L’importanza dell’intercultura

Giuseppe Lembo

Dall’intercultura ci viene un importante, ma purtroppo, inascoltato messaggio di vita. L’uomo del nostro tempo, non più stanziale, ma in crescente movimento per tutte le vie del mondo, ha bisogno ovunque della solidarietà degli altri. Più e prima degli Stati è proprio dal rapporto tra gli uomini, la prima importante soluzione del vivere insieme sulla Terra. La strada segnata dall’intercultura, prima di tutto, ci fa capire l’altro; l’importanza dell’altro in quanto diverso da noi ci fa capire che è necessario tendere la mano all’altro che bussa alla tua porta;ci fa capire l’utilità delle idee degli altri, fonte di umano arricchimento per tutti. In questo possibile mondo nuovo, più sognato che reale, deve nascere la solidarietà umana; la vera solidarietà umana, la sola capace a farci considerare nostri fratelli, in quanto uomini, anche gli ultimi della Terra; anche i tanti che in silenzio vivono la loro disperata condizione di “ultimi”, fino all’estremo ed infame limite di morte per fame. Ma come si può considerare umano, civile e solidale questo nostro mondo, verso cui tutti ma proprio tutti, con assoluta indifferenza, permettono l’infame olocausto di morte per fame per milioni di uomini dimenticati che, come noi, abitano la comune Madre Terra? Che rapporto disumano e squilibrato esiste tra gli uomini! Ancora si tollera, per il bene di pochi privilegiati, di far morire i tanti (oltre un miliardo di uomini), disperati della Terra.  La ragione diventa arma e forza solo dei più forti; tradendo se stessa è contro l’uomo, lo vede come un nemico da abbattere. Altro che fratelli! Siamo nelle condizioni violente degli uni contro gli altri; tanto, non per garantirsi la propria sopravvivenza, ma i propri privilegi, la propria insaziabile sete di beni e di ricchezze da accumulare anche se non c’è il bisogno di farlo. Che fare?come ridare al mondo impazzito quella luce che non ha? Come far capire che l’esistenza umana ha bisogno anche di etica condivisa e di moralità, valori insostituibili per pensare di costruire, come insieme umano, un mondo migliore? Una strada possibile è quella di riportare all’attenzione della vita umana, la cultura, i valori antropici di un’umanità purtroppo sempre più ammalata di uomo. Occorre e da subito, in questo mondo confuso e sull’orlo del precipizio, avere, prima di tutte le altre cose, il massimo dell’attenzione per la cultura dell’uomo e per il patrimonio universale del sapere umano, alla base del corso della vita dell’uomo sulla Terra, una grande ricchezza di tutta l’umanità. Per questo sempre più necessario obiettivo,bisogna che i tanti saggi della Terra, sappiano dire basta alla sete di potere, di ricchezza e di beni, parte di un infame modello di ricchezza che, per effetto di consumi spreconi e di grande devozione al dio denaro, stanno portando l’uomo verso il disastro; verso la rovina della specie umana, da cui, stando così le cose, non ci può assolutamente salvare. La tanto amata e ricercata cultura del consumo, del dio consumo, per sentirsi uomini tra gli uomini, di danni ne ha fatto veramente tanti. Sono danni gravi e sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono e sanno vedere. Prima di tutto è cresciuto l’egoismo umano; ciascuno ha pensato e pensa sempre più solo a se stesso, del tutto indifferente alla vita degli altri. Ciascuno, preso dalla smania dell’avere tutto per sé, ha pensato e pensa di accumulare beni e ricchezze per meglio dare sfogo alla libidine di un consumo senza limiti, un consumo, il vero Dio del mondo che, per tanti è solo spreco di risorse naturali anche primarie alla vita dell’uomo sulla Terra, dal cibo all’energia. Così come usate ed abusate, purtroppo, si trasformano in  un grave danno per tutti e soprattutto per chi è precipitato nella povertà più assoluta e gli manca anche il necessario alla sopravvivenza. Questa è, l’amara, triste storia degli ultimi decenni; una storia con protagonisti gli uomini della Terra; una storia dalle caratteristiche globali. Gli aspetti sono stati dai contorni devastanti soprattutto in Occidente, dove è in atto la peggiore peste dell’umanità, effetto e causa della cultura egoistica dello spreco a tutti i costi. Gli errori che provocano sconquasso nel mondo, a cominciare oggi dall’Occidente ed in Europa dal nostro Paese, sono riconducibili, prima di tutto, a quell’assalto violento del capitale finanziario che, in agguato come sempre, cerca di costruire per sé un nuovo ordine economico internazionale, assolutamente indifferente dei danni che fa all’uomo della Terra, la cui condizione è di grave crisi per non sapersi rigenerare, acquistando, prima di tutto, una piena consapevolezza di sé e facendosi attivo portatore di etica e di moralità diffusa, valori umani insostituibili, ma purtroppo rari, se non del tutto scomparsi. I problemi materiali del cibo, del riscaldamento climatico del pianeta, della Terra violentata, degradata, abusata, e sempre più abbandonata a se stessa, uniti ai problemi immateriali della salute, della cultura, della comunicazione, dell’istruzione e di un diverso insieme umano da costruire con il forte impegno dell’uomo della Terra, sono problemi assolutamente non rinviabili; tanto, se ci teniamo a conservare l’uomo sulla Terra ed il suo naturale, armonico e necessario equilibrio uomo-natura. Se non si fa questo è, purtroppo, la fine; una fine consapevole e diabolicamente voluta. Continuando ad andare avanti nella crescita diffusa del male antropico, per il prossimo futuro è inevitabile il ritorno al Medioevo. Oscurantismo e precarietà umana, sono, purtroppo, il prezzo da pagare per il debito economico, sociale, umano e culturale provocato dai tanti ladri di futuro. Per cambiare e costruire concretamente un mondo migliore, non basta la crescita dell’economia e della tecnica, così come ci viene proposto dalla limitata saggezza del mondo. Occorre altro; occorre, prima di tutto, tornare alla centralità dell’uomo ed al saggio ed illuminato pensiero di Luigi Einaudi  che, da uomo, prima che da economista, considerava “il problema economico del mondo, come l’aspetto e la conseguenza di un più ampio problema spirituale e morale”, tenendo così accesa la necessaria energia umana che, purtroppo, si va spegnendo e non ci fa più restare uomini.