Nelle librerie “ Don Leone Iorio, un esorcista meridionale”
Proprio in questi giorni è arrivato nelle librerie cattoliche il testo che ho scritto insieme alla professoressa Cassano “ Don Leone Iorio. Un esorcista meridionale” edito dalla Segno di Udine Non ringrazierò mai abbastanza la Prof.ssa Maria Matilde Cassano per aver aggiunto in questo libro i suoi ricordi personali su un caratteristico sacerdote del meridione d’Italia: don Leone Iorio. La Prof.ssa Cassano con una gustosa raccolta di episodi biografici sul parroco di Andretta, realizza nella seconda parte di questo libro il desiderio espresso nella premessa di un altro libro su don Leone, intitolato: “Il vero apostolo del Signore”, dove l’autore Massimiliano Finamore presentava anche lui una serie di racconti che hanno come base le sue esperienze di vita con il prete della provincia di Avellino. Finamore scrive che quella sua pubblicazione è “un’opera che non ha la presunzione della completezza, considerata, la poliedrica figura del personaggio, ma che vuole rappresentare uno stimolo continuo affinché questa figura esemplare non venga dimenticata dalle persone che hanno ricevuto la grazia di conoscerlo. Persone che, adesso hanno l’obbligo morale di tramandare ai posteri il suo patrimonio spirituale, attraverso la pubblicazione di altri testi più completi”. Ritengo che la Prof.ssa Cassano, attraverso questi suoi flash che si leggono tutto d’un fiato e che hanno un piacevolissimo gusto narrativo, abbia ben focalizzato uno degli aspetti del ministero sacerdotale di don Leone: quello dell’esorcista. Io, don Marcello Stanzione quando ero un giovanissimo sacerdote, ho conosciuto personalmente don Leone, negli ultimi anni della sua vita quando già era assai vecchio e per di più la sua vita così movimentata e stressata lo rendeva di aspetto esterno ancora più vecchio ed era anche alquanto svampito di testa.. Umanamente parlando conduceva una vitaccia niente affatto invidiabile perché era continuamente invaso dalla gente che in genere non si faceva scrupoli, pur vedendolo così affaticato ed ammalato, di prenderlo e di portarlo in giro per mezza Italia per chiedergli preghiere di liberazione, esorcismi o una semplice benedizione della casa. Don leone non sapeva e non voleva dire no ed era costretto ad una vita dai ritmi impossibili anche per cento preti più giovani e forti di lui. Due cose mi hanno sempre colpito di don Leone: il non appoggiarsi ad alcuna sicurezza materiale e la sua vita di preghiera. Era un prete povero veramente. Aveva un abito talare rattoppato e pieno di macchie e faceva l’autostop, non aveva alcuno che lo accudisse e se mangiava si nutriva di quello che la gente gli portava. Come ha acutamente osservato la Prof.ssa Cassano, che per anni l’ha accompagnato in giro a fare le benedizioni, se don Leone avesse conservato le offerte di denaro che i fedeli gli davano spontaneamente sarebbe diventato uno dei preti più ricchi d’Italia, invece dava tutto ai bisognosi. Nella sua chiesa il Santissimo Sacramento era quasi sempre esposto solennemente e diverse volte l’ho sorpreso quasi in estasi dinanzi all’ostensorio. Ricordo specialmente che aveva un grande amore per la Madonna. Era un uomo di profonda cultura e leggeva molto ed era dotato di spiccata sagacia e il suo affetto alla Madonna si basava non sul devozionismo pietistico ma su una salda base teologica. Mi diceva che da anni aveva il desiderio di scrivere un libro sulla Madonna, il testo lo teneva tutto pronto nel suo cervello ma non aveva il tempo di metterlo sulla carta. Ricordo come sottolineasse l’importanza della preghiera del Santo Rosario per sconfiggere il demonio a tutti i livelli. I suoi esorcismi e le sue preghiere di liberazione erano fondamentalmente il Rosario meditato, recitato con calma insieme ai sofferenti (posseduti oppure persone con disturbi psichici). Il Papa Paolo VI anni fa pronunciò una frase che è divenuta poi assai celebre: “Il mondo non ha bisogno di maestri ma di testimoni” e la Prof.ssa Cassano con questo suo prezioso contributo di ricordi personali ci presenta nel libro che è stampato a quindici anni dalla morte del famoso esorcista, la figura di un umile parroco di paese che fino al suo ultimo istante di vita è stato un testimone eroico del Cristo Buon Pastore che dà la vita per le sue pecorelle. Il giorno del suo funerale alla fine della messa funebre il sindaco di Andretta, il sig. Caputo, parlando della vita del suo parroco affermò : “ Sei vissuto tra gli umili e per gli umili, per i potenti, per i poveri e per i ricchi, per i bisognosi per gli abbienti. Hai bussato, a tutte le ore, alle porte delle nostre case”, continua Caputo, “sei entrato senza molti convenevoli in punta di piedi, ti sei seduto a tavola con noi, hai evangelizzato richiamandoci sempre alla legge dell’Amore divino. A chi, qualche volta, ha tentato di schernirti e di offenderti, hai sempre risposto con un sorriso radioso; a chi ti ha chiesto aiuto, hai dato tutto te stesso; a chi si lasciava travolgere dalle passioni e dal materialismo, hai insegnato a pregare per allontanare le tentazioni del maligno. Hai visitato i carcerati, gli oppressi, gli ammalati e vestito chi era nudo; hai liberato tante anime dal potere di satana; hai ricostruito matrimoni vacillanti; hai menato vanto che nessuno hai convertito chi non conosceva l’amore. Hai dissodato un campo arido, raccogliendone frutti, hai speso bene i tuoi talenti e non hai accumulato ricchezze in terra!”.