Due cose intendo dire

Claudio Di Mella

Due cose intendo dire in questa fase di avvio della dittatura presidenziale in Italia: la prima riguarda il Presidente della Repubblica ed i suoi voltafaccia; la seconda riguarda i grandi intellettuali della sinistra, primo fra tutti Umberto Eco, il massimo semiologo italiano, autore di un romanzo famoso, che nessuno ha letto per intero e di un altro romanzo (Il cimitero di Praga), banale ed in parte scopiazzato e messo all’indice dalla critica tedesca; e poi Alberto Asor Rosa, storico della letteratura italiana e deputato comunista. Al terzo posto metterei Fiorella Mannoia. Cerco di volare un poco più alto. Per commentare adeguatamente i voltafaccia dell’ultimo Napolitano, debbo ricordare agli improvvidi e agli sprovveduti il comportamento dell’ultimo re d’Italia, dopo la seduta del Gran Consiglio del Fascismo e la messa in minoranza di Benito Mussolini. Il re d’Italia, nell’occasione, a cui Mussolini aveva fatto visita per riferire sull’esito della votazione del 25 luglio 1943, gli assicurò che se un solo amico gli fosse rimasto in Italia, quell’amico sarebbe stato lui. Senonchè quando Mussolini uscì dal Palazzo Reale, trovò i carabinieri ad arrestarlo. Chi li aveva chiamati se non il re traditore? Lo stesso che incaricò Badoglio di formare l’armistizio dell’8 settembre, nel tentativo di salvare la corona, che, in realtà, con il fascismo era stata fortemente compromessa e quindi meritava la fine che aveva fatto fare a Mussolini, che lo aveva eletto perfino Imperatore d’Etiopia. In realtà, nelle mani del Duce, uno dei cervelli più poderosi d’Italia (lo ammette anche lo storico inglese Mack Smith biografo di Mussolini), il re contava quanto il due di coppe. Per analogia, quasi stretta, Napolitano aveva promesso a Berlusconi che non lo avrebbe mai abbandonato, se non fosse stato battuto in Parlamento. Berlusconi non fu battuto, ma il capo dello Stato, mentre era in carica il governo regolarmente eletto di Silvio Berlusconi, scelse il prof. Monti come nuovo Presidente del Consiglio, lo nominò senatore a vita, poiché riteneva che un non politico non potesse coprire quell’incarico, lo circondò di tecnici, professori universitari della Bocconi ed esponenti dell’alta finanza, graditi in Vaticano ed a Palazzo Giustiniani e lo insediò a Palazzo Chigi, senza neppure l’atto formale, a cui si sono sottoposti tutti Presidenti del Consiglio che lo avevano preceduto. Peggio di lui aveva fatto soltanto Scalfaro, autore di uno schiaffo ad una signora dal petto semi-scollato, e soprattutto l’uomo del ribaltone che aveva cacciato via il Presidente Berlusconi, votato da 14 milioni di italiani e lo aveva sostituito con mezze figure, che avevano saputo soltanto tassare gli italiani.

 

5 pensieri su “Due cose intendo dire

  1. Quattro cose intendo dire: 1) “formare l’armistizio”? Forse voleva dire “firmare”, dato che gli armistizi si firmano e non si formano. 2) Nessuno ha letto per intero “Il nome della rosa” (se è a questo romanzo che si riferisce, perché sa, la informo che U. Eco non ha scritto solo due romanzi come lei sembra credere)? E chi glielo ha detto? Ha fatto un’indagine in merito? Se no, non le pare di trarre, come minimo, illazioni gratuite? 3) Su Alberto Asor Rosa che cosa ha da dire (oltre alla notizia che si tratta di uno storico della letteratura italiana e che è (un) comunista? Se è solo per questo non mi pare che siano novità. Su Fiorella Mannoia, poi non dice proprio niente. Perché? Forse non ha niente da dire? 4)Riguardo al “re traditore”, preferiva che l’Italia seguisse le sorti della Germania hitleriana? Piuttosto il re ha tradito fuggendo e lasciando l’esercito in balia di stesso (e dei tedeschi). 4) E veniamo a Napolitano. Lei che cosa avrebbe fatto? Avrebbe lasciato affondare il Paese governato da un comandante Schettino? Ma lei si rende conto delle cose che dice? (E meno male che ne ha dette solo due!)

    Fulvio Sguerso

  2. Chi è senza peccato scagli la prima pietra, sosteneva con fine diplomazia un Signore che non voleva infrangere la legge mosaica rimanendo coerente. Mi chiedo: il commentatore è sicuro che i suoi scritti siano perfetti e abbiano il pregio di essere letti interamente? Se sono scritti tanto perfetti, perché non ho mai visto tal firma su quotidiani blasonati? E perché cercare gli errori altrui? Questo articolo tutto sommato ha il dono della sintesi e s’è fatto leggere tutto. Fino in fondo. Grazie signor Claudio per averci ricordato “re sciaboletta” e soprattutto … non risponda al commento.

  3. Siccome il commentatore a cui, con “fine diplomazia”, si riferisce il signor Joseph è il sottoscritto, sento l’obbligo di rispondere, ma solo per precisare due cose: se sono sicuro di qualcosa è dell’imperfezione dei miei scritti, e anche dell’imperfezione di tutte le cose di questo mondo in cui nessuno, ma proprio nessuno, è perfetto. La durezza del mio commento allo scritto del signor Di Mella è dovuta alla durezza delle accuse rivolte da detto signore al Presidente Napolitano; e poi a U. Eco, ad Alberto Asor Rosa e persino a Fiorella Mannoia, a suo giudizio colpevoli di essere di sinistra (se no di che cosa?). E con questo chiudo anche la polemica con il signor Joseph: non ne vale proprio la pena, dal momento che non riesce a leggere (né a capire) interamente quello che scrivo.

    Fulvio Sguerso

  4. Tre pseudo comunisti, con differenza di intendi.
    Il più importante per la vostra democrazia è stato l’unico comunista che, negli anni settanta, potesse andare negli USA.
    Questo era molto strano ……….però alla luce dei suoi comportamenti attuali si è fatto “sgamare”: probabilmente era un infiltrato ed oggi si è manifestato il vero “uomo” servo dell’alta finanza internazionale.
    La donnina è solo una radicalscic che con i suoi milioni si permette, con tanta ipocrisia, di parlare del sociale. Da parte sua ci vorrebbe solo pudore.
    L’ultimo, il vero “comunista”:Alberto Asor Rosa.
    Uomo coerente, che da sempre combatte l’alta finanza ed i suoi tentacoli. Lui ha visto giusto sulle invasioni militari che pretendono di esportare la democrazia occidentale sulle punte delle “baionette” e non si è curato di porsi fuori dal giro…..dei potenti.
    Di Asar Rosa condivido moltissime sue lotte e non troverei nessuna remora ad appoggiarlo nelle sue denunce.
    in bocca al lupo

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