La piccola Savannah
Che la vita sia spesso matrigna, cattiva ad di la di qualsiasi immaginazione, è purtroppo un dato di fatto. Così è stato anche per la piccola Savannah, una bimba americana nata da pochi giorni. Avrebbe dovuto rimanere ancora tranquilla per almeno altre due settimane al sicuro nella pancia della sua mamma, ma l’unico modo di ricevere almeno una vota nella sua vita una carezza dal suo papà era quello di anticiparne la nascita. Il papà di Savannah era riuscito in un’impresa ardua ma sempre più frequente: sopravvivere ad una grave patologia neoplastica. La signora vestita di nero e armata di falce non ha desistito dal reclamare la sua vita, e così lo sfortunato papà si è improvvisamente ammalato di fibrosi polmonare cagionata dalle cure chemioterapiche. Una condizione che non lascia speranze. Savannah era destinata a venire alla luce dopo la morte di suo padre. La sua mamma, non accettando la dolorosa realtà che avrebbe negato al marito morente la gioia di vedere almeno una volta la figlia, ha scelto di partorire in anticipo. Appena in tempo per regalare alla sua piccola un abbraccio del suo papà. La scienza medica, spesso accusata di manipolare l’esistenza umana, ha reso possibile questo gesto di puro amore. Un gesto di puro amore che consentirà alla piccola Savannah di crescere con la consapevolezza di essere stata amata anche dal padre che non potrà avere al suo fianco nei suoi momenti più dolci e in quelli più amari. Un miracolo di amore e di scienza. Quella scienza che alcuni credono arrogante, poiché ora capace di offrire spiegazioni a tante domande che fino a ieri erano prive di risposte. Quella scienza che alcuni credono arrogante, perché oggi in grado di curare e cambiare il destino di molte creature condannate ad una vita ingrata da una natura matrigna. Quella scienza che, attraverso il silente ed umile lavoro di tanti uomini che nutrono la loro esistenza di atti concreti e non di chiacchiere vuote, cerca di offrire risposte concrete e non vuote speranze. Risposte e cure concrete ai tanti che ogni giorno combattono contro terribili malattie che, lungi dal poter essere considerate severe bastonate inferte da un crudele destino, altro non sono se non eventi puramente biologici cui nessuno può chiamarsi immune. La piccola Savannah potrà dire “grazie” alla scienza che le ha regalato il caldo abbraccio del padre morente, quello stesso caldo abbraccio che senza di essa le sarebbe stato negato.
Nell’universo del singolo la vita può essere davvero crudele e la signora Cavaliere non se n’avrà a male se questa bambina crescerà senza appellarsi mai a un Dio. L’articolo è scritto con una partecipazione davvero intensa in ogni singola parola usata.
Gentile Cory, quando scrivo cerco di trasmettere ciò che sento. Non da giornalista, quale non sono, ma da semplice persona che ogni tanto si pone qualche domanda e che cerca di essere aperta a tutte le risposte. Non trovo etico citare altre persone nei commenti che riguardano i miei scritti, ognuno è libero di pensarla come meglio vuole, l’importante è non stressare gli altri. Questa bambina crescerà come meglio potrà, ma di certo è alla scienza che potrà dire grazie. Il resto sono solo chiacchiere.
Buona giornata e grazie per il commento.
Giovanna Rezzoagli