Il diritto d’autore

Laura Iuorio

Il copyright si è andato codificando quando il mercato del libro ha cominciato ad ampliarsi e consolidarsi. La protezione legale agli autori di opere dell’ingegno venne accordata nel 1710 con l’English Copyright Act,  cui seguirono accordi internazionali come la Convenzione di Berna e la Convenzione Universale del Copyright ( 1952 ). La legge sul diritto d’autore non è uguale in tutti i Paesi : in Europa viene privilegiato l’autore, mentre in America si tende a privilegiare la proprietà intellettuale. Il copyright , che era nato per remunerare gli autori, tutelare i loro diritti morali e impedire la ristampa non autorizzata dei libri, si estende oggi a ogni atto ingegnoso prodotto su un medium tangibile.  Affinchè un’opera dell’ingegno ( per esempio un testo, ma anche una fotografia o un disegno realizzato per una copertina ) venga tutelata, è necessario che abbia carattere creativo, cioè deve essere identificabile l’impronta distintiva dell’autore; deve essere inoltre esteriormente riconoscibile e appartenere a uno dei settori della produzione intellettuale protetti dalla legislazione italiana. Il copyright è costituito dai diritti patrimoniali, che permettono di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo, e dai diritti morali, con cui l’autore conserva sempre il diritto di rivendicare la paternità dell’opera, anche dopo la cessione degli stessi diritti, e può opporsi a qualsiasi modifica che vada contro la sua reputazione e gusto. Oggi il diritto di utilizzazione dell’opera dura tutta la vita dell’autore sino al settantesimo anno solare dopo la sua morte. Al termine di questo periodo, l’opera diventa di pubblico dominio e può essere stampata liberamente. Il prolungamento  a un tempo molto posteriore alla morte dell’autore  indica chiaramente che il diritto d’autore non tutela tanto gli interessi delle singole persone, bensì quelli delle grandi aziende che traggono lucro dal suo monopolio.  Rispetto all’età moderna, oggi le condizioni sono molto cambiate. Con Internet, la pubblicazione di un testo non richiede più una costosa organizzazione industriale  e  gli autori non hanno più bisogno di una mediazione imprenditoriale, a meno che non vi ritrovino un effettivo valore aggiunto. La questione della proprietà intellettuale non è più un problema riservato a una minoranza di addetti ai lavori, perché coinvolge la libertà di espressione in generale. La facilità e l’economicità della copia ha reso evidente, dunque,  che la cultura deve essere di pubblico dominio perché non è nulla se non è condivisa.

 

2 pensieri su “Il diritto d’autore

  1. Ottimo articolo. Su “Google Libri” ci sono opere oramai di dominio pubblico e opere coperte da copyright in anteprima, con blocchi che qualunque hacker sa purtroppo violare senza troppa fatica. Credo che il futuro sia l’e-book sempre onorando il “diritto d’Autore” visto più come paternità e proprietà intellettuale che come mezzo per trarre profitti.
    Lucia

  2. Davvero un articolo piacevole e puntuale nel presentare la storia del copyright. Mi sembra che avrebbe potuto trattare anche l’aspetto del copyright dei contributi intellettuali messi in Rete. Personalmente, spero in unsuo successivo articolo a riguardo.
    Con stima e cordialità
    Salvatore Ganci

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