Claudio Di Mella poeta in “Stralci tra ricordi ed emozioni: Padre Pio, Salerno e Morcone”.

 Goffredo Claudio Di Mella è un intellettuale sannita prestato alla Città di Salerno. Nativo di Morcone e legatissimo alla sua terra, dove torna spesso a ritemprarsi fisicamente e spiritualmente, segue da vicino le vicende culturali del suo e del nostro Sannio; anzi, dal suo osservatorio salernitano è portato ad allargare gli orizzonti almeno a tutta la regione Campania. Laureato in lettere classiche e ordinario di materie letterarie e latino nei licei e negli istituti magistrali, vanta ormai un prestigioso magistero di quaranta anni nella scuola italiana nella quale ha profuso una rara preparazione professionale e una eccezionale sensibilità verso tutti i movimenti che hanno animato il mondo letterario negli anni dal dopoguerra. Attento anche ai fenomeni politici e sociali, ha in particolare dedicato saggi molto apprezzati ad Aldo Moro e ad Indro Montanelli; nonché acute note critiche alla letteratura e all’arte, lavorando tra l’altro come Redattore capo della Rivista “La scuola di domani” e assiduo collaboratore di “Verso il Duemila” e di altri fogli quotidiani e periodici. Oggi Di Mella ci interessa come poeta. Ha infatti pubblicato un libro di versi intitolato <<Stralci tra ricordi ed emozioni: Padre Pio, Salerno e Morcone>> (Tip. A.G.M., Salerno 2012). In una interessante prefazione il nostro conterraneo spiega di aver raccolto qui solo una minima parte dei versi che ha scritto. Precisa anche che la sua vocazione poetica è sbocciata in età non più giovanile. Mentre dunque per altri la poesia è stata un peccato di gioventù del quale si sono poi magari pentiti ed emendati, per lui essa è stata (è) un peccato (o felix culpa!) degli anni maturi. In una sua confessione di poetica personale dichiara poi (e in ciò mi trova perfettamente d’accordo): <<Si scrivono poesie quando si ha bisogno di raccontare le proprie esperienze intime, le proprie emozioni dell’animo, ma anche fatti della vita vissuta. Insomma il poeta deve attingere concretamente alla propria esperienza maturata nel tempo, per dare un fondamento di credibilità alle cose che scrive, magari abbellendole e arricchendole di elementi fantastici….>>.Con ciò descrive l’ambito del proprio poetare, i pregi e i limiti di una ispirazione che non si distacca quasi mai dal reale e si rifiuta di quei mezzi retorici e stilistici che spesso i poeti usano proprio per allontanarsi dalla verità e magari per mascherare la meschinità dei loro orizzonti e la loro aridità sentimentale.

Un altro principio espone: <<Anche le poesie sono racconti, spesso espressi in prosa controllata>>.E allora andiamo controllare quanto Di Mella  sia fedele al suo credo poetico. Prima di tutto ci offre componimenti poetici di contenuto religioso. In proposito, un morconese non può non professare una particolare devozione al frate delle stimmate, che a Morcone trascorse gli anni del noviziato. Copiosi vengono poi quelli di argomenti familiare, soprattutto destinati ai nipotini, che giustamente il nonno-poeta giudica le cose più belle che ha scritte. Non ultime per importanza, se non poetica, certamente per quella emotiva e affettiva, le composizioni che rievocano esperienze di vita trascorse nella patria adottiva Salerno o in quella nativa, Morcone. Con una predilezione per i paesaggi marini incantevoli della prima e per quelli agresti e montani della seconda. Le sensazioni suscitate in un uomo come Di Mella che ostenta le sue origini campagnole, continuano ad essere, quasi sulla sua pelle, da vicino e da lontano, un piacere sensuale più ancora che estetico: il verde dei campi, le foglie degli alberi, gli uccelli che vi trascorrono la notte, il vento che soffia adagio o velocemente, il cielo stellato , i vigneti e gli oliveti e il lavoro dei contadini o le immensità che si aprono all’occhio di chi guarda il gran mare Tirreno e che gli ricordano gli eventi epici di un Enea o di un Ulisse o quelli storici di un Arechi II …Tutto questo forma il bel volume di versi e ci concilia con un genere di poesia sana e sincera, che fa vibrare sentimenti sani e sinceri.

 

                                                                       Raffaele Matarazzo