Chiesa anche per i divorziati

di Rita Occidente Lupo

La Chiesa deve far i conti coi tempi! E di tale avviso sembra il cardinale di Milano Angelo Scola che, nel corso dell’omelia per la Natività della Vergine, ha avuto parole per i divorziati, invitandoli a sentirsi a proprio agio nella Chiesa, ch’è “vicina a quanti hanno il cuore ferito”. Alla luce della mole di matrimoni infranti, di convivenze di fatto, la Chiesa deve prender atto che cammina con l’uomo nel tempo. Pertanto, Scola ha incisivizzato il valore sacramentale del connubio, il fidanzamento casto, l’unione feconda. I parametri, sui quali l’istituzionalizzazione del sacramento, dalle nozze di Cana ad oggi, sempre fissi. ma il perdono, la misericordia, lasciano intravedere l’apertura nei confronti di chi non riesce a tener fede ad un vincolo fino alla morte. Una Chiesa fatta di Santi e di peccatori, tra luci ed ombre, non può non tener conto della debolezza umana. Senza per questo assumerne un paravento liberatorio: un alibi spendibile alla prima occasione. Resta fermo il principio dell’indissolubilità del matrimonio, connesso alla fedeltà ed alla procreazione responsabile, pur comprendendo chi vien meno nel cammino per la sua fragilità umana.

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