Il Salerno Calcio ora punta al tricolore
Vittoria doveva essere e vittoria è stata, anzi il risultato finale (4-1) ha rispecchiato in pieno i valori in campo, da una parte una squadra che con questa categoria non ha a nulla a che fare, ossia il Salerno Calcio, dall’altra una compagine volenterosa l’Hinterreggio, ben messa in campo e che meritamente ha vinto il suo girone. Non a caso mister Perrone, pur dovendo fare a meno di elementi importantissimi quali Biancolino, Mounard, Montervino e Calori, ha potuto schierare una formazione di tutto rispetto che ha gestito la partita sin dalle prime battute, per poi calare un poker che lascia ben poco spazio a commenti superflui, anzi è apparsa già un’anomalia che la gara sia stata sbloccata al 15° del secondo tempo e su calcio di rigore. A questo punto appare doveroso da parte di De Cesare e compagni andare fino in fondo, del resto la vittoria di questo scudetto può e deve rappresentare l’inizio di un nuovo ciclo, si spera vincente, della storia del calcio a Salerno, dopo le mortificazioni degli ultimi anni. Mentre la squadra è concentrata sulla fase finale di Gubbio per la conclusione di questa Poule Scudetto, il patron Lotito non si è lasciato sfuggire l’occasione, subito dopo la gara di ieri, per ribadire il suo impegno e di Mezzaroma nel portare avanti un progetto ambizioso e foriero di soddisfazioni per l’intera piazza, nel contempo, però, ha bacchettato la tifoseria per la scarsa presenza sugli spalti, un’anomalia che va corretta in quanto per ottenere i successi sperati c’è bisogno di una simbiosi obbligatoria tra dirigenza e pubblico, peculiarità indispensabili per poter far tornare all’Arechi il calcio che conta. Certo che la situazione attuale appare alquanto irrazionale, finalmente la squadra cittadina ha trovato una dirigenza degna di tale nome, logicamente ci sono delle priorità che vanno rispettate e ciò può determinare delle divergenze di vedute, ecco perché occorre intavolare un dialogo continuativo e costruttivo che possa portare dei benefici tangibili alla compagine salernitana. Un vero e proprio patto di ferro che possa vedere la conclusione di alcune grosse tematiche ancora da affrontare e magari superare, in primis l’acquisizione dei beni immateriali della Salernitana, al patto, però, che si abbia il buon senso di aspettare che la situazione sia perfettamente chiara e che si possa trattare senza remore con la parte interessata e deputata alla vendita, ossia senza alcun intoppo giuridico – legale. Contestualmente bisogna allestire una squadra che possa ben figurare e magari essere vincente nella categoria che andrà a disputare, logicamente si spera una Prima Divisione, anzi si guarda con attenzione a quella che potrebbe e dovrebbe essere la riforma della Lega Pro, ecco perché bisogna essere pronti a tale evenienza e non farsi trovare impreparati. Insomma, in attesa di potersi fregiare di un tricolore che arricchisca le future magliette della squadra, c’è necessità di ritrovare un feeling di tutte le componenti, anche perché gli uomini passano ma la squadra resta perché è patrimonio della città, in attesa di riaverla con tutta la sua storia, con il suo sgargiante colore granata, ma soprattutto con il suo mitico cavalluccio, basta solo saper attendere con il cuore da tifoso e la razionalità dello sportivo.