Strenne…senza protesi!

di Rita Occidente Lupo

Un Natale all’insegna delle strenne modificate, in tema di chirurgia estetica. Mentre si discetta sullo stop per le minorenni e l’istituzione d’un registro per la tracciabilità, alla luce delle richieste sempre più mitraglianti. L’allarme sulle protesi al seno, considerate a rischio prodotte dall’azienda francese Pip, 400.000 installate in tutto il mondo, ha distolto tante donne che avevan pensato di autoregalarsi un seno rifatto per il nuovo anno. Nonostante in Francia il governo abbia raccomandato “a titolo preventivo” e “senza carattere d’urgenza” la rimozione delle protesi alle 30.000 pazienti sottoposte all’impianto e le rassicurazioni in Italia del Ministero della Salute, scartanti il nesso col tumore al seno. Circa 4.300 le Pip adoperate in Italia. Anche in America Latina, l’allarme elevato, alla luce delle 25.000 brasiliane, fruitrici di  tali protesi prima che venissero proibite dal 1 aprile. Al momento, notevole monitoraggio nei centri estetici di strutture e materiali adoperati per vari tipi d’intervento. La paura non molla anche le più temerarie che, dinanzi a quello che resta ancora il male del secolo, hanno fatto dietro-front alla luce della salvaguardia salutare. Già tempo fa, in un editoriale, l’attenzione su tali interventi, comparando inevitabilmente l’estetica alla salute. Ora, non per essere auguri nefasti, devo riconoscere che avevamo anticipato quelle ricadute che stanno agitando chi l’intervento l’ha subito da tempo. Il fatto che il silicone possa “scoppiare”, che le protesi possano “sgonfiarsi”, bazzecole rispetto al pericolo di poter offrire il fianco al tumore mammario, non sempre preventivamente snidato!