Giornalismo e potere
Giuseppe Lembo
Le anomalie italiane, purtroppo sono tante e non finiscono mai di sorprenderci. Una grave anomalia per la libertà di pensiero, per l’autenticità della comunicazione e per l’impegno libero e democratico proprio del giornalismo libero e democratico, è il ruolo servile dei giornalisti, cassa di risonanza del potere, con un rapporto di subalternità, assolutamente indecente. La libera stampa nel nostro Paese è un sogno purtroppo lontano; un mito irraggiungibile; è carico di ipocrisie e di falsità, parte di un sistema di potere che per governare e sgovernare, prima di tutto, riduce in schiavitù la libertà di pensiero, compromettendo così, la più generale libertà, come diritto inalienabile della persona umana. La stampa serva del potere, il giornalismo voce del padrone, ossia di chi comanda, fa del nostro Paese, un Paese dalla democrazia assolutamente imperfetta e dagli orizzonti umani e culturali sempre più limitati. Basta sfogliare gran parte dei giornali italiani per rendersene conto; ma non è un problema di sola carta stampata. Il servilismo giornalistico sfacciatamente evidente e/o camuffato in spettacoli di intrattenimento è un male endemico soprattutto nel mediatico; la televisione, pubblica o privata che sia, è fortemente contaminata dal potere, di cui i giornalisti sono cavalier serventi, se non veri e propri servi sciocchi, pronti a produrre notizie condite da opinioni tendenziose ed assolutamente fuorvianti, con l’obiettivo di compiacere il potere da cui dipendono e che crea il proprio modello di informazione blindata per conservarlo il più a lungo possibile, assolutamente indifferenti alla società, al popolo sovrano, alla democrazia che possono attendere tempi migliori ed altre primavere per esprimersi da cittadini di un mondo libero e da protagonisti nella società, partecipando negli spazi di un’agorà democraticamente significativa che di fatto non esiste più, se non nel solo ricordo. Tutto questo è l’espressione di un profondo malessere e di quel fallimento italiano ben visibile in tutto quello che facciamo ogni giorno. Purtroppo, abbiamo conferme e riscontri certi di tante e tali cose che non funzionano e che rendono sempre più precarie le condizioni dello stare italiano nel mondo, a partire dall’Europa, dall’Occidente e quindi nella dimensione di Terra-Stato che dobbiamo incominciare a capire che ci appartiene, per evitare disastri alle future generazioni, condannate senza appello da noi sudditi irresponsabili, assolutamente incapaci di gestire il vero ruolo di cittadini del mondo, attenti all’uomo, partendo dal proprio territorio e più in generale dal proprio Paese, tradito dall’indifferenza dei tanti, assolutamente insensibili al ruolo della cultura, per cui non riescono a capire la propria dimensione di veri uomini sulla Terra.