Convegni su “Il culto micaelico nella provincia di Salerno”

“L’Amministrazione provinciale ha voluto, fin dal suo insediamento, dare impulso al recupero delle delle tradizioni storiche, culturali e religiose della nostra comunità territoriale, nella convinzione che solo attraverso la conoscenza del passato possiamo determinare la crescita e lo sviluppo della nostra terra”. Lo ha dichiarato il vicepresidente della Provincia di Salerno, Antonio Iannone, al convegno “Quis ut Deus? Il culto micaelico nella provincia di Salerno”  che si è svolto ieri sera nella parrocchia di San Michele in Vettica di Amalfi. “In tale ottica – ha continuato – su impulso dell’assessore alla Cultura Matteo Bottone, abbiamo inteso promuovere un ciclo di giornate di studio sul tema del culto di san Michele Arcangelo, tanto sentito nell’intero territorio della provincia di Salerno”. “Un patrimonio religioso – ha aggiunto Matteo Bottone, assessore alla Cultura e ai Beni Culturali della Provincia di Salerno- che interessa comunità territorialmente distanti, ma tutte raccolte in devozione a San Michele: da Amalfi a Pertosa, Olevano sul Tusciano, Caselle in Pittari”. Al convegno hanno partecipato, tra gli altri, don Angelo Mansi, parroco di San Michele Arcangelo in Vettica, monsignor Orazio Soricelli, arcivescovo della diocesi di Amalfi  e Cava de’ Tirreni, Alfonso Del Pizzo, sindaco di Amalfi, la professoressa Amalia Galdi dell’Università di Salerno che relazionato su “Il culto Micaelico tra bizantini e longobardi”, Giuseppe Gargano del Centro di Cultura e Storia amalfitana, che ha parlato de “I luoghi di culto della Longobardia Minor dedicati all’Arcangelo Michele”, Giovanni Camelia del Comitato scientifico del Centro di Cultura e Storia amalfitana, che si è soffermato sull’aspetto iconografico della figura di San Michele, e Nicola Esposito del commissariato di Polizia di Castellamare di Stabia, che ha parlato della figura di San Michele protettore della Polizia di Stato. Le conclusioni sono state affidate a padre Gianfranco Grieco della Pontificia Seraphicum di Roma.