Salerno: il direttore Rita Occidente Lupo “Sul filo” di Piero Lucia
“Ci sono momenti in cui la vita sembra inutilmente banale ed altri in cui pare proprio che il destino remi contro, per abbreviare i giorni. L’imprevisto, sempre dietro l’angolo, fa comprendere come un accidens possa invertire sogni e progetti. Frantumare le pseudo-certezze, spesso credute sempiterne. Un niente, pochi secondi e la vita muta radicalmente, come la prospettiva dell’esistenza. E tutto quanto fino a quel momento sembrato importante, di punto in bianco assume una valenza relativa”. Così il direttore del nostro quotidiano Rita Occidente Lupo, interventuta presso Salerno Energia, alla presentazione del romanzo “Sul Filo” del sindacalista Piero Lucia, in apertura alla numerosa platea tra cui: gli on. Fulvio Bonavitacola, Guido Milanese, Anna Petrone. “Una fatica letteraria che alterna squarci lirici, che si serve della metafora per poter andare a ritroso nel tempo, denudando un fagocitante Es, in cerca di linfa vitale- ha rimarcato la Lupo, ricordando come anche il suo libro “Senza Paura“, presentato dal presidente del Senato Renato Schifani nella Biblioteca degli atti parlamentari a Roma, tracci l’identikit della sofferenza di pazienti affette da patologia oncologica senologica .-Un libro da leggere tutto d’un fiato quello di Lucia. “Nel parterre di relatori, il saluto istituzionale del presidente Ferdinando Argentino, che s’è compiaciuto per la pubblicazione di Lucia, stigmatizzando come i maestri del sindacalista, come Ninì Di Marino, di notevole spessore culturale, politico ed umano, gli abbian permesso d’approdare ad un romanzo che coinvolge fin dalle prime righe, per la meticolosità lessicale e la puntualizzazione dei concetti. Di tale avviso anche il segretario provinciale del Pd, Nicola Landolfi, che ha rimarcato la pregevole intelaiatura lessicale, insieme al contenuto giammai incedente nella sterile retorica. Con tono aulico ed al contempo pragmatico, una narrazione che non può non invitare alla riflessione, per l’alta valenza attuale. E che ben si presta ad essere una prosa poetica, come evidenziato dal dirigente Paolo Petraccaro, che ha sfogliato alucine pagine del testo, punteggiando come echi sia romantici, che novecenteschi, balzino evidenti, in un mix che non bypassa filosofia, MedioEvo, insomma un coagulo culturale, che rende merito ad un iter, quello dell’infermità, destinato a caricare di pathos i giorni. “Un libro da leggere lentamente- ha concluso Lucia– che nasce per valorizzare attimi di vita, a volte ritenuti insignificanti. Tutto ha un senso, quando è in gioco la vita e quando la si vede sgusciare via senza possibilità d’appello. L’idea, nata dal dover superare certe assenze, che a volte sono laceranti: quando certe presenze cardine della nostra esistenza ci vengono meno ed il vuoto origina un baratro emotivo. Il mio spiccato rimpianto per figure parentali, ma anche per maestri di vita come Ninì Di Marino, al quale dedico questo romanzo, augurandomi che possa essergli tributato istituzionalmente l’onore che merita, per la sua valenza politica alla storia della nostra città e della politica nostrana.”