Nyumba, casa

Padre Oliviero Ferro

Tutti desiderano avere una casa in cui vivere. Fin da piccoli, i genitori offrono ai figli questa protezione. Poi piano piano, crescendo, capiscono che nella casa ci sono delle persone con cui entrare in contatto e che devono fare la loro parte per renderla viva. Ognuno ha i suoi compiti, dai più grandi ai più piccoli. Anche se vanno a scuola, al ritorno a casa ognuno fa qualcosa. Chi va a prendere l’acqua alla fontana o al fiume, chi spazza il cortile, chi lava il pavimento, chi prepara da mangiare. I fannulloni non sono previsti nella casa africana, altrimenti vengono messi fuori. Poi, diventando più grande, il papà gli insegnerà come costruirla e come aiutare gli altri a fare la medesima cosa. Prima di sposarsi, il papà lo aiuterà a trovare il terreno adatto e cominceranno a pulirlo, togliendo erbacce e pietre. Poi cominceranno a scavare le fondazioni. E, a seconda dei soldi, si faranno dei mattoni con l’argilla o con il cemento (i blocchetti). Quando un bel mucchio sarà pronto, allora si chiederà l’aiuto degli amici per cominciare ad innalzare i muri. Sarà il turno del tetto con le travi per appoggiarvi le lamiere. Ma con molta calma e pazienza. Ma quando il lavoro sarà finito, allora sarà un momento di festa per invitare e ringraziare chi ha aiutato a creare un nuovo nido, dove un giorno dei bambinetti scorrazzeranno allegri e rumorosi. La vita continua.