Anche i quarantenni senza futuro figli d’Italia

Giuseppe Lembo

In un momento particolarmente difficile per la vita del nostro Paese, dove con un “colpo di stato indolore” è stata commissariata la politica e messi da parte i partiti, affidando il Governo del Paese a tecnici, non tanto espressione del sociale italiano, ma solo di una sua parte ed in rappresentanza dei poteri forti che appartengono soprattutto al mondo dell’economia. Sono tante le espressioni che definiscono ed accompagnano il governo dell’economista Mario Monti. Tra queste è insistente quella che lo definisce “Consiglio di facoltà” o pura appendice di Banche pigliatutto che, nel loro insieme, rappresentano la genesi dei mali italiani. La crisi economica del Paese trova la sua forza generatrice in tutto quello che nel tempo hanno fatto le Banche, gestendo un sistema poco virtuoso e poco solidale, con interventi dannosi alla vita dei singoli e soprattutto delle forze produttive inopportunamente abbandonate a se stesse proprio nel disagio, indifferenti agli appelli all’economia solidale che, con un fare virtuoso, in tante parti del mondo, ha salvato gente in difficoltà e situazioni economiche difficili. Purtroppo il nostro è un Paese che non sa essere virtuoso più di tanto; quello che è importante sono le regole da rispettare. Sono le rigide regole imposte dai banchieri e da eserciti di burocrati esecutori facenti parte di apparati che agiscono per il proprio bene, indifferenti del disagio della gente, spesso buttata nelle braccia di economie alternative all’insieme bancario, il cui sistema apparentemente liberale, opera, in tante occasioni, come pulizia del denaro sporco attraverso le finanziarie ed in casi disumani, da ultima spiaggia, come spinta nelle braccia dell’usura che agisce facendo violenza a chi, in momenti di estremo bisogno, abbandonato a se stesso, si trova aperte le sole porte del cimitero e/o degli usurai, sempre pronti a dare (si fa per dire), una mano. In quest’Italia problematica e conflittuale, oggi la politica, quella del libero voto, è stata di fatto commissariata da un Governo dei poteri forti, fortemente connotato al suo interno dall’economia e dalla finanza, la stessa che può ben considerarsi la grande genitrice dei mali d’Italia. In un’Italia in forte fibrillazione con i partiti messi da parte ed accomunati nel ruolo soprammobile di sola rappresentanza dell’emergenza, con scelte obbligate assolutamente imposte, fortunatamente si pensa da più parti ed in termini nuovi anche al domani che verrà. Tali non sono le alchimie di sempre dei partiti che da padroni dominano la scena secondo canoni rigorosamente definiti ed imposti, senza minimamente aprirsi alla gente stanca di un fare politico che va nella direzione opposta al cambiamento, allo sviluppo e ad attese di vita più umane e più giuste. Purtroppo, nel nostro Paese è cresciuta una forte insensibilità per colpe diffuse di un mondo politico che, abituato “all’eterno”, al ruolo sovrano di “unti del Signore” non si è mai offerto come soggetto e protagonista di cambiamenti possibili.