La devozione cattolica al grande apostolo Giuda Taddeo
La devozione a san Giuda Taddeo è oggi veramente notevole in tutte le componenti del mondo cattolico. I fedeli hanno un fervore ed un entusiasmo sempre crescenti per il santo apostolo di Cristo. Il popolo credente lo invoca, sente la forte protezione del grande taumaturgo palestinese. San Giuda Taddeo, il cui nome ricorda sempre quello negativo del traditore Giuda Iscariota, ma che assolutamente non va confuso con questi. Oggi si consolida con ammirazione la devozione al grande apostolo di Cristo. I fedeli hanno un grande desiderio di conoscere la vita e i prodigi del santo cugino di Gesù.I Santi Apostoli che vissero in familiarità con Gesù meritano veramente la nostra speciale devozione, poiché propagarono con grande coraggio e spirito di sacrificio ovunque il santo Vangelo (Marco 16,20), edificaronola Chiesauniversale che il Signore fondò su di loro ed eresse sopra Pietro, suo principe, essendo la pietra angolare proprio Cristo Gesù in persona. La Chiesa li celebra nella sua liturgia con tutta le solennità del rito. San Giuda Taddeo, oltre che apostolo di Cristo, apparteneva alla Santa Famiglia che diede al mondo il Salvatore. Un motivo in più per la nostra devozione, perché egli indubbiamente deve possedere un grande potere su Dio in cielo per soccorrere i suoi devoti sulla terra. Oggi, avendo noi il desiderio di dare al Signore Gesù una riparazione per il tradimento di Giuda Iscariota, la cristianità ricorda il nome di San Giuda Taddeo, discepolo caro e fedele di Gesù, parente consanguineo del Redentore, fedelissimo apostolo che tanto fece e patì per Gesù Cristo e amò tanto in questo mondo. San Giuda è il nome con cui invochiamo l’apostolo che si chiama anche Taddeo o Lebbeo. In verità l’etimologia del nome, secondo gli interpreti, significa ciò che è realmente questo grande santo: misericordioso, benevolo, buono e coraggioso nel confessare e morire in nome di Gesù Cristo. Il Vangelo secondo Matteo lo chiama semplicemente Taddeo e lo colloca al decimo posto fra i dodici apostoli. “I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, che poi lo tradì” (Mt 10,2-3).
Anche il Vangelo secondo Marco lo chiama con il nome di Taddeo e lo colloca al decimo posto (Mc 3, 16-18). Il Vangelo secondo Luca lo chiama Giuda e lo colloca all’undicesimo posto (Lc 6, 13-16).
Quindi l’espressione “Giuda, figlio di Giacomo” poteva significare anche “fratello di Giacomo”. Anche negli Atti degli Apostoli è chiamato Giuda ed è collocato all’ultimo posto, all’undicesimo perché non viene nominato Giuda Iscariota, il traditore: “C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo” (At 1,13).
La lista dei Dodici Apostoli è arrivata fino a noi sotto queste quattro forme diverse. Notiamo che si dividono sempre in tre gruppi, di quattro nomi, essendo il primo di ogni lista sempre lo stesso: Pietro, Filippo e Giacomo figlio di Alfeo. L’ordine può variare all’interno di ogni gruppo. Così, il primo gruppo, quello dei discepoli più legati a Gesù, gli evangelisti Matteo e Luca collocano insieme i fratelli Pietro e Andrea e i fratelli Giacomo e Giovanni, in quanto gli evangelisti Marco e Luca, negli Atti degli Apostoli, mettono Andrea al quarto posto per fare posto ai due figli di Zebedeo che, insieme con Pietro, divennero i tre amici più intimi del Signore (cf Mc 5,37).
Ancora più tardi già negli Atti degli apostoli Giacomo, figlio di Zebedeo, cederà il suo posto al fratello più giovane Giovanni che divenne più importante. Nel secondo gruppo, di quelli che avevano particolare affinità con i non giudei, Matteo occupa l’ultimo posto nella lista di Matteo e degli atti degli apostoli; e solo in Matteo è chiamato “il pubblicano”.
Quanto al terzo gruppo, il più ebreo, Taddeo (variante Lebbeo), di Matteo e Marco, è lo stesso di Giuda (figlio) di Giacomo, di Luca nel suo Vangelo e negli Atti degli apostoli, questi ultimi passano dal secondo al terzo posto. Simone, lo Zelota di Luca e degli Atti, non è altro che la traduzione greca dell’aramaico Simone “Qan’ana” di Matteo e Marco.
Giuda Iscariota, il traditore, figura sempre all’ultimo posto. Il suo nome è interpretato frequentemente come “l’uomo di Cariot” (cf Js 15,25), ma potrebbe anche essere un derivato dell’aramaico “Sheqarya”: “il bugiardo, l’ipocrita”.
Nel testo greco San Giuda è chiamato Lebbeo che secondo Cornelio A. Lapide significa: “Leb: assennato, buono e coraggioso. Taddeo però viene dalla parola siriana “Thad” che significa “Mamman” (latino = mamma, ae: seno, mammella), che vuol dire misericordioso, benevolo.
Il nome di San Giuda, come abbiamo visto, fu molte volte sostituito con Taddeo per non confonderlo con il nome di Giuda Iscariota il traditore. Proprio gli evangelisti come San Giovanni, quando si riferivano a San Giuda Taddeo l’apostolo dicevano Giuda, non Iscariota o traditore. Da allora il nome di Iscariota fu sempre odiato e malvisto tra i cristiani.
Citiamo il nome di un santo che porta il nome di Giuda, San Giuda Ciriaco, poi conosciuto come San Ciriaco, vescovo.
È probabile che San Giuda Ciriaco, patrono principale di Ancona, sia stato un vescovo locale che morì durante un pellegrinaggio a Gerusalemme. La tradizione locale di Ancona dice che il suo patrono avesse rivelato all’imperatrice Sant’Elena il luogo dove era nascosta la santa croce e che soffrì il martirio sotto Giuliano l’apostata, dopo essere stato battezzato e ordinato vescovo di Gerusalemme. San Giuda Ciriaco si festeggia il 4 maggio.