L’apparizione di San Paolo della Croce a Rosa Calabresi

don Marcello Stanzione

 Rosa Calabresi era stata penitente di S. Paolo della Croce (1697-1775), fondatore dei padri Passionisti. Aveva fatto grandi passi nella via della perfezione sotto la sua direzione. Il giorno 17 ottobre del 1775, mentre pregava nella sua casa a Cerveteri, ad un tratto vide la camera rischiarata da una luce vivissima, in mezzo alla quale, sollevato da terra, apparve un uomo. Questi indossava paramenti sacerdotali. La figura era così luminosa che gli occhi non riuscivano a fissarla.   Quell’anima chiamò tre volte: Rosa, Rosa, Rosa, ma la giovane temendo che si trattasse di una illusione diabolica, non rispose. Allora l’anima disse: “Io sono il P. Paolo; sono venuto a portarvi la nuova che sono morto poco tempo fa e adesso vado in cielo a godere Iddio…, a rivederci in Paradiso”. Rosa, piena di gioia, lo esortò a pregare per lei, perché un giorno potesse essere degna di essere ammessa alla stesa visione beatifica. Dopo questo incontro straordinario, Rosa continuò la sua preghiera con più fervore. La mattina seguente P. Ignazio, suo nuovo direttore spirituale, con una lettera l’avvertiva della morte di P. Paolo. Rosa che già sapeva del beato transito del Padre, non si scompose, né provò dispiacere, perché aveva appreso direttamente da lui che era in Paradiso. Del resto la vita stessa che aveva condotto tra preghiere ed aspre penitenze faceva presagire a tutti il premio eterno. Anima eminentemente contemplativa, S. Paolo della Croce trascorreva fino a sette ore immerso in profonda meditazione. Rosa era, perciò, convinta che P. Paolo non avesse bisogno di preghiere di suffragio. Però, per mantenere una promessa che aveva fatto al servo di Dio, durante le conferenze spirituali, andò subito in chiesa e incominciò il pio esercizio della via Crucis, applicandone i meriti a favore dell’anima benedetta di P- Paolo. Meditava sulla Passione  e morte di Gesù Cristo, tante volte raccomandata da P. Paolo, quando, arrivata una grande luce, nella quale vide il Servo di Dio, che non indossava l’abito dei passionisti, ma appariva “con un bel manto bianco e rosso, circondato e corteggiato da una grande moltitudine di angeli”. Rosa si meravigliò di non vederlo vestito da passionista né con paramenti sacerdotali, perciò chiese spiegazioni al riguardo. Allora il Santo direttore le disse: “Questo (il manto bianco) è il simbolo della mia illibata purezza e (il rosso) dell’ardente carità, virtù da me tanto amate e praticate in vita, e perché sono stato martire della penitenza e dei patimenti”. La pregò, poi di applicare i meriti di quella via Crucis in suffragio delle anime del Purgatorio. Prima di scomparire dalla sua vista, con paterna bontà, le disse: “ Addio, figlia, vi aspetto in cielo a vedere Dio, a lodare Dio, a possedere Dio per tutta l’eternità”.