Italia Paese dalla “democrazia ammalata”
Il nostro Paese vive il grave disagio di una profonda crisi di democrazia. Manca, purtroppo, l’elemento più importante, ossia l’anima della democrazia reale che è il popolo; il popolo protagonista; il popolo che partecipa nelle scelte importanti del Paese; il popolo attore e non comparsa. Il cittadino, come insieme di popolo è ormai, del tutto assente, con conseguenze gravi per un percorso di rappresentanza vera e concretamente democratica. La crescita di questo vuoto democratico è dovuta soprattutto alla profonda crisi dei protagonisti reali della democrazia, che necessariamente si deve esprimere attraverso la politica, fatta da una rappresentanza d’insieme, organizzata in partiti che gestiscono il libero consenso attraverso il voto e danno vita al sistema parlamentare, la casa comune della democrazia partecipata di tutti gli italiani. Ma, purtroppo, così non è. Perché ci ritroviamo in una così grave crisi sistemica che ha ormai inceppato il funzionamento democratico del Paese e dell’intera organizzazione della rappresentanza? Perché il nostro è un Paese ammalato? Un Paese in grave crisi di identità, con un profondo malessere sociale ed umano e soprattutto con una sempre più crescente debolezza centrale della rappresentanza, in tutte le sue parti? Al vivere insieme si preferisce il vivere in solitudine; il vivere in disparte ed in silenzio. Tutti subiscono il fragore della piazza mediatica, dove ciascuno pensa di fare politica gridando, parlandosi addosso e non facendo così capire niente, assolutamente niente del messaggio che si intende trasmettere al cittadino ed alla comunità politica di riferimento. La crisi italiana è soprattutto di conoscenza, di saperi, di comunicazione autentica. Nel nostro Paese non c’è democrazia vera, perché manca la cultura della democrazia; manca la conoscenza delle regole a base dell’organizzazione politica e sociale prevista dalla Costituzione che rappresenta per tutti, il riferimento concreto della vita democratica, attraverso il corpus delle leggi per l’intero funzionamento dell’insieme democratico. Mancano i riferimenti saggi di quanti hanno dedicato la loro vita di pensiero ed il loro impegno del fare, al bene comune, all’etica condivisa, ai valori importanti e soprattutto a mettere insieme un corpus sociale che sappia realizzarsi, realizzando il meglio di se stesso, nel rispetto degli altri e delle buone leggi, presupposto e base anche della buona politica e della buona società. Il non rispetto, la degenerazione, ha prodotto e produce malessere e sofferenza diffusa, creando situazioni di altrettanto diffusa malasocietà e malapolitica. Per risollevarsi dai mali che affliggono la società e con la società ciascuno di noi, occorre ripercorrere le dimenticate vie del sapere con radici lontane, ma assolutamente necessarie oggi per una buona dimensione umana e per buoni e saggi comportamenti di tutti NOI. È una necessità inderogabile, affinché ciascuno possa essere attivo protagonista del proprio sistema sociale; è un dovere-necessità per riprendersi il ruolo di uomo-protagonista legato ai propri simili non solo attraverso i sacri vincoli della famiglia, ma anche e per quelli della società d’insieme e della comunità politica, non un optional, ma una necessità di appartenenza per tutti.