La Fragola “favetta” di Terracina

  Giovanna Bergamasco
Le fragole ( il cui nome scientifico è fragaria vesca) hanno origini molto antiche e sono i frutti della pianta omonima originaria delle Alpi. Già i romani, ai tempi di Plinio il Vecchio, la chiamavano fragrans, da fragranza, poiché emanava ed emana tuttora un profumo gradevole e intenso. Si tratta di un frutto rosso originario appunto delle Alpi dove cresceva spontaneamente (fragola selvatica) e che sul mercato si trova da marzo-aprile fino all’inizio dell’estate, nel mese di giugno. Secondo le fonti storiche, già nella preistoria l’uomo era ghiotto di fragole. Il primo tentativo di coltivazione fu fatto nel 1400, ma solo a partire dal 1700 si iniziò la vera coltivazione, grazie anche alle qualità importate dal nuovo mondo, dall’America settentrionale e dal Cile. Il termine fragaria vesca deriva da una denominazione latina che allude al suo profumo fragrante. I romani ne erano grandi consumatori e perciò nei banchetti dei ricchi patrizi le fragole non mancavano mai. Questa pianta cresce spontanea in Europa, ma viene anche coltivata in moltissime varietà. La fragola spontanea dei boschi, ha accompagnato sempre nei secoli il concetto di frutto buono, delizia del palato, simbolo di amore. Luigi XIV, la fece coltivare nei giardini di Versailles, Shakespeare la definì “cibo da fate”. Le fragole si suddividono in rifiorenti e non. Le prime hanno un frutto piccolo e rifioriscono più volte consentendo una raccolta continua da giugno a ottobre. Le seconde sono specie selezionate che danno frutti più grossi e un’unica produzione all’anno. Le varietà più pregiate sono le fragole di bosco, piccole e dolcissime, che crescono spontanee soprattutto in alta montagna. La fragola è un frutto caratterizzato da un ottimo profumo e un sapore dolce: ha un peduncolo e una rosetta di foglie; la sua superficie è ricoperta da numerosi puntini di colore giallo o bruno e si divide genericamente in fragole di campo e fragole di bosco. La fragola di campo è a frutto piccolo e medio, più adatta per la preparazione di macedonie e conserve; quella di bosco (anch’essa ormai, coltivata), ha una consistenza maggiore e si conserva più a lungo. Le fragole sono facilmente deperibili, quindi vanno tenute in frigorifero, nello scomparto meno freddo, per 2-3 giorni al massimo, Ricche di vitamina C, rafforzano le difese naturali dell’organismo e, dal punto di vista nutrizionale, hanno un apporto calorico piuttosto basso: circa 30 Kcal/100 gr di prodotto fresco. Sono ricche di sali minerali ma, in soggetti predisposti, possono causare allergie. Sono preziose per la bellezza perché sono fatte al 90% di acqua e perciò idratano le cellule dell’organismo senza appesantirlo con troppe calorie, Sono anche ricche di enzimi capaci di attivare il metabolismo dei grassi e aiutare il corpo a dimagrire con meno fatica ed inoltre sono ricche di fibre che aumentano il senso di sazietà, regolarizzando l’intestino e facendo assorbire meno i grassi e gli zuccheri. Il contenuto di vitamina C delle fragole ( cinque fragole contengono una quantità di vitamina C pari a quella di un’arancia) favorisce l’assorbimento del ferro, utile per la formazione dei globuli rossi e per i muscoli, e la produzione di collagene, una proteina che previene le rughe e rafforza i capillari riducendo ritenzione idrica e cellulite. Questa azione antiritenzione viene potenziata dal potassio, un minerale di cui le fragole sono ricche. Inoltre sbiancano e proteggono i denti perché contengono xilitolo, un elemento dolce che previene la formazione della placca dentale e uccide i germi responsabili dell’alitosi. La coltivazione della Fragola “ favetta” di Terracina è iniziata nel dopoguerra quando un giovane contadino giunse a Roma da Terracina e decise di mettere a coltura, nel suo sterile terreno buono solo per la produzione di canne, quel piccolo frutto che aveva visto sui banchi di un mercatino del posto. Il canneto di cui era proprietario era uno stagno limaccioso in una delle aree più ostili ai numerosi tentativi di bonifica, a partire dal re degli Ostrogoti, Teodorico (510 d.C), fino a Papa Pio VI alla fine del XVIII secolo. Ma proprio in questo luogo difficile la fragola di Terracina ha trovato le migliori condizioni per esprimere caratteristiche uniche che ne fanno oggi un prodotto apprezzato dagli intenditori di tutta Europa. La storia della fragola è rimasta legata, per secoli, alla raccolta dei piccoli frutti delle piante spontanee del sottobosco. Oppure alle sporadiche coltivazioni durante le quali la pianta spandeva rami (stoloni) che si allungavano sul terreno e dai quali si differenziavano radici e foglie che davano origine a nuove piante. Come tuttora accade. La vera coltivazione iniziò però soltanto dal 1623 quando furono importate in Francia, dall’America del Nord, la specie Virginiana e, nel 1712 dal Cile, la specie Chiloensis che producevano frutti molto più grossi. Le fragole che oggi troviamo sul mercato sono derivate da incroci tra le varietà europee e quelle americane e superano talvolta i 30 grammi di peso. La Fragola “favetta” di Terracina (Lt) proviene dalla Francia e ha una dimensione intermedia tra i fragoloni e le fragole di bosco: è di aspetto tondeggiante, quasi sferico, con acheni ( i semini gialli che si vedono sulla superficie della fragola) piuttosto piccoli, immersi nella polpa, e un sapore delizioso dovuto a un perfetto equilibrio tra zuccheri e acidi. Il colore è rosso brillante, il profumo intenso, la consistenza soffice ed il suo gusto è decisamente più dolce di tutte le altre varietà conosciute.