sindaco, per questa ragione, possa giudicarmi un “cafone delle chiancarelle”. De Luca avrà sicuramente dei meriti, non lo nego. Ma dovrebbe riconciliarsi con l’umiltà, la laicità ( quella che lei mi rimprovera) del libero dissenso, e smetterla di inseguire primati ridicoli, almeno fino a quando non lo chiameranno a fare il sindaco di Tokyo o di Parigi.
AC
da lontano e per quello che dici mi sembra una città di pazzi. da chi la paragona a parigi e chi ne vuole fare un principato! siete veramente messi bene.
Egregio Cennamo,
concordo con molte cose che ha aggiunto. Io penso, da ignorante di brand come lei forse anche di più, che non bisogna avere nei confronti del fatto prevenzione e presunzione. Anzi, se proprio mi devo esprimere, un logo light, senza pomposi richiami ad una storia che nessuno mette in discussione, sia una novità.
Concordo con lei quando invoca un bango di umiltà al sindaco come concetto assoluto, in relazione a cosa ci circonda invece, ritengo che al posto di De Luca sarei ancora più presuntuoso. Caro Cennamo, fare nomi diventerebbe un gioco impietoso, la nuova classe dirigente che il pricncipe Cirielli ha imposto è tutta lì, la giudichi lei.
Io vorrei farle solo una domanda finale, in tema di presunzione e di disprezzo dell’intelligenza del popolo: chi, andando in giro con un geologo che non conosce l’inglese, che non ha introdotto alcuna novità in tema di politica turistica, in pubblico asserisce che il pil turistico è cresciuto di due punti grazie all’opera della provincia, chi dice che le classifiche di legambiente (che magari sino a qualche anno fa disprezzava perchè covo di comunisti ambientalisti) “testimoniano il lavoro della provincia” quando non c’è ad oggi una, ma dico una cosa concreta e tangibile imputabile alla Provincia, che cosa è un modesto, un presuntoso o un folle-presuntuoso?
A LEI.
Tornando alla nostra città, teniamocela stretta in tutto ciò che di migliore ha registrato dal 1985 in poi. Potremmo avere di meglio certo, ma molto di peggio; io nel mio piccolo, frequentando persone di tutta Italia, sento da un bel po’ un diverso rispetto quando parlo di Salerno.
Provo vergogna per questo simbolo,di questa relatà comunale e di tutta la classe dirigente.
A proposito,che fine a fatto il bando pubblicato a tutti i partecipanti a realizzare tale simbolo?
Come era bella Salerno,LA VERA SALERNO fino alla fine degli anni
90!!.
Caro Manlio,
comprendo il tuo sconforto, ma Salerno, oggi, è più bella di quanto lo fosse negli anni ’80 e ’90. Più cementificata anche, ma alcune opere di urbanizzazione andavano fatte. Altre le abbiamo sognate : metropolitana, sea park….. Altre, forse, le subiremo : il crescent.
Ritornando al logo, ribadisco che non mi piace. Non mi sarebbe piaciuto neppure se lo avesse disegnato Leonardo, perchè è l’idea del logo che rifiuto. Una città e la sua storia non possono essere racchiuse in una S. La salernitana può essere racchiusa in una S non Salerno. Smarigli, riguardo al sindaco, dice : teniamocelo stretto. D’accordo, Smarigli : teniamocelo stretto, ma non per molto.
AC
Gentile e caro Dr Angelo Cennamo,
Con tutto il rispetto e l’ammirazione per il grande artista nyworkese che ha dipinto il logo che dovrebbe rappresentare la città di Salerno nel mondo, credo anch’io che quello sfondo di mare e cielo con al centro una (s) possa realmente rappresentare nei migliori dei modi la nostra Città oltre confine.
Ho girato mezzo mondo e posso dire con certezza che il sole e il mare non sono di proprietà esclusiva della bella città di Salerno , ma vi è sole e mare ovunque, quindi , ci sarebbe da discutere su quella (S); certo, potrebbe anche significare “Salerno” , ma come Lei giustamente scrive, non sarebbe stato meglio avere un logo che rappresentasse la nostra gloriosa storia che è , effettivamente, riconosciuta in tutto il mondo come la famosissima “Scuola Medica Salernitana”?
Infatti, il grandissimo prestigio che occupa Salerno nel mondo, e lo recitano tutti i dizionari del globo, è proprio quella scuola che rende Salerno città universale e conosciuta da tutti gli studiosi di ieri, di oggi e di domani :
Mi scuso se sono in errore, e Le porgo cordiali saluti, Alfredo
Dice bene, caro Varriale. Ad ogni modo : de gustibus…
AC
Rispetto per le vostree opinioni ma, davvero, cantate una canzone sbagliata: nessuno ha bruciato la scuola medica salernitana, men che meno la hippocratica civitas o altro ancora. Così come, ritengo sbagliata la reazione sguaiata del sindaco. Ed allora, il quesito è: possiamo togliere un po’ di polvere provinciale da ‘sta città? E’ possibile pensare un segno commerciale legato ad un periodo di mutamenti, senza per questo dover per forza “piombare” il tutto con la sotria? In assenza di altri substrati economici e sociali, che dormono da sempre, è legittimo che ciò lo faccia il Comune?
Se chiudete sti libri di storia, antica e provinciale…., vi renderete conto che, ad esempio, il gadget più conosciuto e venduto al mondo è ILNY (dove la elle nel simbolo è rappresentata da un cuore). Forse a Ny non avevano simboli o storia da mettere in un logo? Forse hanno bruciato la loro tradizione? Forse erano solo loro i proproietari del cuore e dell’amore?
Ed allora, chiudiamo i libri di storia, apriamo quelli contemporanei e confrontiamoci nel merito di quel che si fa!
Provate ad immaginare turisti che scendono dalla stazione marittima, con il cappellino con il logo che attraversano piazza della libertà. Provate ad immaginare che, contemporaneamente, vi sono persone dentro ad un bar che discutono della ippocratica civitas?
Voi dove volete stare. Io certo fuori dal bar …
@roberto smarigli:
vuoi stare fuori, ma parli sempre come uno che sta alla cassa (del bar).
DE LUCA COMPRA UN SIMBOLO CHE A SALERNO ESISTE GIA’. Viene pagato un “creativo” di New york per inventare qualcosa che a Salerno c’è da anni! La S (carattere bodoni) gialla su sfondo azzurro IDENTICA al “brand” di Vignarelli è il simbolo della squadra di baseball THUNDERS SALERNO. QUESTO E’ DAVVERO IL LATO RIDICOLO E PARADOSSALE DI TUTTA QUESTA STORIA: un marchio che avevamo già qui, fatto in casa, riproposto per la modica cifra di 200.000 euro!