I gay e il matrimonio
Quello della legalizzazione delle unioni di fatto e dell’estensione del matrimonio ai gay è un tema spesso ricorrente nelle campagne elettorali, in Italia come negli altri paesi del mondo. L’ultimo politico in ordine di tempo a rispolverare l’argomento è stato nientemeno che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. In una recente apparizione in pubblico, l’inquilino della Casa Bianca si è detto favorevole alle nozze gay, alimentando intorno a sè il solito dibattito tra chi è favorevole e chi non lo è. La dichiarazione di Obama, per la verità, è parsa più una furbata che una reale manifestazione di intenti, se non altro perchè la competenza su tale materia, negli Usa, spetta ai governi dei singoli Stati e non al Presidente. Le parole di Obama tuttavia suonano come un messaggio politico importante, come una vera e propria scelta di campo. Con il suo outing, in buona sostanza, il presiente ha segnato una linea di demarcazione netta tra i progressisti come lui e i conservatori alla Mitt Romney. In Italia del matrimonio gay se ne discute da qualche anno. Ricorderete come nei suoi programmi elettorali, prolissi come l’elenco telefonico di Tokio, Romano Prodi avesse voluto inserire anche i Dico o Pax che dir si voglia, tanto per dare un contentino ai rifondaroli più scalmanati della sua floreale coalizione di governo. Si trattava ben inteso solo di ipotizzare la legalizzazione delle coppie di fatto, e non di estendere l’applicazione dell’istituto matrimoniale agli omosessuali. Eppure quella scelta suscitò molte polemiche e divenne, anche in quel caso, un simbolo di differenziazione tra uno schieramento politico e l’altro. Ma perchè in molti paesi del mondo, la stragrande maggioranza, i gay non possono sposarsi? E’ difficile rispondere in modo esauriente ad un interrogativo così complesso e così nuovo nel suo genere. Potremmo fare però un tentativo cominciando, ad esempio, dal significato della parola matrimonio, la quale deriva dal latino : “mater munus” e vuole dire : “dono della maternità”. Il ruolo della maternità è centrale ai fini della configurazione dell’istituto; l’unione tra un uomo e una donna viene infatti riconosciuta dalle istituzioni soprattutto perchè essa assolve una funzione sociale, che è, per l’appunto, quella della procreazione. E’ come se lo Stato stringesse con i coniugi un patto attraverso il quale attribuisce loro dei diritti : la reversibilità della pensione, l’alloggio popolare, ecc., in cambio della promessa-funzione di rinnovare la società mediante la filiazione. E’ evidente che un patto del genere, con gli omosessuali, non sarebbe ipotizzabile. Il sinallagma, come direbbero i giuristi fini, verrebbe meno. I coniugi gay, in altri termini, verrebbero a trovarsi nella condizione di beneficiare di diritti senza che agli stessi corrispondano dei doveri. Il che non vuol dire che gli omosessuali debbano essere discriminati. Anzi : ciascuno davanti alla legge è uguale ad un altro, dice l’art. 3 della costituzione. Già, ma non si può essere uguali senza uguali doveri : è questo il punto.
mi aspettavo un salto di qualità, in un verso o in un altro,invece ti sei mantenuto uguale nelle considerazioni di oggi come quelle di un anno fa. è come se, ed è tipico degli uomini alfa di destra, fare considerazioni un poco più aperte alla verità quasi che tu corresti il rischio di essere additato come amico degli omosessuali o addirittura omosessuale tu stesso. nessuno deve dubitare della tua mascolinità!
scusa, angelo, ma che ti importa, passa avanti. devi avere il coraggio di dire che vengono indicati come “matrimoni” gay le unioni di individui dello stesso genere proprio da coloro che vogliono a-priori mettere in evidenza l’evidenza che non possono essere “matrimoni” paragonabili a i matrimoni per poter gridare allo scandalo e emettere anatemi e bolle di scommuniche confessionali.
comunque la si pensi in un paese libero devono essere riconosciute le ibertà e i diritti a tutti a prescindere dal credo e dal censo, dalla razza e dala conoscenza, altrimenti non ha senso parlare di laicità o di liberismo.
va be oggi mi sembra che il modo in cui poni e discuti di questo argomento sia quasi un volere riempire uno spazio, stancamente; quasi provare a fare emergere un vessilo di divisione basato sulla discriminazione di soggeti, per quanto pittoreschi e di buone capacita relazionali sui media, deboli nella speranza che qualcuno lo colga, il solito lupo del giorno, e parta per la solita crociata che riempie gli occhi il cuore e la panci dei più ricchi.
Condivido il ragionamento di Michele Zecca.Con una aggiunta personale: siccome per me il matrimonio civile non ha alcun valore nella sfera privata ma ne ha solo quello religioso , di quello che succede di quello civile non mi importa alcunchè . Si sposino al Comune in due etero, in due omo , in tre, in quattro poligamici , rumene di vent’anni e anziani italiani di ottanta. Vogliono adottare bimbi anche le coppie omo : ma sì , tanto se non succede nei prossimi mesi , succederà tra qualche anno ma nulla può fermare il liberismo , vera malattia di questa generazione , intinta di laicismo laicista, competizione sociale, fisiocrazia e massoneria .Va tutto bene .Tanto il mondo va verso la rovina e prima ci arriva meglio è.
L’articolo fila, ma quel maldestro tentativo d’imporre una figura retorica fine qual’è il sillogismo, rovina tutto. La conclusione che lei fa è quella di dire che i gay non hanno doveri e quindi nemmeno diritti. Col suo ragionamento una coppia sposata ma sterile è nella stessa condizione. Non chiamiamolo matrimonio, passi pure. Ma riconoscere una tutela giuridica e legale alle coppie omosessuali è una questione di civiltà. Sono certo che da uomo di legge non potrà che convenire su ciò.
Bene, Avvocato, l’etimologia è proprio quella corretta.
Sulla base di questa etimologia è mistificante l’uso di termini quali “nozze” e matrimonio. Con soddisfazione dell’articolista Carlo di Pietro. Tuttavia, se due dello stesso sesso convivono e costituiscono una “famiglia” anomala non pensa che alcuni diritti possano derivare da questa convivenza? Certo non una pensione di reversibilità, ma quanto meno una dichiarazione dei redditi congiunta. Uomo e donna che convivono e che hanno figli non sono passati in caso di separazione dal tribunale dei minori al tribunale ordinario? Il concetto di “famiglia” si è esteso in questo caso.
Riconoscere una tutela giuridica e legale alle coppie omosessuali
è un principio sacrosanto su cui non c’è bisogno di spendere parole.
Il problema è un altro ed è il modello di società in cui vorrei
vivere, e allora la domanda è:
la società ideale per me è una società in cui due uomini (o due donne) si uniscono attraverso un rito matrimoniale e, in conseguenza di ciò, potranno adottare dei figli?
la mia risposta è no. La società ideale è quella in cui tutti sono accolti con le loro diversità ma in cui il matrimonio eterosessuale è assolutamente tutelato, anche (e non solo) per le ragioni esposte dall’ Avv. Cennamo.
Accoglienza, tolleranza, integrazione, riconoscimento giuridico delle unioni di fatto, va bene tutto, ma rinunciare a perseguire i propri ideali, questo no.
Nessuno mette in dubbio il diritto degli omosessuali alle unioni di fatto, con gli effetti giuridici consequenziali: diritto all’eredità, obbligo di reciproca assistenza ecc. ma il principio
che dovrebbe ispirare tutti coloro che ragionano sull’argomento è
che l’omosessualità va accettata, va accolta, va tollerata ma non
dovrebbe essere nè promossa, nè incentivata, nè magnificata.
Immaginavo che un argomento com questo suscitasse un dibattito acceso e vivo. E’ normale. Quello che però mi dispiace è che le mie parole siano state equivocate ( evidentemente per colpa mia).
Faccio una breve domanda-premessa : cosa accadrebbe se un fratello e una sorella volessero sposarsi tra di loro? O se una madre volesse sposare il proprio figlio? O se un uomo volesse sposare quattro donne o quattro uomini? Dovremmo dire di sì o di no a simili richieste? E se dicessimo di no, come argomenteremmo il nostro rifiuto? Soprattutto, saremmo tacciati di essere intolleranti?
In un precedente articolo, apparso sempre su questo giornale, avevo scritto che il matrimonio civile (a mio modesto avviso) andrebbe trasformato in un contratto di diritto privato. Per tutti : omo ed etero. Io credo nel matrimonio in quanto sacramento. Chi non è credente sarebbe meglio che stipulasse dei contratti matrimoniali : ognuno avrebbe il suo “matrimonio”, con clausole modificabili nel tempo; ognuno avrebbe anche le sue condizioni predefinite in caso di separazione. La discriminazione non c’entra nulla in questo caso.
Ma avvocato, vuole paragonare l’incesto con le unioni gay? L’incesto è vietato per legge per evitare malformazioni alla prole, dovrebbe ben saperlo.Anche tra affini è vietato sposarsi. Per il resto unioni ai gay riconosciute come diritto civile.
Quindi lei conviene sul fatto che il riconoscimento statuale tra due persone è finalizzato alla procreazione?
No, osservo solo che la legge tutela eventuali figli di congiunti dal nascere malati vietando il matrimonio incestuoso. Non mi sembra che lo statuto matrimoniale imponga la procreazione per aver garantita la validità. Sono d’accordo con lei quando sostiene che le unioni civili andrebbero distinte da quelle religiose, le prime per chi vuole e le altre pe chi ci crede. Ma chi l’ha voluto il matrimonio concordatario? A chi fanno male le nozze gay? A chi quelle incestuose? Tutto qui.
Non so a chi facciano male le nozze gay : di certo non a me. Ribadisco l’utilità del diritto privato in questo ambito, sia per gli omo che per gli etero. Uniamoci liberamente secondo i nostri orientamenti sessuali, ma lasciamo lo Stato fuori dalle nostre camere da letto. Sotto questo aspetto condivido il commento del dott. Roscia ( se non ricordo male). Saluti e grazie per l’attenzione. AC
Tutte Famiglie, abolizione delle Famiglie.
La famiglia è l’ultimo baluardo per il rispetto ed il mantenimento dell’equilibrio nella NATURA.
Tutto il resto è caos.
Nell’intervento del sig. Roscia leggo amarezza e rassegnazione, ma come Cattolico vi dico che bisogna lottare con tutti i mezzi disponibili per frenare la “BUGIA” e RESTAURARE la VERITà.
Le lobby internazionali MASSONICHE ed anti CRISTIANE stanno sferrando l’ultimo attacco alla NATURA e quindi a DIO.
Ricordiamoci che i veri CRISTIANI, sono coloro che sapranno lottare fino al loro ultimo respiro perchè il peccato non prevalga.
Quando si dice che non c’è più nulla da fare….allora c’è tutto da fare.
Ricordiamoci che “alla fine …il male non prevarrà”.
Nel nome di CRISTO il REDENTORE
in bocca al lupo
Non è affatto una novità che il mondo , da che è mondo , sia stato contornato da mille sfumature genetiche su tutto ciò che vive sulla Terra. Ma mi piace raccontare un episodio di quando ero ragazzo che potrebbe ben chiarire la mia idea:
Nel mio rione dove abitavo da bambino, e parlo di oltre settant’anni fa, vi abitava ,con la propria famiglia, una ragazzina di dieci o dodici anni; la ragazzina, pur non avendo un linguaggio troppo fluente e chiaro, spesso esprimeva un suo concetto sulle coppie innamorate, e per dire che “femmine e femmine non fanno l’amore, ma femmine e uomini fanno l’amore” si esprimeva in questo modo: “fella e le’ no fa l’omò, ma felle e o’ fa l’amo’”. Spero che sia chiaro il concetto di quella bimba.
Tuttavia bisogna riconoscere e rispettare le differenze esistenti nella consorteria umana, in modo da saper bene distribuire in eguale misura i sacrosanti diritti e doveri di ogni singolo cittadino , fosse gay oppure no.
Cordialità
vedi Lupo, è solo questione di uso delle parole e ci troviamo d’accordo.
Togli la parola “male” e sostituiscila con “unione anomala”, togli il Cristo redentore che pensava a cose più serie che alle abitudini sessuali individuali del suo prossimo (nei vangeli non figurano omosessuali) e arriviamo alla conclusione. Matrimonio tra omosessuali è qualcosa di semplicemente grottesco, non passerà in Italia, ma non per merito del mio omonimo trasteverino. Noi siamo pignoli con le parole: passerà “unione di fatto” ma “matrimonio” no. Pensa al vero etimo che ci ha ricordato l’avvocato Cennamo.
Interrogati però, Lupo su una cosa: che farai di fronte a due omosex che convivono? darai fuoco alla loro casa? Li prenderai a legnate? In fin dei conti hanno fatto male a te o alla società? Non credi che un giovane “sballato” che intasa un pronto soccorso in codice rosso per coma etilico sia di maggiore danno?
Relax, Lupo e tolleranza.
Cambia solo due o tre paroline e, vedi, la pensiamo allo stesso modo, no?
Sempre un fraterno ululato alla luna,
Joseph