Il rivale di Alfano è Casini

Angelo Cennamo

Da anni uno dei crucci del centro destra è quello di non essere riuscito a stringere una nuova alleanza elettorale con l’Udc di Casini. Ma come è possibile? – Si chiedono i berlusconiani più moderati ed inclusivi – facciamo parte entrambi della grande famiglia dei popolari europei, e qui in Italia non siamo capaci di creare un fronte comune contro le sinistre? Il ragionamento non fa una grinza : del resto, se andassimo a verificare i punti salienti dei programmi dei due partiti, le divergenze che salterebbero agli occhi sarebbero pochissime e di scarsa rilevanza. Eppure Casini non sembra avere alcuna intenzione di abboccare all’amo dei suoi ex colleghi di coalizione : preferisce  rimanere sulle sue e strizzare l’occhio a tutti, a destra come a sinistra, a cominciare dal presidente del consiglio, con il quale sta vivendo una vera e propria luna di miele. Per l’ex delfino di Berlusconi, infatti, Mario Monti è l’uomo della provvidenza, il salvatore della patria, e chi osa schierarsi contro di lui non comprende quali rischi fa correre al Paese. Le qualità strategiche di Casini sono arcinote : il centrista brizzolato pondera e calcola ogni sua mossa e non lascia mai nulla al caso. Il suo sogno è quello di dare vita ad una coalizione allargata e perenne – a certe latitudini viene chiamata metaforicamente : “Il mazzo di carte” – al centro della quale il nostro “Pierfurby” vorrebbe adagiarsi comodamente per fare e disfare qualunque trama della politica. Un’ammucchiata di moderati, liberali, socialdemocratici, tutti insieme appassionatamente per difendere il bene comune, che in questo momento per Casini è incarnato da Mario Monti : il magnifico rettore, la competenza fatta persona, il Padre Pio di Palazzo Chigi capace di ribaltare lo spread, rilanciare l’economia, ridare fìducia ai mercati, slancio alle professioni e una stretta all’evasione. E’ un sogno quello del saggio democristiano, o la sua è pura strategia ad personam? Per escludere la prima ipotesi, provate ad immaginare cosa sarebbe accaduto in questo preciso momento – in piena recessione, con la pressione fiscale oltre la soglia del 50%, con l’inflazione e la disoccupazione in salita, con la benzina a due euro al litro e l’iva presto al 23%, con le banche che prendono in prestito miliardi dalla Bce al tasso dell’1% e poi negano fidi di poche migliaia di euro a dei disperati che arrivano a suicidarsi,  e con dei cittadini italiani che in giro per il mondo vengono uccisi o fatti prigionieri senza sapere il perchè – se al governo del Paese ci fosse stato Silvio Berlusconi. Avete la più pallida idea di quale putiferio sarebbe scoppiato se al centro di questo scenario così funesto, ma furbescamente edulcorato dalla stampa compiacente ed accomodante, non ci fossimo ritrovati il professore sobrio della Bocconi, ma quel buontempone allupato del Caimano? Altro che fronte comune e grandi coalizioni : il Berlusca ce lo saremmo mangiato vivo! L’idea di Casini però non è così strampalata ed avveniristica. Il leader dell’Udc, come dire, è in aspettativa : con l’uscita di scena del Cavaliere, infatti, egli punta a succedergli, sia pure dall’esterno e con metodi alternativi a quelli più ortodossi delle primarie. Per essere chiari, il grande partito dei moderati al quale ambiva l’ex premier e che oggi vorrebbe realizzare il suo erede, Angelino Alfano, alla fine lo potrebbe costruire proprio lui, Casini. Gli basterebbe far confluire nel terzo polo le schegge dissenzienti del Pd e del Pdl, aggregare, a queste, forze fresche come la fondazione di Montezemolo ed un possibile raggruppamento di Bonanni, in libera uscita dalla Cisl. E per la leadership del nuovo schieramento reclutare, magari, uno degli attuali ministri del governo tecnico : Passera e Riccardi, i nomi più accreditati. Il progetto di Casini è sicuramente ambizioso, almeno quanto quello di Alfano, che dal suo osservatorio vorrebbe invece allargare i confini del Pdl al netto della Lega e guardare oltre la destra, come già Tatarella invitava a fare l’indomani di Fiuggi. Proprio per questo il pupillo di Berlusconi farebbe bene a giocarsi le sue carte con astuzia, e senza inseguire a tutti i costi l’alleanza con i centristi, impegnati nella sua stessa operazione strategica. Prima ancora di battere Bersani ed offuscare la foto di Vasto, Alfano dovrà, infatti, sconfiggere il suo alter ego Casini, ed intestarsi in esclusiva il brevetto di moderato, di cattolico e di liberale.    

5 pensieri su “Il rivale di Alfano è Casini

  1. ti stai letteralmente mangiando il fegato e questo continua ad offuscarti. vedi ombre, non riesci a definire i contorni delle cose.
    sulla questione che casini vuole fare il presidente sono d’accordo ed è palese.
    ed è stato proprio casini, persuadendo fini -che ha aperto gli occhi appena in tempo prima di fare una brutta fine- a far saltare tutto il circo brianzolo di berlusconi. a fuoco lento lo ha brasato e gli ha reso l’esito evidente tanto che il poverino, più piccolo di quello che è, ha calato il capo ed ha preso la via della porta da solo per salvaguardarsi i fattacci suoi.
    sarà una grande ammucchiata?
    forse si, forse è l’unica strada che hanno questi vecchi partiti della seconda repubblica per sopravvivere e non essere spazzati via dal popolo per la loro evidente incapacità di governare e prendersi responsabilità. hanno bisogno di tempo, di una tregua, per recuperare i motivi della loro esistenza visto che al momento si sono rivelati inutili ed incapaci.
    per la parte centrale del tuo articolo dimostri ancora di avere due grosse fette di prosciutto sugli occhi e di avere messo la testa sotto la sabbia quando ti sarebbe toccato di denunciare il guoio che stavano combinando i berlusconi, bossi, tremonti, calderoli etc… non allora tu non hai fatto niente anzi suonavi un disco stonato e ripetitivo fatto di libertà, liberismo, comunismo e intanto ci cucivano le pezze al culo.
    beh, mi dispiace per te ma ormai lo spread sotto 300 è la prova provata che tutto il casino dipendeva dal piccolo brianzolo pelato e tutta la sua corte! ultima annotazione ho l’impressione che in questo frangente ricostruttivo della credibilità nazionale il pdl più che alternativa a monti si stia qualificando per la difesa di tassisti, farmacisti e avvocati. come al solito si stanno dimostrando un partito di visione di nicchia.

  2. Con il governo Berlusconi ( 2008 – 2011) lo spread ( parola del tutto ignorata fino a qualche mese fa) ha toccato mediamente i 150 punti. Solo da ottobre 2011 è schizzato oltre i 500 punti,rimanendo oltre quella soglia anche con Monti.

    Il “casino” non dipendeva dal “brianzolo” come dici tu, ma dall’euro e dalla crisi greca. Se quel brianzolo fosse ancora al governo con la benzina a 2 euro a litro, con la tassazione tra le più alte al mondo, con il debito pubblico in crescita, così come la disoccupazione e l’inflazione, il fegato te lo saresti mangiato tu, non io.

    Saluti – AC

  3. E’ solo una lotta fra vecchi democristiani.
    Solo una questione di puro potere senza alcun fine “politico”, nel senso VERO della parola.
    in bocca al lupo

  4. @Angelo:

    mi associo a lupo solitario: in effetti, se quando scese in politica Berlusconi voleva rappresentare “il nuovo” e “la rottura con il passato” (anche se di fatto era il vecchio molto ben impacchettato), questi due sono evidentemente due democristiani. L’unica differenza che vedo è che Alfano è un democristiano telecomandato da Silvio, mentre l’altro, almeno apparentemente, è un democristiano autonomo.

I commenti sono chiusi.