SUI CIDIO…..

 Michele Montuori

“Chi non può e non vuole ricordare il proprio passato, attenendovisi con tutta una pura fede possibile, è condannato a ripeterlo”, diceva il filosofo buddista, e, forse, lo avrebbe detto anche Cristo a Nicodemo. ___ E’ quanto vorrei dire a tutti coloro che stessero decidendo di suicidarsi (oggi  migliaia al giorno, sulle lande del pianeta), sia di fatto, troncando d’emblèe la vita, sia permutando affettività (lungo discorso, in ciò inserendosi anche il caso delle virgeneità, di quegli stati di sè più puri, che, ad un certo punto, si vorrebbero ridefinire in condizioni avverse o non date!). ___ Se ciò si scrive in definitiva sulla propria coscienza, ebbene rinascendo, “ripetendo” (come diceva il filosofo o, forse, lo stesso Cristo) l’esperienza della vita pregressa (chè in questo corrisponde il nostro agitarsi: tratti di vita che si susseguono, per la nostra anima, in abiti corporali diversi!), non solo si riprenderà la vita condotta “in precedenza” ….. (se si analizzano i gesti, ci si rende purtroppo conto che gran parte pone fine al proprio vivere corporale, o dell’anima – dunque nelle mura di un carcere, o, nella stragrande maggioranza dei casi, quando preda di indiscipline multiple, illegali mutamenti di parere di sè e degli altri, difficoltà lavorative, e altre cose -, perchè non illuminata!), ….. ma, onde la loro stessa anima si volga al miglioramento, essi si dovranno adattare al terreno minato lasciato al palo: “riprenderanno” cioè, al termine della loro suicidaria vita (d’emblèe o ipercontinua) il loro nuovo “percorso”, ma con lo stato d’animo presente, nella sua integrità, al momento del termine del sè “in precedenza” non accettato nella legge di percorso, chissà se con una nuova Illuminazione.