L’arrembaggio
Che Berlusconi fosse un personaggio imprevedibile, istrionico, a tratti vulcanico, ed unico nel suo genere, lo abbiamo sempre saputo. Ma che riuscisse a rovesciare i tavoli della politica con una rapidità così convulsa e spiazzante, come è accaduto nelle ultime ore, questo probabilmente lo ignoravano anche i suoi collaboratori più stretti. Tra il Cavaliere del passo indietro, foriero di primarie e di inusuale democrazia interna al Pdl, quello del padre nobile che osserva dall’alto e offre spunti e dritte alle nuove leve del partito, e l’ultimo apparso a Villa Gernetto in compagnia dell’avvocato Ghedini, più recalcitrante al ruolo di allenatore, c’è di mezzo la sentenza del tribunale di Milano che ha condannato l’ex premier a 4 anni di reclusione più 5 di interdizione dai pubblici uffici. Troppo, “una barbarie” ha tuonato il Caimano. E allora si cambia registro. Lo show del Cavaliere è a tutto tondo, ricorda il politico dei tempi migliori. La grinta, i toni e soprattutto i temi sono gli stessi di sempre : meno tasse, più libertà e una giustizia degna di un paese civile, con una separazione anche fisica tra magistratura requirente e giudicante. Berlusconi è arrembante, un fiume in piena, e ne ha per tutti, da Monti che ha portato l’Italia alla recessione, alla Merkel e Sarkozy che con le loro smorfie beffarde lo hanno irriso di fronte al consesso internazionale, esponendo la nostra economia alla peggiore speculazione dei mercati. Il discorso a Villa Gernetto, se non è un predellino due, poco ci manca. Il Cavaliere è disposto a tutto, anche a staccare la spina al governo. In tal caso, si andrebbe alle urne non più tardi di febbraio e con uno scenario completamente ribaltato : non ci sarebbe il tempo per fare le primarie nel centro destra, nè per cambiare la legge elettorale. La mossa arguta servirebbe a consolidare lo schema del bipolarismo e a schiacciare ogni velleità di rifondazione cattolico centrista, compreso quella avanzata dal ministro Riccardi e da Montezemolo, che in questi giorni stanno lavorando al cosiddetto manifesto dei cento. Un favore anche a Bersani ( scrive Verderami sul Corriere della sera), il quale verrebbe sottratto all’imbarazzo di dover difendere il porcellum. Insomma, Berlusconi, Berlusconi, e ancora Berlusconi : la spirale continua, e chissà per quanto tempo ancora.