Sfilata atea!
Perché protestare? Perché sfilare? Perché osannare diritti? Lo sciopero, quando venne fuori dalle masse operaie, per la tutela del diritto del lavoratore, sfruttato dal padrone di turno, mal pagato e bistrattato nella sua tutela sanitaria, aveva una genesi riconducibile ad una dignità che doveva scortare l’operaio e garantirne il libero impiego. Da quella polverosa ascesa per lo Statuto nel 1970, tante battaglie. In piazza, in strada, sempre quando si vuol gridare la propria o farsi valere, anche sollevando i pugni se necessario. La ‘Woodstock’ degli atei: in una America religiosissima, che ancora tiene alla spiritualià nella figura istituzionale che la rappresenta: circa 30.000 atei, per proclamare la loro assenza di Dio “Rally della ragione” a detta del presidente David Silverman. Un’uscita allo scoperto, per chi ancora non professa apertamente la sua mancanza di fede. Infatti, gli atei, basano la loro vita sulla filosofica convinzione che il sacro, mera invenzione . In Italia circa 9 milioni i non credenti, compresi gli agnostici; negli ultimi anni, il boom extracomunitario ha creato un mosaico religioso, che incrementa l’Islamismo. Nel rispetto di ogni sorta di religiosità, di credo, non si comprende perché bistrattare, deridere, offendere i credenti, come spesso hanno fatto gli atei, arrivando perfino a profanare le manifestazioni del sacro, con simbologie caricaturali. Se credere, un dono, rispettare un dovere civico!
Che strano. Ho sempre pensato da uomo che pensa di non avere dati sufficienti per stabilire se c’è un Dio oppure no, dovesse avere rispetto per qualunque senso religioso non invadente la società e il potere. Che bisogno c’è di sfilare? Avrebbe più senso sfilare (almeno da noi) per l’abolizione dell’otto per mille.
E’ un dato confortante che atei e agnostici siano in crescita: è un segno che il potere romano diminuisce e sposta la sua area di influenza nel sud del mondo. E’ un bene che i seminari siano vuoti e che i pochi rimasti siano così ben consapevoli della loro missione pastorale. Un tempo si faceva il prete “per mestiere” specie nelle famiglie numerose del bergamasco. Disapprovo in genere ogni sfilata che enfatizzi ciò che si è.
Sono d’accordo, cara e illustre Direttrice, dr Rita Occidente Lupo,
Tuttavia bisognerebbe capire meglio il senso libertario di un popolo , come quello americano che , a mio avviso, è in condizione di esprimere contesti religiosi che sono esistenti nel mondo intero.. L’America è un paese molto, ma molto diverso da tutti quelli esistenti sulla Terra. Basta pensare che in tale sfolgorante Paese non manca la presenza di almeno un individuo proveniente da un più piccolo angolo del mondo.. Se infatti si volesse avere la sensazione di trovarsi in una “babilonia”linguistica , di abitudini differenziate, di lingue diverse, di infinite pietanze internazionali, di colori di razze diverse o di credenze religiose o meno , deve vivere per un poco in quel meraviglioso Paese..
L’america ha la sua ineguagliabile democrazia che accetta, senza preamboli, ogni tipo di differenziazione anche in tema di credo.: chi ci dice che la nostra tanto amata religione sia la migliore ? Lo diciamo noi? Eppure vi sono miliardi di individui sparsi nei nostri Continenti della Terra che la pensano diversamente da noi. Siamo noi nella ragione o lo sono , per caso, loro?
Allora, secondo me , visto che nessuno al mondo può aver ragione, ben vengano rispettati anche gli atei, visto che lo sciopero avviene nel Paese dove avviene più la “Babilonia” ovvero, la meravigliosa e democratica America. Cordialità e viva l’America!