Due domande

Angelo Cennamo

Franco Lamolinara era un ingegnere italiano che ha lavorato per diversi anni in Nigeria. A maggio dello scorso anno, venne rapito e tenuto in ostaggio da un gruppo islamico. L’altro giorno, nel corso di un blitz eseguito da una pattuglia di militari inglesi, uno dei suoi carcerieri lo ha freddato con  un colpo di pistola. E’ già successo altre volte che un italiano venisse ucciso da terroristi internazionali o dal fuoco amico di soldati alleati, in zone di guerra o comunque in aree geografiche particolarmente esposte ad attentati o azioni di guerriglia. E’ ancora vivo il ricordo del tragico incidente capitato a Nicola Calipari, il funzionario incaricato di portare in salvo Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto rapita da una cellula di Al Qaeda, mentre si aggirava in una zona off limits di Baghdad per realizzare dei reportage per il suo giornale. Calipari perse la vita ad un posto di blocco americano perchè un marine ( Mario Lozano) non riconobbe l’auto italiana e le sparò contro. Così come grida ancora vendetta l’uccisione di Fabrizio Quattrocchi, l’agente di scorta passato a miglior vita mentre con fierezza rivendicava la sua identità di italiano. Mai o quasi mai, però, era capitato che un ostaggio venisse ucciso nel corso di un’operazione militare della quale il governo fosse rimasto all’oscuro fino all’ultimo. Con l’ing. Lamolinara è accaduto. Il primo ministro Cameron, stando alle ricostruzioni dei giornali, avrebbe avvertito la Farnesina della morte dell’ostaggio, a blitz eseguito. Secondo altre versioni, compresa quella del premier londinese, gli italiani, in realtà, sarebbero stati informati per tempo e l’indignazione manifestata delle nostre autorità sarebbe quindi priva di fondamento e del tutto immotivata. Prima domanda : cosa sarebbe successo se al governo del Paese non ci fosse stato Mario Monti, ma Silvio Berlusconi?  Massimiliano La Torre e Salvatore Giron sono due fucilieri del battaglione San Marco della marina militare italiana. Il 15 frebbraio scorso sono stati arrestati in India con l’accusa di omicidio volontario per aver ucciso due pescatori del posto. I due marò si trovavano imbarcati su una petroliera, nell’Oceano Indiano, per difendere l’equipaggio da eventuali attacchi da parte della pirateria, che in quelle acque sono particolarmente frequenti. A nulla sono valse le giustificazioni espresse del nostro ambasciatore e dal ministro degli esteri Terzi in difesa dei militari : i giudici indiani li hanno sbattuti in cella ed ora i due sventurati rischiano la pena di morte. La vicenda è clamorosa e sta creando un precedente pericolosissimo, oltre che una crisi diplomatica senza eguali. Al di là, infatti, dell’effettiva dinamica dello scontro, la più alta ragion di Stato imporrebbe alle autorità indiane non solo di assecondare e di tutelare la funzione difensiva alla quale sono stati chiamati i due marò, ma suggerirebbe anche di non logorare i rapporti internazionali con una nazione amica come l’Italia. Seconda domanda : può permettersi un governo, riverito ed osannato in tutto il mondo per la sua sobria capacità di risanare i conti pubblici, di non avere uno politica estera chiara, comprensibile ed efficace, che eviti al Paese delle mortificazioni così indecorose?

3 pensieri su “Due domande

  1. @Angelo:

    Prima risposta – Al solito, avrebbe ricevuto critiche da opposizione, ex-alleati e parte della stampa, dopodiché lui e suoi, evitando di rispondere direttamente alle domande, avrebbero fatto qualche dichiarazione caustica contro chi li criticava e la cosa si sarebbe chiusa in pochi giorni, polemicamente (e poco costruttivamente), come è stato per tutti i venti anni precedenti, chiunque ci fosse al governo;

    Seconda risposta – Questo governo è pronto e capace in alcune questioni ed è assolutamente da rodare in altre. Giacché si tratta di un governo a tempo, non credo proprio che avrà il tempo di fare un buon rodaggio in politica estera.

    Una domanda: al di là del discorso sulle acque internazionali, ma per quale motivo all’India dovrebbe interessare di più la tutela della funzione difensiva dei marò italiani che la vita di due civili indiani? Perché la vita di due civili indiani dovrebbe valere per loro meno della difesa di una petroliera italiana?

  2. Assolutamente no. Ma è impossibile ritenere che i due marò abbiano sparato ( ammesso che lo abbiano fatto) con la volontà di uccidere. Così come è impossibile ritenere ( ma qualcuno lo pensò) che Mario Lozano abbia voluto uccidere coscientemente Nicola Calipari.

  3. @Angelo:

    di casi “strani” in ambito militare ce ne sono parecchi: in questi ultimi giorni c’è stato quello del militare USA in Afghanistan -apparentemente impazzito- che ha cominciato a sparare ai civili di un paio di villaggi afghani.

    Più vicino a noi geograficamente (non nel tempo) c’è il comportamento folle di due piloti dell’aviazione USA che, probabilmente al fine di registrare un video con la bravata di passare al di sotto dei fili di una funivia italiana (Cermis), la fecero direttamente precipitare, con tutti i passeggeri.

    Cosa voglio dire: che sono noti casi di militari impiegati in missioni all’estero che perdono la brocca (mentre scrivo “brocca” mi vengono in mente Abu Grahib e lo scandalo degli italiani in Somalia, oramai diversi anni fa).

    Potrebbe essere successa una cosa del genere: uno magari non spara per uccidere ma spara perché ha fuso o ha paura o altro.

    Questo non vuole assolutamente dire che sia la regola: c’è un 99% di militari a cui tutto questo non succede. Ma sempre uomini siamo, non robot.

    Poi si deve definire cosa voglia dire “sparare per uccidere”: intanto abbiamo i morti (quindi qualcuno si è riusciti ad uccidere), poi sarebbero stati sparati (dicono) 24 colpi (che sono riusciti a colpire mortalmente persone disarmate)…

    Insomma, non è un caso facilissimo, con tutta la buona volontà (e nemmeno chiaro, ad esempio mi chiedevo se per caso non ci vengano taciuti dei dettagli).

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