Kutaka, desiderare, volere
“Padiri, nataka kupata msaada” (padre,desidero ricevere un aiuto). Quando è una mamma che ti chiede semplicemente questo, non puoi rifiutare. In quel momento ti viene davanti agli occhi tua mamma (e tuo papà) e tutto quello che hai ricevuto da loro. Ti viene da pensare a quanti sacrifici hanno fatto per te. E allora, cerchi di aiutare questa, come altre mamme. E tu le vedi ogni giorno quanto fanno per mandare avanti la loro famiglia. Loro si mettono sempre all’ultimo posto, mangiano per ultime, vanno a dormire tardi. L’importante è che la famiglia stia bene, che i figli crescano e lei…possa sognare un mondo migliore. Quando ti chiedono qualcosa le mamme africane, lo fanno con semplicità, con pudore. Sanno che tu puoi fare qualcosa, che anche tu sei figlio di mamma e che capisci. Non ti obbligano, ma tu capisci che non puoi dire di no. Qualsiasi cosa è bene accetta. E’ il gesto del cuore, del tuo amore verso di loro che le riscalda, che dà loro la forza di continuare. Sanno che tu ti sei accorto di loro e che non le abbandonerai. Non si aspettano che tu risolva i loro problemi, ma che tu diventi compassionevole, che tu soffra con loro, che tu sogni con loro. E quando ti dicono “aksanti, padiri”(grazie,padre) con quegli occhi che dicono tante cose, tu ti senti felice, anche se gli hai dato poche cose. Ma loro, che hanno un cuore che non finisce mai, capiscono che tu vuoi loro bene, che ti senti parte della loro vita. E quando passi nel villaggio, le senti chiacchierare tra di loro, che fanno commenti. Ti guardano con simpatia e ti perdonano anche gli sbagli. Lo sanno che sei ancora un “mtoto”(bambino) che stai imparando a sentirti africano, uno della loro terra e hanno pazienza. Ti aiuteranno, come lo fanno con i loro figli. Insomma loro sono diventati la tua famiglia e tu sei a casa tua.