Il passo indietro
Non vorremmo che a forza di passi indietro un giorno di questi Berlusconi ce lo ritrovassimo su una nave da crociera a cantare con il suo amico Confalonieri. Sta di fatto che la notizia del suo arretramento per agevolare la riunificazione dei cosiddetti moderati ( parola della quale sentiamo parlare da anni senza però conoscerne il significato) ha già scatenato un ridda di voci e di illazioni sul futuro del centro destra. In assenza del Cavaliere, cosa ne sarà del Pdl? Riuscirà la galassia dei conservatori liberali a trovare in pochi mesi un nuovo federatore capace di riassemblare la storica coalizione che l’indomani di tangentopoli affondò la gioiosa macchina da guerra di Achille Occhetto? Il passo indietro (o di lato) di Silvio Berlusconi non rappresenta un fatto di poco conto nell’evoluzione del magma elettorale che di qui a poco dovrà delineare i futuri schieramenti alle politiche del 2013. Nè potrà essere archiviato come il naturale congedo di un politico attempato e vessato da mille questioni e conflitti di interessi, economici, giudiziari e personali. Tutt’altro. E’ possibile immaginare, ad esempio, che la sua assenza ingombrante possa ribaltare le prospettive di vittoria dei Democratici, i quali ( al netto della probabile sconfitta di Renzi alle primarie) potrebbero ritrovarsi isolati in un raggruppamento post-comunista, con gli alleati Vendola e Susanna Camusso ad indicare la rotta. Ma l’annuncio di Berlusconi serve a scuotere soprattutto l’altro fronte, vale a dire il suo, in questo momento alle prese con mille turbolenze e minacciato da scismi di ogni genere. Come reagirà l’Udc di fronte alla possibilità, questa volta reale, di allargare l’area dei popolari europei di istanza in Italia? Casini, e con lui Gianfranco Fini, non vorrà per caso imitare il gesto di responsabilità del Cavaliere e decidere di rottamarsi da solo, dopo aver trascorso almeno un trentennio nelle aule parlamentari, prima al traino della Dc e poi del suo ultimo anfitrione forzista? O spera di sopravvivere al giudizio impietoso degli elettori, che, stando anche ai sondaggi, si sono stufati del suo partito ad personam e della sua inconcludente permanenza nei luoghi di comando? Sollecitato da un giornalista, Berlusconi non esclude che il prossimo leader del centro destra possa essere Mario Monti. L’indicazione, che sa di bacio della morte, lo stesso dato a Renzi qualche giorno fa, non deve essere piaciuta ai due esponenti del terzo polo, già lista nazionale, già comitato di salute pubblica. I quali, dopo essere stati spiazzati dal passo indietro dell’ex premier, dovranno vincere pure l’imbarazzo di spiegare ai loro pochi elettori la ragione per la quale hanno già raggiunto ( forse) un accordo elettorale con Bersani.
Ma ha senso agitare sempre il fantasma del comunismo come se fossimo nel 1950, Berlusconi fosse De Gasperi e quelli che stanno alla sinistra del PD (o all’occorrenza dentro il PD) Togliatti? Dopotutto, ci siamo sorbiti 20 anni di fascisti e post-fascisti senza fare tutte queste smorfie.
Bertinotti è stato presidente della camera, Fini anche. Napolitano è presidente della Repubblica e nessuno di questi ha minore prestigio di Irene Pivetti.
Non è il momento di superare questa campagna elettorale permanente in favore di contenuti più pragmatici e meno ideologici?
Ad esempio: quello spazio al centro occupato da Fini, Casini e dal fantasma di Montezemolo (e Monti) è una occupazione che oramai suona come abusiva. Che elettori hanno questi? Che hanno mai realizzato?
Saranno pensionati dalla storia? Speriamo!!!
AH!! La gioiosa macchina guerra fu sconfitta, ma poi ci pensò l’alleato Bossi a far cadere quel governo in poco tempo!!!
In questo Paese, lo spettro del comunismo continuerà ad aleggiare fino a quando una parte dei suoi abitanti e della sua classe politica voterà per l’acqua pubblica, i trasporti pubblici, l’energia pubblica e lo smaltimento dei rifiuti pubblici. Finchè ci sarà qualcuno al quale dovremo rendere conto perchè e per come spendiamo il nostro denaro. Fino a quando non saremo liberi di parlare al telefono senza correre il rischio di essere spiati. E fino a quando ci saranno dei sindacati che si batteranno per la difesa dell’art. 18 e di tutte le altre norme dello statuto fossile dei lavoratori.
Ma guardi che il nostro paese è in compagnia di tanti altri paesi moderni ed europei che hanno dei servizi che sono pubblici senza alcun problema (anche in Europa e anche paesi molto più ricchi del nostro). Lei parla di comunismo per intendere “eccesso di Stato” e io sono d’accordo su questa idea che lo Stato su molte cose possa farsi indietro (ma “comunismo” è un’altra cosa proprio e lì entriamo nel campo della propaganda di Berlusconi I).
Quanto ai sindacati: ma le pare che gente che prende 900/1000 euro netti al mese e che se perde il lavoro non si sa cosa possa andare a fare ed entro quanto tempo (cioè: MIGLIAIA di loro nel mercato italiano del lavoro!) non si aggrappi al sindacato per avere una quantità di diritti riconosciuti? Lei che farebbe? Direbbe: no, licenziatemi subito e non mi reintegrate, ho deciso che da oggi la mia famiglia non deve mangiare finché non trovo lavoro qui in Basilicata!!! :-)))
I sindacati tedeschi sono fortissimi e decidono molte più cose dei nostri sul futuro stesso delle imprese: i loro lavoratori percepiscono 1800 euro al mese e se vengono licenziati trovano lavoro in fretta. Cosa in effetti protegge i lavoratori italiani nello stesso settore? Nulla, tranne l’articolo 18, che è la stessa cosa che tiene in piedi il sindacato stesso. A Marchionne nel 2009 il sindacato tedesco ha potuto liberamente dire che non gli sembrava un piano serio il suo e lo ha rispedito a casa. Figuriamoci qua cosa sarebbe successo: “i cacicchi della Camusso impediscono la crescita della FIAT”…
C’è tutta un’altra verità, che nessuno vuole dire: e cioè che quando tu metti quel po’ po’ di tasse sulle buste paga (ed è con quelle che mandi avanti lo Stato, altro che patrimoniali), la questione si complica perché lo Stato non può rinunciare a quelle tasse (che sono FISSE e il lavoratore non se ne può liberare) e quindi preferisce che tu rimanga occupato, al contrario del datore di lavoro, che preferirebbe in periodi di crisi metterti alla porta. Cosa che in un mondo del lavoro diverso da quello italiano ci potrebbe pure stare, ma vallo a dire allo Stato che mangia sugli stipendiati FIAT e preferisce non farli gravare sull’INPS e poi sulla società. E’ ovvio che lo Stato manda avanti il sindacato e “accova la mano”, no?
Traggo quanto segue da un articolo sul web, lo ritroverà facilmente (“Marchionne non convince i sindacati tedeschi”). Leggendolo si potrà rendere conto di quanto contino i sindacati in Germania:
“Il sindacato vuole salvare le migliaia di posti di lavoro negli stabilimenti tedeschi (Opel occupa 26mila persone in Germania ed è stata abbandonata dalla Casa madre americana, anch’essa sull’orlo del fallimento) e non crede che una fusione con il Lingotto sia la soluzione migliore. Secondo i lavoratori, se l’accordo andasse in porto, i modelli della Casa torinese si sovrapporrebbero con quelli Opel, perchè troppo simili, e sparirebbero. Inoltre, c’è una lista di condizioni che il nuovo acquirente dovrà rispettare per avere Opel.
Huber, che non ha mai nascosto di preferire la “serietà” dell’industria di componentistica austro-canadese Magna a quella italiana, ha spiegato che il sindacato darà il suo via libera all’operazione solo a patto che nessuno stabilimento tedesco verrà chiuso, che ci sia una sostanziosa iniezione di capitali e che Opel possa godere di un largo grado di indipendenza. Il timore è che la Opel possa diventare una mera divisione di un gruppo automobilistico pan-europeo, per questo i lavoratori vogliono sedere nel Cda e avere voce in capitolo in tutte le decisioni, ***un potere riservato ai dipendenti di aziende a controllo tedesco*** e che la Opel – quale parte di GM – non ha mai avuto. Le richieste degli operai potrebbero, a questo punto, anche essere interpretate come una “scusa” dovuta ad una mancanza di fiducia, considerando pure le rassicurazioni di Marchionne sulla tutela dell’occupazione in Germania.
ll sindacato dei metalmeccanici tedesco Ig Metall si è inoltre dichiarato “aperto a colloqui anche con altri investitori”. Un’affermazione rischiosa per la Fiat, perché domani dovrà competere non solo con la Magna, ma anche con l’investitore americano Ripplewood, che potrebbe entrare in lizza per Opel. A questo punto non è chiaro infatti se si faranno avanti anche altri pretendenti, l’unico elemento sicuro è che le offerte devono essere presentate sia al governo tedesco, attraverso il Ministero dell’Industria, che alla Casa madre americana.”
il berlusca fa un ragionamento giusto quando propone monti come premier bandiera dei moderati. come ho già avuto modo di esprimerti il monti è un moderato serio. e, il monti, ha fatto molte più cose di destra di 20 del nostro piccolo buffone priapisticamente chimico e pure un poco interessato.
la questione, oltre al fatto, non secondario, che il pagliaccetto di arcore è capace di smentirti dopo un minuto dicendo il contrario, è se anche tu, bandiera nel liberismo libertario e liberale in salsa napoletano-salernitana (insomma cozze e vongole), sei disposto ad accettarlo. cioè a dargli tutto il credito che fino ad oggi a me mi pare tu gli hai negato. ovviamente, ai miei occhi, tu rappresenti un modo di vedere le cose della società.
angelo questo è uno che non sa dire le barzellette, scherza raramente in maniera molto british e quindi dovrai scordarti i condoni, i soldi per sanare i deficit dei comuni di catania e di roma, le quote latte e la cosa più importante a questo professore qua tutte le storie (fole ideologiche per ghiozzi) del cristianesimo utilizzato come esorcismo finirà.
al contrario casini, fini ed oggi pure moroni e bossi, forse anche formigoni, si comportano come amanti traditi e quindi sono stizzosi e rancorosi perchè nessuno di loro ha mai avuto l’investitura che pensava di meritare.
p.s. guarda che non sono fessi ne renzi ne marchionne. sta polemica a me mi pare che sia cascata come il cacio sui maccheroni di rossiniana memoria.
Che Marchionne e Renzi non siano fessi lo scrivo da tempo.
Monti viene generlmente collocato nell’area moderata e liberale. Credo però si tratti di una forzatura ( almeno in parte). Il Prof è più un tecnocrate dirigista che un autentico liberale. Può darsi che la sua azione di govrno sia condizionata oltremodo dai partiti, ma da quando è palazzo Chigi non c’è un solo parametro economico che gli dia ragione. In altre parole, stavamo meglio quando stavamo peggio. Monti doveva risolverci il problema dello spread, ma a quanto pare l’asticella di quel valore è ancora alta, nonostante gli interventi prodigiosi della Bce. E per come è messa oggi la nostra economia, dovrebbe essere ancora più alto ( che strano).
Per Gabriella : i sindacati in Germania operano con maggiore duttilità, sono aperti al decentramento contrattuale, e se un loro iscritto si assenta dalla catena di montaggio per vedere Napoli – Real Madrid, lo prendono a calci.
Io per 900 euro al mese me la andrei a vedere al San Paolo! :-)))
Scherzi a parte, lei giustamente se la prende con un l’abuso di un diritto: usare gli strumenti legali (un diritto come quello dello sciopero) per andarsi a fare i fatti propri per quattro ore un pomeriggio in cui c’erano gli Europei. E’ giusto, ma si tratta storicamente di pochi casi isolati: penso che sia gli operai, sia i sindacalisti sappiano che fare sciopero in questo modo svilisca il valore stesso dello strumento che hanno a disposizione. E certamente qualcuno ne ha approfittato per criminalizzare operai e i sindacalisti che non vogliono lavorare perché sono dei lavativi e quindi vanno licenziati per l’abuso di questo diritto.
Se questo discorso fosse valido per tutto, allora quando il nostro ex-premier ha abusato del diritto fabbricando leggi che servivano abbastanza chiaramente solo a lui (All Iberian 2, SME-Ariosto, altri che non ricordo), avrebbe dovuto essere “licenziato” a furor di popolo. E invece è rimasto al suo posto, eppure quello che ha fatto è altrettanto “criminale” (a mio avviso molto peggio di quattro fessi che organizzano uno sciopero per vedersi la partita).
P.S.: non mi sembra che l’articolo che le ho copiato dimostri alcuna duttilità da parte del sindacato tedesco: dimostra che hanno un potere talmente grande da sedere direttamente nel CDA delle aziende. E a quel punto quale potrebbe mai essere un motivo di attrito, mi scusi? Decidono il da farsi praticamente ASSIEME ai proprietari!
“Io per 900 euro me la vedrei al San Paolo” : Bellissima!
Angelo Cennamo, era solo una battuta! 😀
Bellisima lo stesso. Sa perchè un operaio italiano prende quello stipendio? Perchè abbiamo le tasse più alte del mondo, specialmente sulle imprese ( 70%). E sa perchè da noi le tasse sono così alte? Perchè gli italiani vorrebbero lo Stato anche nel bagno e nello sgabuzzino di casa loro : scuola pubblica, ospedali pubblici, trsporti pubblici, energia pubblica, rifiuti ed acquedotti pubblici, tomba pubblica, preservativi pubblici……..
Continuare a rimpallarvi la palla sui cosiddetti “casi isolati” non porta da nessuna parte. Mi sembra il dilemma dell’uovo e della gallina: sono più i casi di imprenditori che sfruttano i dipendenti, oppure quelli dei dipendenti che lesinano le proprie forze sul luogo di lavoro ufficiale?
Qualcuno diceva che le domande che non si rispondono da sé sul loro nascere, non avranno mai risposta.
Basta rendere conveniente l’onestà non soltanto punendo il suo contrario, il che è ovviamente sacrosanto. Ma cercando il modo per far nascere incentivi affinché quei comportamenti “isolati” siano culturalmente, socialmente ed ECONOMICAMENTE penalizzanti.
I sindacati nei cda, il decentramento che non faccia di tutta un’erba un fascio sono delle potenzilaità da sfruttare. Perché Testa Pelata Bersani non ascolta Ichino? Quindi prima l’uovo o la gallina? Max Weber risponderebbe immediatamente: l’individuo, la cellula.
Le tasse sulle buste paga italiane sono molto alte: come se ciò non bastasse, in Campania ci ritroviamo l’IRPEF più alta d’Italia.
Le tasse sulle partita IVA sono lo stesso alte, e non permettono ai giovani imprenditori e liberi professionisti grandi manovre, secondo me favorendo la microevasione.
Se tu tassi anche i redditi bassi, uccidi i consumi e di conseguenza la crescita. Il fatto che lo Stato su mille Euro netti, ne prenda seicento di tasse come niente fosse è aberrante. Lo capirei per redditi molto alti (cioè, se tu ad un reddito di 5000 euro netti togli 500 euro non succede nulla)… Il problema è che lo stato vive con quelle tasse: se milioni di italiani tutti i mesi versano nelle casse dello stato quel po’ po’ di soldi, lo Stato ci mangerà sempre: sono soldi sicuri. Vale per i cittadini, come vale per le imprese.
Però c’è da dire che nessun governo (men che meno quello attuale) in 20 anni si è mai fattivamente adoperato per cambiare questo stato di cose in maniera radicale.
Io, cittadina italiana, vorrei meno tasse sui miei guadagni sicuramente. Però, non sono d’accordo con lei: da noi è proprio peggio. Negli altri paesi in cui la pressione fiscale è alta (Danimarca, Belgio, Svezia, Francia, Finlandia, ecc.ecc.) i cittadini hanno in cambio dei veri servizi, non quello che abbiamo noi!!! Noi paghiamo oggi quanto sperperato da governi dell’epoca di Craxi fino ad oggi, che non sono stati capaci di contenere le spese ed hanno accumulato un debito esorbitante, che adesso andrebbe pagato da noi.
Come detto in altri post, io non sono contro il privato: penso solo che il privato in determinate circostanze vada controllato adeguatamente perché non approfitti del consumatore. Tutto qua.
C’era una proposta splendida relativa alle ZFU (Zona Franca Urbana) pensata da un governo Prodi: una volta arrivata nelle mani di Tremonti e della Lega questa proposta (che in Campania se non ricordo male avrebbe favorito lo sviluppo di Napoli Est, Mondragone e Torre Annunziata, attraverso una completa detassazione delle imprese per 5 anni) è stata modificata fino ad essere inutilizzabile in quanto la Lega riteneva che si trattasse di uno strumento che favorisse troppo il Sud. Pare che il governo Monti la stia re-inserendo nel decreto Sviluppo 2, ma non ho capito se nella inutile forma di Tremonti o in quella iniziale. Nel caso, mi trasferirei a Napoli Est subito, il San Paolo sarebbe anche più raggiungibile! 😉
Angelo Cennamo, non ho capito: la FIAT è piena di lavativi? Non mi è chiaro questo punto.
Se questo è vero, non c’è alcun articolo 18 che tenga perché in effetti in quel caso (e in quello di negligenza) il licenziamento è assolutamente valido.
Se tu riesci a rendere credibile uno sciopero è perché comunque la tua azienda ti fornisce in quei giorni il motivo per farlo: che poi tu lo faccia in concomitanza della partita rientra in quello che dicevo prima (un abuso -legale- di un diritto).
Angelo Cennamo, secondo me se per caso dovesse vincere Bersani le elezioni, il ministro del lavoro non potrebbe essere nessun altro che Ichino. Ma è un mio pensiero.
Scusi Angelo Cennamo, io non mi ero proprio accorta che negli ultimi due post volevo rispondere ad AMGELO, non a lei!!!
Così mi “confonde”, Gabriella.
Amgelo, i post delle 14.57 e quello delle 14.59 erano in risposta a lei: ho letto solo i contenuti dei vari post convinta che li stesse postando sempre Angelo Cennamo. Solo tempo dopo mi sono accorta dell’errore.
La tassazione sulle imprese italiane è al 70% ( record mondiale), Nei paesi da lei citati è sotto di almeno 20 punti.
Lei ha parlato degli operai della Fiat. Io le faccio un altro esempio : i professori sono scesi in piazza perchè il governo vuol portare l’orario settimanle da 18 ore a 24 ( compensando con 15 giorni di ferie in più). Non le sembra fuori luogo questa protesta?
Angelo Cennamo, una cosa è che qualcosa sia “fuori luogo”, una cosa è che sia “illegale” nel diritto, altra cosa è che sia direttamente illegale. Non so niente di questa protesta, ma manifestazioni e scioperi sono regolamentati con diritti e doveri.
Dal punto di vista dei fatti concreti: se la somma delle ore in più corrisponde ai giorni di ferie e la retribuzione rimane la stessa, trovo la protesta “fuori luogo”.
Mi dicono anche che le ore cosiddette “frontali” sono molto pesanti rispetto a quelle di correzione compiti e altre cose che fanno i docenti, quindi forse protestano perché si tratta di ore in classe? Glielo chiedo perché non ne so nulla. Così come la mette lei, probabilmente è “fuori luogo”.
Sulle tasse, le ribadisco: il carico è inaudito, con la importante differenza che dove il carico è comunque alto si vedono servizi (pubblici) che qui non si vedono, cioè al cittadino qualcosa di “tangibile” viene restituito.
Come non vale la pena essere una impresa in Italia (impiantarne una nuova), non vale la pena essere un cittadino italiano in questo stato di cose. Non per niente, molti se ne vanno all’estero, dove i 900 euro dell’operaio locale, i 1000 dell’impiegato, ecc.ecc., sono le paga della baby-sitter.
Ecco qua un bel quadro d’insieme sulle tasse: http://www.pmi.it/impresa/contabilita-e-fisco/articolo/55777/tasse-sulle-imprese-litalia-nel-confronto-internazionale.html
Io mi riferivo, nello specifico, al carico fiscale sulle imprese, che in Italia è al 70% ( in Usa, ad esempio, è inferiore al 30%).
Sì, ho capito, le tasse sono alte: stiamo dicendo la stessa cosa. Alte per le imprese, alte per i lavoratori autonomi a partita IVA, alte per i dipendenti.
Ma in 20 anni nessuno ha posto rimedio.
Evidentemente a livello di sistema non si può fare granché, né siamo un paese capace di avere un pubblico che converte le tasse pagate in servizi decenti come in molti altri in cui il pubblico è presente ma non diventa un problema.
Ho il sospetto che anche privatizzando qualunque cosa non si risolverebbe nulla perché qualcuno dovrebbe sempre pagare quel famoso debito che si accumula dai tempi di Craxi.
Non basta privatizzare ( errore di Prodi). Serve liberalizzare ( è una cosa diversa).
Angelo Cennamo, le segnalo la lettera di una professoressa sull’argomento da lei citato: http://nonvolevofarelaprof.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/10/12/lettera-molto-seria-di-una-insegnante-al-ministro-profumo/
Certo, conoscere le cose dal di dentro è sempre interessante.
Angelo Cennamo, però mi deve spiegare (se ne ha voglia) quale è il meccanismo che -attraverso la privatizzazione e la liberalizzazione- conduce al risanamento dell’economia italiana. Di fatto, la privatizzazione toglie a noi degli oneri, ma li riversa sulle aziende (che poi vengono tassate e girano le tasse all’utente, e siamo punto e da capo). In tutto ciò, il debito in che maniera viene abbattuto?
Privatizzare equivale a vendere un’azienda pubblica ( che spesso opera in regime di monopolio) ad un privato. Il risultato è il più delle volte insoddisfacente : 1) perchè il monopolio non viene cancellato; 2) perchè quell’azienda rischia di essere finanziata e gestita indirettamente dalla politica = servizi scadenti a prezzi che restano inlterati.
Liberalizzare, al contrario, equivale ad aprire il mercato alla competizione tra più soggetti ( pubblici e privati). La concorrenza migliora la qualità del servizio e rende i prezzi più competitivi. Di conseguenza : 1) c’è più occupazione, con personale selezionato inevitabilmente secondo logiche meritocratiche ( altrimenti non competi); 2) più soggetti pagano più tasse di uno solo; 3) il consumatore può scegliere il prezzo più basso a parità di servizio e non paga le tasse per mantenere ( pesso) dei parassiti.
Ma c’è di più caro Cennamo.
anche quelle privatizzate hanno una cospicua porzione di azioni detenuta dal Tesoro e lì ci vanno a finire i figli dei politici, dei parenti dei politici, degli amici dei parenti degli amici dei politici. Capito lo schifo dov’è, Gabriella?
Ma cacchio avete visto Report domenica?
Angelo Cennamo: tutto quello che lei dice è valido nella teoria, ma poco applicato/applicabile in Italia nella pratica.
Ad esempio: il punto 1 è relativamente vero. Prima di passare alla libera professione ho lavorato nel privato (il vero privato, slegato dal pubblico in maniera totale) e le garantisco che anche lì le assunzioni non avvengono necessariamente in maniera meritocratica. A volte prendi “uno” per fare un piacere ad un’altra azienda o per ragioni politiche. Altre volte prendi delle risorse perché lo Stato ti sgrava i suoi costi per anni dalla data dell’assunzione.
Sul punto 2: come “più soggetti pagano più tasse”? E facciamo tanto per dire che si devono pagare meno tasse e poi gliele suoniamo a tutti gli imprenditori senza pietà?
Sul punto 3: anche qui, nella teoria è tutto vero, purché poi non si vada a finire con aziende apparentemente concorrenti che stabiliscono privatamente accordi per fregare il consumatore. Le compagnie telefoniche private italiane, ad esempio, hanno preso multe esorbitanti proprio per questa ragione. Guardi il motivo per cui l’iPhone in Italia costa tanto… http://gadget.wired.it/news/cellulari/2012/09/27/iphone-5-perche-in-italia-costa-di-piu-65487.html
Amgelo: no, non ho visto Report domenica, non mi piace perché secondo me spettacolarizza le inchieste e quindi come lo vedo cambio canale.
Se si riferisce ad ENEL, credo che sia l’unica delle compagnie elettriche con quote del Tesoro, ma attendo smentite. Quello che lei chiama “lo schifo” si ritrova sia nel pubblico, sia nell’intreccio tra pubblico e privato. In Italia il privato e il pubblico sono pericolosamente vicini e ciò genera la famosa “corruzione da 60 miliardi di euro l’anno” alla quale si sta tentando di porre rimedio (mi pare anche che vogliano far ritornare il “falso in bilancio” come reato).
Di Report mi pare di aver captato un paio di minuti in cui si parlava in maniera non molto lusinghiera delle fondazioni (ma potrei aver captato una cosa per un’altra).
Gabriella,
se più soggetti ( aziende) pagano le tasse, le tasse sono più basse.
Molte aziende private operano secondo la logica di quelle pubbliche perchè operano in regime di monopolio o di oligopolio : contro i cartelli ci sono delle autorità di vigilanza.
L’esempio delle compagnie telefoniche è un supporto alla mia tesi e non alla sua : oggi telefonare costa molto meno ( quasi nulla) rispetto a 20 anni fa. Una volta, se facevi un’interurbana di un’ora al giorno, all’arrivo della bolletta rischiavi l’infarto.
Basta vederli con criterio quei programmi, spogliandoli della parte spettacolare.
Sarebbe informata su certe perversioni del sistema controllo pubblico: le poste, il gas, i treni, la luce, la tv, l’acqua, Finmeccanica, la Cassa Depositi e Prestiti….e vai!
Angelo Cennamo, io non sono convinta che spostare le tasse dagli italiani tutti a tante aziende cambierebbe la sostanza dei fatti. Il debito non verrebbe comunque abbattuto (i soldi quelli sono: o li cacciano i cittadini o li cacciano le aziende: la coperta è comunque corta e comunque i costi tornano ai cittadini). Quello che dice sulle telefonate è vero, ma oggi il telefono non è più “il telefono”, è soprattutto il servizio ADSL, che nei paesi europei costa molto (ma molto) meno e viaggia ad una velocità tripla. Le compagnie italiane continuano a vendercelo al prezzo di una novità.
Amgelo, non li voglio vedere, mi angosciano, e preferisco informarmi diversamente (leggendo). Ma sfonda una porta aperta: lo so bene che il pubblico ITALIANO non funziona. Quello che mi domando è cosa cambierebbe nei numeri privatizzando e credo, come detto ad Angelo Cennamo, che nel breve termine (almeno 10/15 anni) non cambierebbe assolutamente niente, le aziende girerebbero le tasse da pagare al cittadino, il cittadino pagherebbe sempre per il debito e per le tasse che lo stato mette alle aziende. Siamo sempre lì, e se a questo si aggiunge la crisi internazionale e il fatto che il mondo non è più lo stesso può avere un quadro molto più vago di quello che lei nella teoria può immaginare.
Gabriella, ma cosa dice? Se aumenta il numero dei contribuenti, diminuisce il carico fiscale su ognuno di loro.
Chi crede che li paghi gli stipendi alle società municipalizzate? Se quei servizi vensissero liberalizzati e gestiti in regime concorrenziale da più aziende private, smetteremo di pagare gli emolumenti dei consigli di amministrazione e dei lavoratori di quelle aziende. Pagheremo solo il costo dei servizi praticati dai privati.
Non solo, ma si ridurrebbero anche gli spazi della corruzione; quindi altro risparmio di denaro pubblico.
Angelo Cennamo, forse mi sono spiegata male (possibilissimo). Le sto dicendo che alla sua (condivisibile) analisi manca completamente il terzo incomodo, che è il debito pubblico GIA’ ACCUMULATO.
Se mi spiega come viene abbattuto…
Tutto quello che vuole, Gabriella, ma siamo sempre là con lei:
da una parte una certezza collaudata, il pubblico non funziona, dall’altra una previsione: le cose non cambierebbero.
teoria per teoria le dico che con la mia ricetta (competizione pura)ci vorrebbe un decimo del tempo per abbattere il debito.
Sì, Amgelo, ma il pubblico in tanti altri paesi funziona decentemente, diciamocela tutta.
Noi abbiamo cinque anomalie grandissime: un pubblico che non funziona, una corruzione esagerata, una tassazione esagerata, un debito pubblico immenso, un tasso di criminalità elevatissimo. Questo, badi bene, in una crisi mondiale che non conosce eguali e dalla quale non si sa ancora come usciremo.
La sua ricetta (che è poi una vecchia ricetta, nulla di particolarmente nuovo o “magico”), se si partisse da 0 potrebbe anche funzionare. Il problema è che partiamo da -1000 e prima che si arrivi a zero vanno fatti molti altri passi.
“Una corruzione esagerata, una tassazione esagerata, un debito pubblico immenso, un tasso di criminalità elevatissimo” : tutte queste cose dipendono dall’inesistenza o dal cattivo funzionamento del libero mercato. La corruzione si annida nella pubblica amministrazione, di Enti e di società pubbliche. Gran parte della tassazione serve a pagare una pletora di dipendenti pubblici inutili : nella politica, nella p.a. degli Enti ( La Regione Sicilia da sola ha circa 25.000 dipendenti……in Calabria ci sono il triplo dei forestali di tutto il Canada), nelle società miste ( quelle dell’acqua pubblica). Il debito pubblico non l’ha generato di certo Benetton, Briatore o il panettiere sotto casa mia : l’ha generato quella stessa pletora di funzionari e faccendieri pubblici che ci governano e ci amministrano ( male). La criminalità organizzata con chi crede che faccia affari? Con la politica. Dunque : Regioni, Province, Comuni, Società municipalizzate, Comunità Montane…….
Il debito pubblico si combatte frenando l’indebitamento. E l’indebitamento si frena con poche tasse e meno spesa pubblica.
Spero di essermi spiegato meglio.
E proprio perché si parte da -1000 e perché l’Italia ha una complessità fuori dal comune che la mia vecchia ricetta è l’unica che può funzionare.
Non si preoccupi, lo Stato sarebbe ancora tutto intero, ancora lì ma a mandare in galera, e per davvero, il privato che ruba.
E’ quando ruba il pubblico che il pubblico non ci può fare niente. Scusi il gioco di parole.
Angelo Cennamo, non d’accordo: in Giappone hanno gli stessi problemi. Qualcuno può dire che in Giappone non c’è libero mercato? Io direi proprio di no.
Messa come la mette, la sua tesi sul debito pubblico secondo la mia modesta opinione è insostenibile: secondo lei Craxi e tutti gli altri hanno fatto indebitare questo Stato per mantenere i suoi funzionari?
La criminalità, la politica, il pubblico: fanno TUTTI affari col privato. E’ questo che voglio dire quando dico che in Italia il privato e il pubblico sono pericolosamente contigui.
La sua ricetta è FRENARE L’INDEBITAMENTO: ma questo va bene DA ORA. Chi paga quanto fatto prima? Lo sa bene Monti che sta facendo la patrimoniale all’inverso, colpendo chi di soldi ne ha pochi ma fissi.
Amgelo: ripeto lo stesso concetto espresso qui sopra. La ricetta può andare. MA resta il dramma del vecchio debito.
Gabriella, è la spesa pubblica il nostro problema. Abbiamo avuto governi ( specie di centro sinistra) che con e nella spesa pubblica ci hanno sguazzato. Siamo un popolo di statalisti : vogliamo che lo Stato faccia tutto. Questo fa crescere la spesa e il debito. Ma da oggi cambierà tutto.
Angelo Cennamo: i governi di centrodestra non si sono di certo distinti per un controllo della spesa pubblica, tutt’altro. Poi, il centrodestra e il centrosinistra sono concetti successivi ai governi Craxi (nel caso volesse inserire i governi Craxi tra i governi di centrosinistra). Berlusconi I-II-III-IV cosa ha fatto per tenere i conti in ordine? Condoni?