Silvio tace
Prima che Berlusconi annunci la sua ridiscesa in campo dovranno verificarsi almeno due condizioni. La prima : nel 2013 non dovremo andare a votare con il porcellum, legge che tornerebbe utile al Pd, dato favorito nei sondaggi, ma che per ragioni di opportunismo e di bon ton istituzionale non può essere difesa in pubblico. L’introduzione di un sistema proporzionale ( magari alla tedesca), viceversa, consentirebbe al Pdl di attenuare gli effetti della possibile sconfitta e di restringere i margini di una futura coalizione tra Pd, Sel e Udc. Lo stallo che ne deriverebbe, metterebbe in condizione il centro destra di stare al governo in una formazione allargata di ispirazione montiana, alla faccia di chi ha sperato e creduto nel ritorno al bipolarismo. La seconda : le primarie dei Democratici non dovrà vincerle Matteo Renzi, di fronte al quale il “nuovo” Berlusconi rischierebbe di apparire un altro vecchio da rottamare, assieme ai Bersani, Bindi, D’Alema e compagni. A queste due condizioni, potrebbe aggiungersene anche una terza : l’assoluzione nel Rubygate, la vicenda scabrosa del bunga bunga che lo scorso anno ha contribuito non poco alla rimozione dell’ex premier, poi risucchiato nel vortice degli spread. Non possiamo escludere, tuttavia, che il Cavaliere darà il suo annuncio al realizzarsi della sola riforma elettorale. Anche perchè le altre due condizioni potrebbero compiersi in tempi troppo lunghi rispetto alla sollecitata riorganizzazione del partito. Dalle colonne del Corriere della sera, intanto, Ernesto Galli Della Loggia sottolinea l’afasia del primo partito italiano di fronte alle scelte più strategiche che la politica è chiamata a fare da qui a poco. Il silenzio del Cavaliere, secondo Della Loggia, denoterebbe all’interno del Pdl un’assoluta mancanza di idee e di prospettive per il futuro, un inconcludente appiattimento del partito sulla figura obsoleta del ritrovato leader. Per la verità non si può escludere che l’eclissi di Berlusconi sia dovuta anche ad altre ragioni. La disarmonia scoppiata improvvisamente nel centro sinistra a causa del ciclone Renzi e delle complicate alchimie tra il Sel di Vendola e l’Udc di Casini suggeriscono a Berlusconi di rimanere alla finestra, sperando che le liti altrui lo facciano risalire nei sondaggi. La coperta di Bersani è corta, e l’introduzione di una legge elettorale di tipo proporzionalistico ( con un premio di maggioranza risicato) costringerebbe il gemello di Crozza a stringere un patto di legislatura che già sulla carta appare inverosimile ( che Casini e Vendola insieme non siano in condizione di amministrare neppure un condominio di periferia, lo intuisce anche un bambino, figurarsi un elettorato adulto e smaliziato). Come se non bastasse, il clamore che sta suscitando tra i democratici la discesa in camper del sindaco di Firenze rischia di scombussolare ogni piano e di far saltare le poltrone già assegnate per il prossimo governo. Sotto questo aspetto, l’insolito silenzio del Cavaliere può rivelarsi d’oro.
Foto 24emilia.com
@Angelo:
tace anche Fini: mi chiedevo in questi giorni che fine faranno quelli del FLI