Salerno: breve cronistoria di Piazza Libertà, Crescent, farsa all’italiana

Quanto accade nel cantiere Crescent – Piazza Libertà sembra essere la rappresentazione di una farsa all’italiana, con risvolti perfino drammatici. All’inizio si fecero pomposi proclami sulla grande piazza contornata da un colonnato dorico.  Poi venne fuori che il colonnato avrebbe sostenuto la speculazione edilizia chiamata Crescent. A quel punto, e siamo nel marzo 2009, il movimento No Crescent inizia a muovere documentate critiche al progetto di Bofill evidenziando il dissesto possibile dell’area di Santa Teresa. Solo poche settimane fa veniva presentata una nuova diffida, l’ennesima, all’Autorità di Bacino Destra Sele, al Prefetto e a tutti gli organismi di tutela. Chiaramente qualcuno ha tacciato le critiche come “falso allarmismo che spaventa il borghese ma non può impressionare né gli enti pubblici né i Giudici chiamati a pronunciarsi”.   E infatti venne il crollo, evento non impossibile da prevedere viste le problematiche idrogeologiche più volte sollevate, anche con approfondite perizie tecniche, da Italia Nostra e dal Comitato. Ma anche in presenza di un evento drammatico come il crollo di una porzione rilevante di piazza, la farsa continua, come in una rappresentazione teatrale. Lo scorso 10 settembre il responsabile del Settore Opere Pubbliche del Comune, con una Nota presentata in Consiglio di Stato, minimizza a ammonisce le associazioni: “è un lieve cedimento, nessun crollo, e non interessa i pilastri”. Il Comune e la società Crescent intanto insistono in Consiglio di Stato per proseguire i lavori interrati (in realtà, siamo a oltre 5 metri sul livello del mare) sull’area del caseggiato di Bofill perché ci sarebbero necessarie interferenze tra le due opere. Poi esce fuori che il perito della Esa Costruzione imputa alla società Crescent il problema strutturale della piazza, sarebbero i lavori alle fondazioni del fabbricato ad aver provocato “interferenze”, a questo punto da considerarsi gravemente perniciose.  Poche ore dopo il Comune si dice orientato a un rapido abbattimento della porzione di piazza e a una ancor più rapida ricostruzione, senza nemmeno accertare con precisione le cause del crollo. Siamo solo al primo atto di una farsa che appare anche grottesca. In un Paese più serio, a questo punto, si chiederebbero: non è opportuno verificare prima l’intera struttura che ha un’estensione di circa trenta mila quadrati? Non è opportuno verificare prima la causa del crollo? E se già individuata la causa, perché non renderla nota? E se il danno dipende dal cantiere Crescent perché non sospendere i lavori? Se tale ipotesi fosse vera, il Comune sarebbe chiamato a richiedere i danni alla società Crescent? Intanto lunedì prossimo il Comitato e Italia Nostra presenteranno in Procura un corposo dossier sugli ultimi avvenimenti e un’istanza di sequestro penale del cantiere.

Comitato No Crescent Italia Nostra