Lourdes: interminabili viaggi per i treni bianchi!
Rita Occidente Lupo
Un tempo si sapeva che il treno bianco era il simbolo del viaggio della speranza. Del trasporto di quanti, provati nel fisico, s’affidavano alla Vergine di Massabielle, semmai come ultima speranza per restare attaccati alla vita. E, dinanzi al dolore, ci s’inchinava: e ci si poneva in atto di servizio, riscoprendo note di solidarietà. L’Unitalsi, dagl’inizi del Novecento, di viaggi a Lourdes, innumerevoli. Ma, col tempo, per guadagnare tempo, l’optional aerea. Che sembra funzionare meglio, perchè rabbercia i tempi, ma non è così semplice per gl’infermi. Di qui il barellato, che resta appannaggio degli sferraglianti vagoni ferroviari e col suo carico di malati. Anche questo pellegrinaggio di fine luglio, dell’Unitalsi campana, ormai di casa a Lourdes, in quanto negli anni ha acquistato il Salus Infirmorum ed altre strutture recettive, ha avuto le sue dolenti note: il ritardo ferroviario. Non si comprende come mai non si creino corsie privilegiate per i treni bianchi, lasciando in sosta i vagoni anche nella canicola! Comunque, i convogli sono giunti a destinazione nel pomeriggio, sotto rovesci di pioggia inclementi: facendo i conti con freddo ed acquazzone invernale! Ma il personale unitalsiano, senza concedersi battute d’arresto ha continuato a sistemare pellegrini ed infermi, a sistemare bagagli e vettura…insomma, un servizio di qualità e d’assistenza, in un caldo clima amicale, per far sì che tutto funzioni secondo quello spirito di servizio che volle Tomassi. E, con un buon pasto, per rinfrancare anche le energie, prima della consegna del cero, saluto del pellegrinaggio, nella basilica Pio X. Domani, tour de force, a partire dalla Via Crucis, alle ore 6,00. Poi seguirà confereza del dott. Alessandro de Franciscis, presso la sala Giovanni XXIII, al Bureau Medical, sulle guarigioni di Lourdes.