A te che leggi dopo mezzanotte…”Putesse essere allero…”
“Putesse essere allero..” Pino Daniele, quel blues che l’era sempre piaciuto, ammantato di malinconia, tar quei vicoli che lei ben conosceva. Davvero sarebbe potuta esser felice, pensava, allegra, le sarebbe bastato davvero poco…ma forse, aveva osato troppo! Era stata diretta, esplicita, lapalissiana…allusiva…tutt’insieme dinanzi alla sua granitica corteccia, che sembrava non scalfirne il cuore! Eppure, esiste sempre un attimo, una frazione di secondo, in cui anche le maschere più perfette, allentano il silicone. ed in uno di questi magici momenti, elusivi ai più, noti solo a pochi eletti,…la grazia d’uno scatto! Un click l’aveva immortalato imbambolato a dir poco, a guardarla estasiato! Un’aria da perfetto ebete, a detta di chi scorgendolo di profilo, non aveva subito il polso di chi fosse! Un’aria trasognata, felice, intensamente confidenziale, assente dal contesto che lo circondava. Mentre qualcuno continuava a cercarlo con lo sguardo, a chiedergli ascolto, lui preso solo dal contemplarla! Il click aveva fatto giustizia: la foto, eloquente più di mille parole! Lui era letteralmente preso da lei, ma aveva finto di non vederla in ogni modo…tentando di resistere, in nome di quella maturità che possedevano entrambi e che gl’imponeva di non accelerare il cuore “Alla nostra età, mica si dice subito ti voglio bene…” Glielo aveva detto senza guardarla negli occhi, distrattamente alla guida e lei, quasi offesa dal sentirsi coinvolta da matusa, non riconoscendosi in tale ruolo, aveva ignorato di rispondergli imbarazzata. Chiuso a dir poco, ermetico, ma a volte così impulsivo che n’era spaventata. Al suo cospetto si era sentita goffa, non sapendo come muoversi…aveva cercato un’intesa che le aveva negato volutamente! Muto, tranne nel dirle “Dammi tempo…” Un timer gli occorreva, pensò decisa, ma chissà se avrebbe avuto l’occasione di donarglielo. Erano giorni che non lo sentiva e stavolta non avrebbe certamente avviato lei le mail…forse non si rendeva ancora conto ch’era chiusa quella specie di sortilegio, nel quale si ritrovava senza saper bene come. Eppure si sentiva diversa! Dentro di lei, anche senza volerlo, stavano cambiando tante cose. Si ritrovava costantemente a voler stare là dov’era lui, a rivivere determinate situazioni e giornate…quei gap che un tempo l’avevano allontanata da quel luogo, ora non le pesavano più. Riusciva ad esser ottimista ed a trovar la soluzione anche a mutar ambiente: osava sognare, di volersi gettare tutto alle spalle e di voler andar via. La tratteneva ancora un filo di lucidità sulle condizioni contingenti lavorative: lo sguardo di lui, quando gli aveva esternato il suo progetto…forse aveva capito tutto da un bel pezzo, aveva recitato un ruolo o stava solo considerando lei attentamente, la stava vivisezionando, cercando d’andar fino in fondo nella sua fermezza e nella sua sensibilità. Gli ultimi minuti l’ultima sera, l’imbarazzo d’entrambi, il non aver osato rompere quella cortina…lo aveva implorato di parlare, ma lui aveva atteso solo le sue mosse. Mentre trovava le parole, si era sporta dal sedile decisa, lo aveva squadrato dritto negli occhi; ricordando Pino Daniele “E dimme na parola, nun me lassà accussì…” aveva afferrato il coraggio, imponendogli di usare il suo ruolo per lei che…”Tra un mese sarebbe ritornata da lui”, prima che in autunno la raggiungesse lui…