Martini: la Chiesa dei fatti, sulla Parola

di Rita Occidente Lupo

La Chiesa ha pianto commossa la dipartita di uno dei suoi figli più autorevoli, in materia d’esegesi e di conoscenza della Parola di Dio. Il cardinale Carlo Maria Martini, che già aveva fatto parlare tanto a proposito delle unioni gay e dell’accanimento terapeutico, vissuto sulla sua pelle fino all’ultimo battito di vita. Eh sì, perchè a piangerlo in Duomo, centinaia di presenze e cordoglio da associazioni di categoria, come quelle gay, che avevano visto in lui un alleato alle loro battaglie sociali. Martini, affetto da Parkinson da circa 16 anni, ha vissuto giorno peer giorno la malattia con quella cristiana accettazione, che l’ha reso visibilmente apostolo di quella croce che Cristo portò per l’immolazione. Una delle tante figure del nostro tempo, quella del porporato, che ancora rivela come la Chiesa, seppur fatta di santi e di peccatori,  abbia delle guide autorevoli. Infatti, a capo della diocesi della Madonnina, in tanti a veder in lui, nel tempo, un’autorevole guida pastorale. Per questo, Martini, lascia un vuoto. Ed un interrogativo, contro gli stereotipi umani. Contro quanti credono che sia il discettare e non l’operare il passepartout per la salvezza. Di tali uomini abbiamo ancora bisogno perchè, purtroppo, mai come ora, il popolo di Dio vive una profonda crisi d’identità tra l’essere e l’apparire, la vita vissuta e la preghiera. Ma dinanzi alla morte, la verifica di una vita autenticamente vissuta.

Un pensiero su “Martini: la Chiesa dei fatti, sulla Parola

  1. Dal Cav. Attilio De Lisa con grande commozione di Cattolico Praticante a servizio della Santa Chiesa e al rispetto della Parola del Signore.

    Una Persona rispettabile e di grande orgoglio per la Santa Chiesa e Sua Santità Benedetto XVI.

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