Quel pomeriggio di un giorno da cani
Luigi Martinelli è un imprenditore bergamasco. Come tanti suoi colleghi, è finito nella morsa del fisco e non riesce a venirne fuori. L’altro giorno, armato di fucile, ha fatto irruzione in un’agenzia di Equitalia e preso in ostaggio 15 persone. Martinelli non aveva nessun intento bellicoso : voleva solo porre all’attenzione dei media la sua storia di lavoratore impotente di fronte alla crisi, e liberarsi da quella crudele solitudine che sta spingendo tanti disoccupati al suicidio. Grazie alla tenace mediazione di un carabiniere, la sua vicenda si è conclusa senza spargimento di sangue. Ora però l’imprenditore bergamasco rischia una condanna fino ad otto anni di carcere per sequestro di persona. Non rischia nulla, invece, lo Stato che continuerà come prima a vessare i suoi sudditi, fregandosene delle tragedie familiari che si ripetono con progressione allarmante. Delio Rossi è uno dei migliori allenatori del panorama calcistico nazionale. Fino all’altra sera era seduto sulla panchina della Fiorentina, squadra blasonata sebbene quest’anno sia invischiata nella lotta per la retrocessione. Rossi è notoriamente persona mite ed anche piuttosto schiva, a differenza di altri protagonisti dello sport, poco attratta dai riflettori dello star system. Questo almeno fino alla scorsa giornata di campionato. Durante la partita Fiorentina – Novara, infatti, è accaduto quello che nessuno si sarebbe immaginato, a cominciare dallo stesso Rossi. L’allenatore della Fiorentina è stato preso in giro, si dice, insultato, da un calciatore che aveva appena sostituito. Non sarà il caso di Ljajic (questo il nome del giocatore viola), ma nel calcio spesso ci capita di assistere al pessimo sfogo di certi bulletti, arricchiti per grazia ricevuta da società non sempre ortodosse nella gestione dei loro bilanci. Mai prima d’ora, però, avevamo visto un allenatore abbandonarsi ad una vera e propria sequenza pugilistica, degna del miglior Rocky Balboa. Neppure in campionati esotici, a latitudini meno progredite della nostra. Sta di fatto che Rossi, vistosi applaudire ed irridere dal suo giocatore mentre si avviava verso la panchina, non ci ha visto più, e gli è saltato addosso come una furia. Immediato è scattato l’esonero e la squalifica, che sarà di tre mesi. Il calciatore insultante, invece, se la caverà con molto meno. Martinelli e Rossi, lo stesso giorno, sono diventati così la rappresentazione di un’inspiegabile metamorfosi, l’immagine brutale di come la disperazione e l’esasperazione possono spingere chiunque a gesti inusuali. Il primo ha creduto di ribellarsi ad un fisco insopportabile ed ingiustificabile interpretando ( nonostante tutto) il malessere di milioni di italiani. Il secondo non ha retto alla maleducazione di un calcio sempre più marcio e lontano dalla sua immagine autentica e virtuosa del passato. Entrambi si saranno già pentiti del loro gesto, sbagliato e violento. Ma sarebbe altrettanto scorretto ed ipocrita non guardare oltre quei comportamenti senza scorgervi il sacrosanto scoramento di chi ha subito un’ingiustizia.
@Angelo:
non so quando hai scritto l’articolo, ma si è poi vociferato che i debiti dell’imprenditore siano poca cosa (il che renderebbe il suo gesto un po’ bizzarro, specie per i guai in cui si è cacciato adesso con la legge). Peggio è andata ad un settantaduenne dell’amena località di Pozzuoli, che credo versi in gravi condizioni dopo essersi sparato in seguito alla ricezione di una cartella da 15000 euro.
La situazione sta diventando drammatica: forse sarebbe utile un sistema umano di rateizzazione, ma non so se risolverebbe le cose.