Cristianesimo e Buddhismo

Carlo Di Pietro

Pacifismo, tolleranza, misticismo … e tanti altri epiteti apparentemente positivi tendono a contraddistinguere la cosiddetta “cultura”, o “religione”, o “filosofia di vita” buddhista; ma è proprio vero tutto ciò? Corrisponde alla verità dei fatti? Queste leggende metropolitane che vogliono dipingere il prete sempre e solo come un “bavoso pedofilo”, mentre il “monaco” buddhista come un asceta ed un “buono”, sono vere? Sono comprovate da fatti concreti? Complice la tv e la stampa acattolica, quindi la grande maggioranza dei media, queste sono solo visioni assolutamente falsate della realtà, purtroppo in nome di una finta “tolleranza” che, nel contempo, tende a penalizzare sempre e solo il cattolico, e non se ne comprendono i motivi (si domandi ad Albert Pike). In passato ho presentato dei chiari raffronti fra l’amore cattolico del Cristo ed il raffreddamento egoistico del Buddha e del buddhista, poi vi ho parlato del buddhismo e della superba adorazione dell’io, successivamente ho pubblicato delle considerazioni di due cattolici che rispondo ad uno strano ed impreparato buddhista ed infine vi è stato presentato uno studio sul misticismo di Cristo e sul “falso misticismo” del Buddha;oggi andremo oltre e parleremo di “non violenza” o di “carità”, o di “disponibilità”, o di “normalità”. E’ facile dire “non violenza” e ritirarsi in un Nirvana (ossia raffreddamento) che ignori tutto nell’illusione di estinguere i desideri, oltre che, il sol fatto di desiderare di estinguere, in sé è un desiderio della carne, quindi non viene certamente da Dio, specialmente se ciò comporta la totale e reale dissociazione dell’io dalla realtà circostante, benché l’apparenza sia altra. E’ difficile, invece, fare violenza a sé stessi, per stritolare il proprio egoismo, riempirsi di santi desideri, coltivarli, accrescerli, e buttarsi nella mischia per finire anche in Croce, continuando ad amare chi ti fa a pezzi fisicamente o moralmente; farlo con gioia, “di cuore”, non come un mulo che porta un peso e vorrebbe vendicarsi ma non può sol perché Cristo non vuole … e quindi abbozza. Dice il Signore:”Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi […]” (Lc 10,3); ed ancora: “Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono […] Chi ha orecchi intenda.” (Cfr. Mt 11,12-15). Il Signore parla non di violenza materiale contro il prossimo, bensì di violenza contro sé stessi, dei vincitori e dei dominatori dell’io, di chi antepone Lui ai propri egoistici interessi ed alle particolari passioni disordinate. Ecco che Cristo ci invita ad essere forti e saldi nella fede, a “non dormire”, dato che noi cattolici – nessuno escluso – dovremmo imparare a dominare concupiscenze e passioni che, dal peccato originale, albergano in noi; farlo non estraniandoci dal mondo, ma vivendo nella imitazione del Maestro, ognuno secondo la propria vocazione e particolarità, nel confronto e nell’attività missionaria: il cattolico ha l’obbligo della “missionarietà”. Il battezzato non può estraniarsi e coltivare la “morte dei sensi” così come fa il buddhista, tutt’altro. Il cattolico, come ci insegna Gesù e come lo stesso Papa ha confermato nella Giornata missionaria mondiale, deve essere attivo. Queste alcune citazioni tratte dalle riflessioni del missionario Padre Pietro Gheddo: La missione alle genti è sempre più necessaria e urgente; La missione della Chiesa è di tutti i battezzati: il dono della fede e il battesimo rendono missionari di Cristo; Se il Signore vi chiama non ditegli di no. […] Un giovane o una ragazza che si fanno missionari, prete, fratello o suora, non sono una perdita per la famiglia e la parrocchia, ma il segno più bello della fede e della generosità di quella famiglia e parrocchia. Quindi non lasciamoci intimorire quando gli empi e gli eretici ci chiamano “malati mentali” o “violenti”, poiché soffrire di questa patologia e di questa attitudine, non è un’offesa, se il tutto è rapportato agli insegnamenti del Cristo; si ripropone la Parola del Signore:”Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo” (Lc 6,22). Altro che beata “ricerca dell’io” nella esoterica “meditazione trascendentale” e nella ricerca del “raffreddamento”. C’è chi, come il cattolico, partecipa attivamente alla custodia ed alla salvaguardia del mondo e dell’umanità, dove per cattolico intendo il reale praticante, e poi c’è chi si ritira, rifugge dal mondo, ma in maniera “egoisticamente satanica”, come fa il buddhista. Il monaco o la suora di clausura, per esempio, sono vivi polmoni del mondo, dato che la loro vocazione, fra l’altro, è la preghiera per gli altri, quasi 10 ore al giorno; cosa accadrà al mondo quando tutti questi efficientissimi veri asceti moriranno? La contemplazione del “monaco” buddhista è l’esatto opposto, ossia: muori tu che io mi rifugio e raggiungo la pace dei sensi, od anche aiuto il mio simile, ma solo il mio simile. Sia chiaro, l’unica religione missionaria che non fa discriminazioni di nessuna natura è proprio il cattolicesimo. Dice il Signore:”[…] nel Suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.” (Lc 24,47).D’altronde a cosa aspira il cattolico? Quale è la gioia più grande per un cattolico? Dice il Signore: “Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine.” (Mt 24,14). Per il cattolico, ciò che conta è “riabbracciare Lui”, il Cristo, il Salvatore; questo perché chi opera il bene e chi segue la Chiesa, che è depositaria delle Verità, sa bene che:”[…] saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.” (Mt 25,32-34). Allora perché il buddhista sarebbe “bravo” e “non violento”, mentre il cattolico sarebbe “violento” e “malato mentale” o “plagiato”? Uno con “problemi mentali” non vince sé stesso, caso mai è chi è schiavo dei vizi che può approdare anche ai problemi mentali, perché la psiche è fatta per riposare nell’umiltà, non per tendersi come una corda di chitarra nella superbia, nella continua e tesa ricerca della lode, nella vanità. E’ fatta per l’amore, la pace interiore e la mitezza, non per l’ira, la vendetta e l’invidia. Alla fine la testa scoppia, così come accade a tanti pseudo mistici e seguaci di questo idolo pagano detto comunemente Buddha. Dice il Signore:”Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.” (Mt 11,29); Ma anche:”[…] Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.” (Gv 8,31-32). Quindi è inutile blaterare propendendo verso “false ed idolatre religioni” che si manifestano tali anche perché mancanti di segni chiari e tangibili. Non si guardi ai peccatori, specie agli scandali provocati da alcuni uomini di Chiesa infedeli, ma si analizzi la vita dei santi e, lo garantisco, sono tanti. Christmas Humphreys, uno dei padri del buddismo europeo, sintetizzava in 12 punti i “principi fondamentali del buddhismo“. Ne citerò solo alcuni per brevità: Raggiungere la propria salvezza è per tutti un compito non rinviabile; Nessuno possiede la vita che scorre in lui, come nessuna lampadina possiede la corrente che le fornisce luce; Ogni effetto ha una causa e l’anima o indole dell’uomo è il risultato finale dei suoi precedenti pensieri e azioni. Il karma, che significa azione-reazione, governa ogni esistenza e l’uomo è forse l’unico creatore delle proprie circostanze e della propria reazione ad esse, del proprio stato futuro e del proprio destino ultimo. Mediante il retto pensiero e la retta azione egli può gradualmente purificare la propria indole e così, grazie alla realizzazione delle facoltà latenti, potrà conseguire, con l’andar del tempo, la liberazione dalla rinascita; Poiché la vita è una sola, gli interessi d’una parte dovrebbero coincidere con quelli del tutto. Nella sua ignoranza l’uomo pensa di adoprarsi con successo al raggiungimento dei propri interessi. Questa mal diretta, egoistica energia produce sofferenza. L’uomo impara, soffrendo, a ridurre e, infine, ad eliminare la causa della propria sofferenza;Poiché il buddismo è una prassi di vita, il percorso di tale sentiero è essenziale alla propria liberazione;Guarda dentro di te: tu sei il Buddha;[…]egli sa essere una propria creazione, lo aiuta a mantenere sempre sotto controllo le proprie reazioni alle circostanze;Il Buddha disse: “Datti da fare per la tua salvezza con diligenza”;… e così via. Avete notato qualcosa?Da cattolici, vi siete resi contro della differenza fra l’altruismo del cattolicesimo, la vera pace, e l’estremo egoismo del buddhista, quindi la finta tolleranza e la finta pace? Cristo ed il cristiano muoiono e sono morti per gli altri, invece nel buddhismo è tutto incentrato su sé stessi, sulla salvezza di sé stessi, sulla pace anzitutto con sé stessi, sulla salvezza del proprio io; anche i termini usati nei principali testi di questa “religione” sono sempre i soliti: “proprio”, “propri”, “io”, “me”, “propria”, “suoi”, “suo”, ecc …Si pensi ai milioni di martiri cattolici, morti solo per difendere gli altri, e si analizzino i casi dei tanti buddhisti apparentemente martiri, certo, ma per proteggere solo sé stessi o le proprie terre. Il prossimo, secondo il buddhista, viene in secondo piano, mentre al primo posto c’è l’egoistica frase, ripetuta come un mantra: “Datti da fare per la tua salvezza con diligenza“.Vogliamo parlare di Buddha? In sostanza questo “essere” da non riconoscersi assolutamente come “dio”, cosa propose? Perché ottenne successo? Fece leva sul dolore dell’uomo e non insegnò, come fece Cristo, a sopportarlo santamente, bensì a liberarsene a qualsiasi costo: La realtà della sofferenza; La sua origine; La sua cessazione; Il sentiero, noto come ottuplice, per non provare più dolore, quindi sofferenza. Gesù, invece, come ci insegna San Paolo, “ha amato me e si é sacrificato per me”, il santo ama Dio quindi ama l’uomo, sopporta la Croce (per secondo – dopo Cristo) e sacrifica sé stesso per il prossimo. San Pio ci ha insegnato che Gesù ci apparirebbe così: “questo aspetto dolce, mite e buono e soprattutto umile di Gesù si impone come essenziale”. Sant’Agostino, al centro della sua Cristologia, ha sempre parlato di “Christus Humilis”, ossia dell’ “Uomo buono per eccellenza”, di Colui che “é disceso per essere come noi” […] “si é messo ai piedi di tutti“. Ecco cosa deve fare i cattolico, deve “mettersi ai piedi di tutti“, farlo con umiltà e non propendere alla propria salvezza, così come fanno i buddhisti, ma a quella della Chiesa, ossia di tutti i battezzati; il cosiddetto “farsi nulla” e offrire la propria disponibilità a chicchessia, senza interesse alcuno. Il cattolico è militante nel mondo, contro lo “spirito del mondo”, mentre il “buddhista” corre via, si rifugia nella meditazione, affronta la realtà anche con un formale perbenismo, ma tutto è finalizzato al proprio Nirvana, non altro. Queste sono parole del Buddha e dei suoi principali discepoli. Ma noi sappiamo per certo che l’egoismo e l’amore formale, se finalizzato a proprio vantaggio, sono peccati gravissimi:” […] In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato.” (Gv 8,34). Quando stai male corri in ospedale, vero? Indovina chi ha inventato gli ospedali, si dica la buddhista?  Cattolici, mossi dallo Spirito della Chiesa, a costruire imperi di carità nel mondo partendo da zero, in mezzo a malati e lebbrosi, andando a morire, donando la vita per loro e per migliorare un po’ il mondo; partendo solo con la forza della loro fede, in mezzo a sassi e terre aride. E’ inutile che si faccia sempre e solo l’elenco delle malefatte dei “cattolici”: in quel momento essi diventano disobbedienti e traditori della Chiesa e di Cristo, quindi la Chiesa non solo non ne ha colpa ma ne è vittima infangata ingiustamente. Si dicano i nomi e cognomi dei singoli che sbagliano obbedendo alle passioni del mondo anziché alla Chiesa, non si dica “la Chiesa”. Ecco lo spirito del cattolico ed ecco cosa muove l’animo dei cattolici:”La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine“. Si capisce perché è molto difficile essere cattolici, questa è la “porta stretta” e si provi a vivere così come su è detto. Il buddhismo ha conquistato anche l’Occidente, diversamente, perché:”Esercita un fascino per l’Occidente perché non ha dogmi, soddisfa al tempo stesso la ragione e il cuore, insiste sulla necessità di fare affidamento su se stessi e d’essere tolleranti verso le altrui opinioni, abbraccia scienza, religione, filosofia, psicologia, etica ed arte, ritiene che l’uomo sia il creatore della propria vita attuale e l’artefice del proprio destino“. (Cfr. “Il buddhismo” C. Humphreys, Ubaldini, Roma, 1964). Ecco l’egocentrismo, per altro assolutamente dogmatico, dato che il loro dogma è il “raffreddamento”, da raggiungersi costi quel che costi, a prescindere dall’umana solidarietà e dalla caritatevole accoglienza, fatte salve le apparenze. Fino ad ora abbiamo parlato di buddhismo, proprio un termine inventato in Occidente, che non esiste altrove, e che è quella “filosofia di vita occidentalizzata” che vuol rifarsi proprio agli insegnamenti di Siddhārtha Gautama, a questo punto è meglio non andare oltre, perché se si analizzano bene, per esempio, il Vajrayāna, oppure l’Abhidhamma Pitaka, o parte del Sutta Pitaka, ci si trova di fronte ad un papocchio di egoismo, sensualismo (anche pornografico), metafisica, “astrologia” del cosmo e altre magie varie. Si sappia, per concludere, che la stessa Società Thule, ossia la società nazionalista che diede vita al Nazismo in Germania, basava gran parte della propria disciplina e cultura, proprio sul buddhismo occidentale, con espliciti riferimenti all’erotismo, all’esoterismo ed all’occultismo che fu ben adeguato dalla famosa medium Helena Petrovna Blavatsky. Lo stesso Adolf Hitler, membro della Società Thule dal 1919, era affascinato dal buddhismo tibetano e, nel teorizzare il suo abominio, trasse grande ispirazione proprio dalla Società Teosofica Internazionale, che partiva dal presupposto di avere un contatto medianico con i mitologici “antichi Maestri”, o “Maestri sconosciuti” provenienti, secondo leggenda, dal Tibet e dal Nepal. In seguito Hitler simulò la soppressione della Thule, ma in realtà gran parte dei suoi membri divennero dei gerarchi nazisti. Hilter ha sempre auspicato, durante tutta la sua vita, ad avere un contatto telepatico con i “Maestri sconosciuti”, che, secondo mitologia, si erano rifugiati nell’ Agarthi, ossia in una zona concava all’interno del globo terrestre, identificando la stessa nel Shambhala, che è propriamente descritto nella dottrina ex o pseudo buddhista, ora rinnegata, Kâlavada e precisamente nel tantra Kalachakra. Ma questo è un altro discorso … Si preghi e si ami, quindi, anche per il buddhista ed il buddhista, ma non si ceda alla seduzione diabolica che si cela dietro questa “filosofia esotico/esoterica”; “loro non sanno quello che fanno”, vanno evangelizzati.

 

 

4 pensieri su “Cristianesimo e Buddhismo

  1. Impossibile leggere quest’articolo, troppo lungo e talmente di parte da risultare ridicolo. Il buddismo è una religione rispettosa delle altre fedi, lei Di Pietro vuol dare del cattolicesimo un’immagine che se fosse vera giustificherebbe l’emorragia di fedeli. Non posso credere che questa sia la visione della Chiesa, preferisco pensare che sia un suo personale tentativo di mettersi in luce. La Direttrice dovrebbe imporre un taglio più oggettivo agli articoli dei suoi giornalisti. E’ l’unica critica che posso muovere a DentroSalerno. Giornale che brilla per tanti aspetti ma che scivola pubblicando queste cose.

  2. Le prime quattro righe rivelano che l’autore non ha assolutamente le idee chiare sul Buddismo. Cerco di provvedere io in modo che l’eventuale lettore capisca almeno questo. Il Buddismo è una morale di vita che ripudia la violenza, l’intolleranza e rispetta come sacra la vita di ogni essere senziente.

  3. Da una persona intellettualmente onesta ci si aspetterebbe ora un articolo dal titolo “Cristianesimo e Islam”. O forse i Buddisti sono miti e se ne può sparlare mentre i Musulmani sono della sua stessa pasta?

  4. Marco se lei non ha voglia di leggere articoli lunghi, vuol dire che non è in grado di approfondire. Il suo commento è diffamante nei miei riguardi, dimostra non conoscenza della materia e audace mediocrità. Se lei gradisce, come le dicevo altrove, può tranquillamente confrontarsi con me in un dibattito pubblico. Le apro il Catechismo della Chiesa cattolica, le presento il Denz. , le mostro altri dati oggettivi e poi la saluto cordialmente; in questo modo comprenderà che la mia non è ipotesi personale, ma è ben radicata nel cattolicesimo e nell’esperienza personale di vita in nazioni buddhiste.

    Joseph lei non ha le idee chiare sull’approccio allo studio delle religioni. Mi rendo disponibile per private ripetizioni, lo farò gratis.

    Gianluigi64 lei è fuori tema. La redazione dovrebbe bannare certi astuti personaggi.

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