Salerno: Zara, rifiuti e politica

Ho sempre immaginato che fare politica volesse dire agire, fare, assumersi le proprie responsabilità. E’ compito della politica scegliere. E scegliere vuole dire governare. Ragionare e decidere. Ci sono scelte che costano tanto in termini di popolarità, ma che risultano poi indispensabili nel tentativo di avviare a soluzione ancestrali e inspiegabili emergenze. E’ il ruolo della politica, di chi intende svolgere il proprio mandato di rappresentanza popolare con serietà e determinazione. Altrimenti, qualcuno mi spieghi il motivo della propria presenza all’interno delle istituzioni, qualcuno mi spieghi a cosa servono i sindaci dei comuni, i presidenti di provincia o di chiunque assume in sé l’onere di essere riferimento politico; cosa dovrebbe fare chi si fa votare, chi viene eletto affinché la volontà di quel popolo sovrano possa in qualche modo essere interpretata, partecipata e realizzata: indugiare, tentennare, esimersi? Apprendo, e ne sono profondamente dispiaciuto, di un sindaco, quello di Battipaglia, quel Santomauro che capeggia cortei di bambini e giovani, spesso inconsapevoli, agitando lo spauracchio della discarica di rifiuti stabilizzati (e lo rimarco, stabilizzati) ma niente in concreto fa, se ne infischia. Un sindaco inutile, buono a dire di essere contro, come se poi ci fosse qualcuno disposto a essere a favore. I rifiuti, li produciamo ma non li vogliamo. Da decenni però tutti ci turiamo il naso, tutti ci teniamo le discariche a cielo aperto, quelle mai bonificate, quelle che colano percolato. Quei siti malsani, terra di nessuno, incontrollati, pericolosi. I rifiuti che imbarchiamo su navi, che sotterriamo. Che non differenziamo abbastanza. E quando si tratta di scegliere, di indicare un piano elaborato, studiato, vigilato, che insieme serva a tutelare la salute dei cittadini e, contestualmente, affrontare un problema territoriale, arriva Santomauro che furbescamente risolve di non decidere. Perché, la verità è questa: se la Provincia di Salerno non può stabilire un sito, non avendone il potere, e non lo fa il sindaco della città indicata, non lo fa Santomauro, avremo di fatto demandato al commissario Vardè il compito, l’autorità di intervenire per noi, per tutti. Certo, a Santomauro, privo di scrupoli, scaltro abbastanza per lavarsene le mani, fa comodo, va bene così. Cosa volete che gliene importi di assumersi la responsabilità di fare proposte alternative al sito di Serroni, avrà pensato che in fondo le piazzate del contro fino alla morte fanno più voti delle assunzioni di responsabilità. Chissà, forse ha ragione lui, in fondo i cittadini che ne sanno di quel che potrebbe fare e invece non fa. Meglio le barricate, che le soluzioni alternative, meglio additare l’avversario politico, meglio disinformare, creare subbuglio, che rivendicare una piena e oculata autonomia gestionale del ciclo integrato dei rifiuti. E’ di ieri mattina la mia nota indirizzata al commissario Vardè. Quattro righe scritte come presidente del consiglio provinciale di Salerno ove si richiede, pur di scongiurare l’ipotesi di Serroni, di prendere in considerazione un sito alternativo che potrebbe essere individuato nelle cave dismesse  Maiorano-Visconti distante dai centri urbani delle città di Battipaglia e di Eboli. La lettera si conclude con le seguente precisazione: “Qualora, nel frattempo, dovessero pervenirle indicazioni diverse dai sindaci dei comuni dell’Ambito, ritenga pure nulla questa mia.”  Questo è quanto, magari un gesto impopolare, magari imprudente per i miei consensi, ma se devo rischiare Serroni, preferisco il male minore. Questa è la mia assunzione di responsabilità. Questo, l’unico senso che riesco a dare alle mie azioni di uomo politico che decide in ogni caso di scegliere. Poteva farlo, anzi avrebbe dovuto farlo, il sindaco di Battipaglia, ma la fermezza e il coraggio delle decisioni difficili non appartengono a chi preferisce giocare sulla pelle del prossimo, dell’intera comunità.

Fernando Zara