Lopa: nuova emergenza incendi in Campania
Che bruciare un bosco costituisca un reato di danno ambientale è sicuramente condivisibile, che ciò sia un effettivo deterrente è, purtroppo, tutto da dimostrare. Cosi è intervenuto, il Rappresentante della Consulta Nazionale dell’Agricoltura già Delegato del Presidente della Provincia di Napoli per il settore Agricoltura, Rosario Lopa , sulla nuova emergenza incendi. Le leggi, ha sottolineato Lopa , per essere efficaci, devono infatti essere applicate e ciò, significa che deve esserci la certezza della pena per coloro che commettono reati; invece, per quanto riguarda gli incendi boschivi, sappiamo tutti che il numero di reati accertati e di colpevoli consegnati alla giustizia è molto basso rispetto alla quantità degli stessi incendi. Per questo motivo, sottolinea l’esponente dell’Agricoltura, ferma restando la volontà messa in capo dalla Regione dalle Province, dal Corpo Forestale e degli enti preposti di moltiplicare gli sforzi per combattere gli incendi, continuo a ritenere che, in questo campo, la migliore arma debba essere la prevenzione, intesa, sia come cura e sorveglianza dei boschi, sia come educazione del cittadino al rispetto del bene ambientale. Gli incendi boschivi hanno sempre una doppia origine, spiega, non c’è mai l’autocombustione: ci sono invece la distrazione colpevole di persone che non stanno attente e non hanno prudenza oppure l’intento doloso di chi vuol distruggere la vegetazione, magari per intenti speculativi. In altre parole: potrebbe esserci una mano che appicca il fuoco. La sensibilizzazione di tutti i cittadini napoletani alla difesa del patrimonio boschivo, cittadini che invito fin d’ora di vigilare contro ogni forma di disattenzione che insieme all’opera criminale dei piromani, sono le principali cause dei nuovi focolai. E’ una battaglia di civilta’ che ci deve vedere tutti solidali e impegnati a svolgere un’azione comune contro gli incendiari, nella quale, lo ricordiamo, conclude Lopa, dopo l’approvazione della legge 36/2004 voluta fortemente dall’allora Ministro dell’Agricoltura Alemanno, è stato coinvolto attivamente il Corpo Forestale, tramite il riconoscimento di Forza di Polizia dello Stato nella difesa del patrimonio ambientale con compiti di polizia giudiziaria.
Cara Direttrice, l’atteggiamento della malavita è sempre lo stesso e dell’edificare continuo da anni ha fatto il suo punto principale di sviluppo economico. Di qui la sua presenza massiccia dentro gli appalti pubblici e la stretta con il potere economico. Per essa ambiente e salute della gente non contano (e ne hanno mai contato!). Contano solo i grandi affari. Il connubio tra malavita e politica è l’anello indispensabile per portare avnti questi affari. Se non si riesce a spezzarlo sarà sempre più difficile parlare anche di tutela del’ambiente.Se le leggi non si applica vuol dire che questo connubio è davvero troppo forte. E, poi, non dimendichiamoci che queste organizzazioni hanno valenti avvocati nel loro libro paga, cioè dei veri furfanti ed azzeccagarbugli e ne favoriscono anche carriere e fortune economiche.
Uno Stato e una classe politica che vogliono davvero combattere queste organizzazioni devono essere prima di tutto più credibili. Purtroppo non lo sono e, invece di tutelare gli interessi generali della nostra Comunità, si preoccupano solo di svilire leggi esistewnti e vincoli ambientali e di rendere più complicata la lotta stessa a queste organizzazioni che giustamente definiamo criminali.
Per quanto concerne, invece, gli incidenti colposi (cioè gli incendi che si sviluppano per semplice distrazione di qualche turista ecc., certo ci può essere anche dell’imponderabile. Questo non lo possiamo escludere. Ma c’è anche in molta gente uno scarso rispetto della matura e molti villeggianti trasformano questi boschi in un vero letamaio, spesso diversamente di come si comportano a casa loro. Ma questo non avviene solo nei boschi.Avviene nei giardini pubblici, nell’atrio delle stazioni, nelle piazze. E’ un problema culturale o anche di sciatteria e di enrzia in tanta gente o un probemaq più grave che una perdita di sanso comne. Credo che il problema più grande oggi sia il recupero dei cittadini ad una maggiore corresponsabilità alla conservazione dei beni ambientali come beni comuni che appartengono a tutti e non come privilegio di pochi. E questa corresponsabilizzazione non la si recupera solo con i sermoni: la credibilità di Istituzione e della c lasse politica sono essenziali. La gente odia le prediche.
Cordialmente, Onofrio Infantile Dom. 12 agosto 2012