A te che leggi…dopo mezzanotte “Al di là del tempo!”
Giuliana Rocci
Certi amori non finiscono…fanno dei giri immensi e poi ritornano, amori indivisibili, insuperabili, irreparabili…ma Amici Mai!!! Venditti la sa lunga in tema d’amore, non solo nelle sue streganti canzoni di nostalgia. Ciò che il cuore non dice, perchè la ragione frena l’inevitabile. Ma, quando le stelle sono a dettare il corso degli eventi, inutile andar contro il cielo, anche se contro il tempo. Certi ricordi, finiscono per inzuppare i giorni stanchi, quando gli anni rischiano di lasciar andare la voglia di vivere; accasciando quello sprint euforico, che solo l’adrenalina sa dare! Si ritrova ciò che non s’è mai perso: il volto dell’altro, malgrado sepolto dietro i mille sfilanti il presente; le risate, acqua passata; la sua timidezza, non ancora superata dagli anni. E capita nel momento in cui si crede, quell’amore sepolto, essendo riusciti ad imbastir bene anche la repressione, frenando acrobaticamente ciò che s’è portato per anni dentro, dal primo incontro: in una sera banale, senza una ragione. Anonima di nostalgia: inchiodata a ieri, ancora con la penna sospesa tra i ricordi e il cuore. Credendo illusoriamente d’aver rimosso certi moti del cuore: acqua passata, sotto lo scorso millennio, anche se il nuovo, atteso insieme. Ma, per quel sesto senso, che a volte rende certi umani, vati d’eventi inattesi, si ritrova a riacciuffare il suo numero di cellulare, che non ha mai rimosso dai suoi neuroni. Lo chiama come se fosse da un attimo che non lo sente, anche se da un po’. Poi, per quelle strane circostanze che a volte non risparmiano i comuni mortali, si rende conto che non si sono mai persi, non avrebbero potuto, tengono troppo l’uno all’altra, mai smarriti perchè un tuttuno inspiegabilmente e che lui ha bisogno di lei più che mai. Perchè si ritrova incasinato, più che mai: al centro d’un universo, in cui in tanti gli s’appoggiano, fingendo di sostenerlo. E lui, prolassato nella sua stessa voglia di vivere, ormai stretto in una camicia di forza abitudinaria, si autosuggestiona, nel volersi ricaricare. Tenta, si affatica, nel darsi del soddisfatto a vele abbassate. Lo vuol far credere più a se stesso, che agli altri. Intanto, mentre sgranocchiano patatine al bar di fortuna, sotto una complice luna, unica a saper di lacrime e di centinaia di notti insonni, guardandolo in quel concesso appuntamento procrastinato da mesi, si rende conto che lui, sempre lo stesso: ancora incapace di stappare quello che si porta dentro. Quel che il suo cuore non dice, lei l’interpreta ormai, perchè lancia strali in mille modi: la sua, la guerra del silenzio! Ormai sfibrata da quella insicurezza che s’è trascinata per anni, nel voler capire almeno fino a che punto fosse importante per lui… Un tempo, in cerca di conferme: pronta a tutto, anche a rompere definitivamente, quante volte promesso a se stessa e poi a lui, esasperata dai suoi silenti assensi. Ricordi anestetizzanti, gocce d’euforia, dei suoi sorrisi ammiccanti, delle sue furtive smanie dialogiche, gettate sul banale per non affondare il bisturi della similitudine. Ora, a distanza di migliaia di giorni, non un armadio stipato di ricordi, ma un grattacielo, affastellato di attimi. Quelli a volte in apnea, fiduciosi che alla fine, la clessidra avrebbe avuto pietà dell’attesa, sbilanciando conferme ad un sentire. Guai a giocare col cuore: a barattare i sentimenti, in nome di algebriche equazioni convenzionali. Già successo: tanti anni addietro, una sera, tra tante. Letteralmente a pezzi dinanzi alla cruda realtà: l’esistenza dell’altra. All’epoca, una prostrazione durata giorni, una gelosia folle: la consapevolezza della sua mancata libertà! Poi, col tempo, certe verità, bruciano di meno. I giorni, assolvono alla loro crociata mediatoria. Illudendo che il passato, non ritorni. Ed invece “Certi amori, non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano…” e lei si ritrova una sera in pubblico, sotto lo sguardo pubblico, ormai più che mai personaggi pubblici, a riviver la stessa scena di oltre un decennio addietro. La reazione, peggiore di quella passata. S’accorge che l’altra non lega proprio con lui, volutamente appiccicata, un’estranea: lui, chiuso nella sua solitudine, malgrado lo sciabordìo intorno e le sirene familiari, tentino di lusingarlo …e lei, gelata d’estraneità, sentendosi fuori luogo…non riesce neanche a fronteggiare i suoi occhi nei quali spesso si confonde,… in fondo, lui non l’ ha mai trattata come qualcosa di speciale, mai detto nulla d’esplicito, optando per secoli al gatto col topo…poco tempo per ritrovare i cocci del cuore, quelli che qualche sera prima aveva annegato in un bitter bianco, dinanzi alla sua frettolosa tosse, compagna della sua timidezza. In fondo, lui, non aveva ancora perso le ali da Peter Pan, ma senza di lei, non sarebbe stato più capace di volare…forse, guardandola prima del furtivo bacio sulla guancia, sotto un pallido lampione stupefatto, aveva capito che ormai la sua vita senza di lei non avrebbe avuto più grinta. Stringendo l’ultimo metro d’asfalto sotto il suo studio, alzando gli occhi al cielo lei si chiedeva perchè il cielo, avesse dimenticato che, in terra, i giorni contano, come i mesi, gli anni, le ore e che anche le attese…hanno i loro tempi! In oltre 16 anni tante cose cambiate, tranne il rapporto, fermo al palo come il primo giorno, sempre pronto a decollare…ma anche i sentimenti, malgrado il tempo, gli stessi dei primi tempi: nell’ infilarsi in macchina “Ancora ” a squarciagola di Mina… inutile andar contro il cielo, malgrado l’attesa nel tempo!!!Ma, a pensarci bene, un piccolo passo, lui l’aveva fatto: se non altro non si ribellava alle sue conclamanti dichiarazioni affettive ogni giorno…chi tace acconsente? Stancamente verso casa, il pc per accendere gli ultimi link sul suo volto da postargli, prima di ritrovarlo tra le suggestioni di un’altra serata ad occhi chiusi!