Eboli: Istituto a Custodia Attenuata per tossicodipendenze udienza dal Papa
Il 14 marzo scorso una delegazione dell’ Istituto a Custodia Attenuata per il Trattamento delle Tossicodipendenze di Eboli ha preso parte all’Udienza Generale del Santo Padre, in Piazza San Pietro. Tra i 50 “invitati” 11 detenuti che hanno ottenuto dal Tribunale di Sorveglianza un premesso premio. Gli stessi hanno racoto in dono al Pontefice alcuni doni realizzati all’interno dei vari laboratori attivi nell’Istituto: un ulivo bonsai, una piatto in ceramica vietrese raffigurante lo storico Castello Colonna, sede della Casa di Reclusione, ed una stola in seta. Con la loro presenza i detenuti dell’ Istituto Ebolitano hanno ringraziato il Pontefice per l’ attenzione verso la condizione di quanti si trovano a vivere questa “pesante, particolare condizione”, manifestata non solo in occasione della visita al carcere romano di Rebibbia. La “tarsferta” romana dei detenuti del penitenziario di Eboli è il segno inequivocabile degli sforzi che l’Amministrazione Penitenziaria sta portando avanti nell’ottica dell’ apertura dell’ Istituzione e dell’ integrazione sociale dei suoi utenti. La iniziative che ormai da anni si realizzano, in tal senso, nell’istituto ebolitano sono in realtà molteplici. Importante non solo la quantità ma anche la qualità degli interventi realizzati a favore di un’utenza che può fruire di un trattamento veramente avanzato e che la vede coinvolta a trecentosessanta gradi, sia sotto il profilo terapeutico-riabilitativo che sotto quello trattamentale. Interventi tutti che consentono di collocare l’ ICATT di Eboli tra le eccellenze italiane, con riconoscimenti anche formali da parte di importantissimi organismi nazionali, tra cui la Presidenza del Senato, ed internazionali (Commissione Europea) nel cui ambito si è esplicata la sua attività. In tal senso il concluso progetto finanziato dalla Commissione Europea sull’ e-learning in carcere al quale vanno ad affiancarsi i nuovi sei progetti europei presentati in partenariato con Turchia, Grecia, Spagna Lituania e Polonia. L’ultima importante iniziativa, fortemente voluta dal Direttore, Rita Romano è stata sollecitata dall’ Arcivescovo, Mons . Luigi Moretti in occasione della visita pastorale del dicembre scorso ed è stata realizzata grazie all’apporto del Cappellano don Alfonso Raimo, la stessa afferma il direttore “è frutto della sinergia ormai collaudata tra i vari operatori, interni ed esterni all’Istituto, grazie ai quali, nonostante le forti criticità derivanti dalla crisi che ha colpito ogni settore, dunque anche il nostro, si riescono a realizzare e mantenere all’interno della Casa di Reclusione di Eboli elevatissimi standard qualitativi sia per quel che riguarda la vivibilità, sia per quel che riguarda gli interventi in favore della popolazione detenuta”. Per l’Udienza Papale, continua il direttore, “sento di dover ringraziare non solo il nostro arcivescovo ed il nostro cappellano ma anche tutti gli operatori di Polizia Penitenziaria e dell’area educativa – presenti e non all’Udienza stessa – che con il loro operato hanno consentito e consentono tutto questo. Un ringraziamento particolare va al Presidente del Tribunale di Sorveglianza dr. Carlo Maria Stallone che in tutti questi anni, credendo fortemente nel mandato costituzionale della pena che rieduca, ha consentito la realizzazione di questa così come delle moltissime attività che la Casa di Reclusione di Eboli realizza all’esterno. La sua eredità e la sua opera saranno sicuramente riprese e continuate da chi, all’indomani dell’ormai imminente pensionamento, lo sostituirà, avendo già dato prova di grande sensibilità in tal senso”.Il grande significato dell’iniziativa è rafforzato dall’intervento dei vertici centrali e regionali dell’ Amministrazione Penitenziaria all’evento, che hanno messo a disposizione, i primi, il veicolo che ha condotto la delegazione presso la Città del Vaticano, i secondi, il personale necessario. Nel corso dell’Udienza il Direttore, unitamente ad un detenuto, ha consegnato direttamente nelle mani del Santo Padre i doni realizzati all’interno dei vari laboratori attivi nell’ICATT ricevendone insieme alla benedizione, parole di incoraggiamento e di stimolo nel perseguimento di un “compito così difficile e di un percorso così faticoso, che, tuttavia, è reso meno grave dalla sua stessa essenza”.
Enzo Carrella