Conosciamo i Balega (Congo Rd): Proverbi, l’uomo 6

Padre Oliviero Ferro

101) La cenere che sembra fredda, brucerà la casa (chi sembra un uomo da nulla, può combinarne di grosse)

102) Se domandi a un bambino non tuo, non mostrare la mano (davanti a uno sconosciuto, mantieni il tuo riserbo. Sii prudente, davanti a una persona che non conosci)

103) Le cose degli altri ti possono riempire, ma non puoi sentenziare sulle stesse (se dipendi in tutto dagli altri, diventerai un loro schiavetto)

104) Colui che batte il tamburo, non può giudicare se suona bene (nessuno è giudice in casa propria)

105) Vicino per gli occhi, lontano dai piedi (pensare una cosa è subito fatto, difficile è realizzarla)

106) Con pianta spinosa non  costruisci la baraza, luogo di raduno (un celibe non fa casa o villaggio)

107) Non mangiare inconsultamente la carne umana, potresti mangiare tuo fratello (non essere avido di una qualunque cosa, in caso contrario, prima o poi ne resterai vittima)

108) Se sei solito lamentarti per la fame, sarai disprezzato da chi è sazio (se sei solito domandare in continuazione, ti verrà negato tutto e non prenderai niente. Mai lasciarsi andare, ma coltivare sempre la propria dignità)

109) Il sogno fatto è la ragione del suo non dormire (i vecchi raccontano di uno che aveva sognato di raccogliere un elefante e da allora è sempre in Giro, giorno e notte, in cerca dell’elefante. Se aspiri a cose superiori alle tue forze, perderai la pace senza realizzare nulla)

110) La mano avara ti darà colui che ti odia (attenzione alle apparenze: sembra un amico, ma ti colpirà come il peggior nemico)

111) Il gonfiore è nel corpo, ma risiede in un membro del corpo (se nel villaggio le cose vanno male, è perché qualcuno ne è la causa)

112) La vendetta non è stregoneria (il vendicarsi non è cosa cattiva)

113) Quando si ha un luogo per fuggire, non si bruciano le “siafu”, formiche rosse (si lascia un posto di lavoro difficile, solo quando se ne ha trovato un altro migliore e

       Più vantaggioso)

114) Non mangio il “tolo”, non mangio il tolo,frutto della foresta, e non lasci il luogo (dove Crescono i tolo) (piangi miseria per la tua situazione, ma non fai nulla per uscirne)

115) Se il tuo compagno di gioco muore, anche il gioco finisce  (il tuo amico muore, anche l’amicizia muore)

116) Uno non si lamenta per la piaga al dito, finchè non la inasprisce con un urto (si possono tollerare le piccole cose, ma quando sopraggiungono grandi difficoltà è inevitabile prendere una decisione (di lasciare il villaggio)

117) Chi ha la talpa (da mangiare), dirà che è un topo e chi ha le dita, le dirà rametti d’albero (finchè una cosa la giudichi scontata o la disprezzi, poi quando ti viene a mancare….)

118) Il fischietto non dà una grossa voce, ma può sedurti (non fidarti di nessuno: anche il più gentile può diventare nocivo)

119) Lo scimpanzé non costruisce la casa in mezzo agli altri animali (non divulgare il tuo segreto)

120) Non cerchi il tronco d’albero (che attraversava il fiume), quando il fiume non è in piena

      (solo nella disgrazia cercherai il modo di vincerla. La necessità aguzza l’ingegno)