I diritti dell’uomo dell’Europa nel terzo millennio
Giuseppe Lembo
Il nostro tempo è veramente particolare soprattutto nel nostro Paese e nell’insieme dei Paesi che formano l’Unione Europea dei 27 Stati. La gente con indifferenza mista ad assoluto compiacimento ha abdicato in favore di chi li governa, tutte le responsabilità che riguardano la propria vita e quella della società di cui fanno parte. È un processo che, iniziato con la fine della seconda guerra mondiale, è andato aumentando in crescente accelerazione, a partire dagli anni ottanta. I risultati non esaltanti di questo processo tutt’ora in atto sono purtroppo carichi di negatività, in quanto vanno comportando una riduzione o peggio ancora l’annullamento dei nostri antichi diritti e della nostra quota di libertà. Nell’Europa Unita dove a farla da padrone sono i poteri forti, ci andiamo preparando ad un vero e proprio medioevo umano, con una condizione diffusa di diritti sempre più negati e di libertà individuali sempre più controllate e condizionate. C’è da essere preoccupati per come la società europea si sta attrezzando per il futuro; per come, viene delegata in maniera del tutto inopportuna, la propria libertà nelle mani di altri, che agiscono con rigore solo perché impegnati a costruire per un proprio tornaconto un superstato europeo nascente, che determinerà il logoramento delle condizioni di partenza e porterà inevitabilmente alla fine degli Stati-nazione, sostituiti da un’anima europea che sta organizzando un sistema di poteri forti, con assoluta indifferenza degli antichi diritti e delle libertà che hanno fatto un tempo grande l’Europa in ogni Stato membro, con pagine di storia assolutamente incancellabili, assolutamente da non dimenticare. Questo progetto unitario di superstato europeo, ha di fatto visto la luce con il trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007; l’eccellenza delle nazioni europee diventerà così uno Stato federale, con a capo una vera e propria oligarchia di potenti che si impossesseranno man mano delle sorti delle nazioni europee e della gente d’Europa sempre più spogliata dei diritti e della libertà, una luce intramontabile per la civiltà dei popoli. Con il trattato di Lisbona si ha una condizione di insieme europeo assolutamente nuovo con tante negatività; tra l’altro viene inopportunamente messa da parte, considerata ormai superata e scomoda, la vecchia alleanza delle nazioni europee. Al posto di questa alleanza c’è l’astro nascente di uno Stato federale governato da una inespugnabile oligarchia; questo Stato federale è nelle mani del solo Consiglio d’Europa che, unitamente alla Commissione Europea, legifereranno su tutto quel che vogliono, tranne che sulla politica estera e sulla politica di difesa. Il Parlamento Europeo, di fatto, messo a margine dall’oligarchia dei poteri forti, verrebbe semplicemente ascoltato; non avrebbe nel suo insieme alcun potere né legislativo, né decisionale. Anche i parlamentari nazionali avrebbero un ruolo assolutamente marginale. Le direttive a cui tutti sono tenuti a sottostare sono unicamente quelle di Bruxelles che deciderebbero così le sorti comuni secondo scelte imposte ed assolutamente non condivise, in quanto assunte oligarchicamente senza alcun coinvolgimento diretto dei popoli sovrani che avrebbero in questo modo, il solo compito di eleggere il Parlamento di fatto inutile, in quanto delegato ad esprimere solo la propria opinione, privo com’è, di qualsiasi voce in capitolo, mancando del potere legislativo e decisionale. Bel capolavoro! Bella democrazia europea! Bel rispetto dei popoli! La vera anima dell’Europa viene così inopportunamente espropriata da una innaturale oligarchia che pensa solo ai propri indecenti affaracci, fottendosene assolutamente dell’Europa dei popoli e del futuro della sua gente generosa, dotata di antichi diritti, oggi così violentemente calpestati e sempre più negati. Ma dove sono finiti i popoli sovrani? Quale autorità sovrana ed indipendente possono mai esercitare legittimamente se poi vengono esclusi da tutto, tranne che dalla volontà oligarchica di tartassarli come “polli da spennare”, caricandoli di tasse e barzelli che sembravano ormai scomparsi e quindi del tutto cancellati? Ma così non è stato. Così non è. Sono nella vita dei popoli d’Europa, presenti e mummificati come espressione inferocita di un solo potere oligarchico sovrano, espressione di gerarchie e lobbies che vogliono bene solo a se stesse ed ai loro illimitati privilegi. Le caste dalle mille braccia, dai tentacoli pendenti sulla vita della gente normale d’Europa che vorrebbe vivere dignitosamente ed in pace, non finiscono mai di “agire contro”, dimostrando così tutta la loro malvagia forza di un potere subdolamente imposto ed invadente su tutto e tutti. Purtroppo sul piano dell’umanità e della solidarietà, l’Europa non è per niente unita. Ognuno va per sé e cerca di difendere i propri privilegi anche se, cammin facendo, si trasformano in gravi danni per gli altri che solo formalmente appartengono ad un unicum impropriamente detto “Europa unita”. Ma di unito c’è sempre meno se non proprio niente. Attualmente nell’Europa unita l’unico linguaggio conosciuto è quello dei numeri; è quello delle cifre e dei conti a posto. Se non si fa questo e non c’è questo, scattano i rifiuti; scatta quel remare contro, come attualmente per la Grecia, la Spagna, il Portogallo e l’Italia che soffrono umanamente, socialmente ed economicamente nell’indifferenza di chi dovrebbe essere sensibile e solidale. Anche l’Italia è, purtroppo, al centro di tanti rifiuti eccellenti soprattutto da parte della Germania che, nonostante tutto, non ha smesso mai il vizietto tutto tedesco, magnificamente codificato nel motto di una legge superiore “doich über alles”; tanto sta a significare quel senso di onnipotenza assoluta rispetto agli altri, a cui non si sa riconoscere la pari dignità di popoli sovrani, ma si pensa semplicemente alla loro sudditanza con il proprio invadente dominio, fatto di un ruolo forte, protagonista unico ed assolutamente indiscusso. Purtroppo, in forma sempre più crescente, cresce il disaccordo tra i Paesi dell’Unione Europea, con capofila chi, come la Germania, si sente più forte e quindi leader assoluto ed indiscusso nelle politiche e nelle decisioni che contano a livello comunitario. Contro questo sfascio di unità europea occorre mobilitare la popolazione europea; occorre uscire dall’isolamento in cui vivono i popoli ed i cittadini europei; occorre che tutti conoscano a fondo il trattato di Lisbona che integra la Carta Europea; è un trattato che va contro il cittadino europeo e contro il futuro di libertà, democrazia e sviluppo nell’insieme dei popoli europei. Vengono, purtroppo, ed in modo assolutamente inopportuno conferiti poteri straordinari alla Commissione dell’Unione Europea, in quasi tutti gli aspetti della vita dei cittadini dell’Unione. In nome dell’efficienza e del risparmio finalizzato ad accrescere i privilegi di chi già ha, si pensa di chiedere sempre nuovi sacrifici ai cittadini ed agli Stati a cui appartengono i cittadini da tartassare, perché così è, perché così deve andare; tanto, in virtù di decisioni superiori a cui nessuno deve o può opporsi, in quanto sono decisioni sovrane che non vanno assolutamente messe in discussione. Purtroppo l’Europa ed al suo interno i suoi singoli Stati, vivono di una democrazia della rappresentanza che non è più tale; i veri decisori sono solo i poteri forti che hanno ormai espropriato tutto di tutti.