Valle del Diano fumante!

Roberto De Luca

In questa estate di roghi, il Sole, nel suo moto apparente lungo l’eclittica tracciata sulla sfera celeste, sorge ancora ad Est. Dal punto di osservazione di casa mia il carro di Apollo si manifesta alla valle del Diano facendo la propria entrata trionfale dai monti della Maddalena, a confine tra la Campania e la Basilicata, proprio alle spalle della Certosa di Padula. Lo stesso carro che vide a terra esanimi trecento coraggiosi eroi con Carlo Pisacane nei pressi di Sanza, nel lontano luglio del 1857, in questo ennesimo giorno di canicola è oggi   oscurato dal fumo denso del rogo che si è sviluppato sui monti, a ridosso di un nucleo abitativo della ridente (o forse non più?) Sala Consilina. Le ragioni dei roghi e di altre nefandezze non sono state mai  scoperte, a memoria d’uomo. Forse l’ennesima prova dell’indigenza degli abitanti di questa desolata vallata, forse la loro malcelata rabbia verso la matrigna natura, forse semplice ignoranza, o forse il caso. O forse ancora il fio che bisogna ora pagare per esserci vilmente ritratti all’avanzare del Capitano “con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro”. Così continuiamo vilmente a sopportare che, anno dopo anno, un pezzo della nostra splendida terra, che non ha saputo dare una svolta alla Storia per la (perdurante) codardia della borghesia del posto, si trovi oggi a dar conto agli Italiani, esclusi forse i nuovi barbari e gli antichi nemici del Capitano, di quella strofa ricorrente della poesia del Mercantini.