Se non Ora Quando, Balla cantando “Spezza le Catene”
Nel giorno di San Valentino, festa degli innamorati, le donne di tutto il mondo balleranno in nome di un’idea di amore che non accetta di essere declinato con la violenza. Un miliardo di donne che nel corso della loro vita sono state vittime di abusi, prepotenze, torti e tanta, tanta violenza è il triste primato che connota il nostro pianeta. Eva Ensler ha deciso che a questo dato aberrante dovesse essere contrapposta una danza, perché “un miliardo di donne violate è un’atrocità, un miliardo di donne che ballano è una rivoluzione”. Oggi si danzerà nelle piazze, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nella case, in campagna, a mare, in montagna insieme ad altre, ma anche da sole. Un ballo che ognuno potrà svolgere a suo piacimento, per un periodo non superiore a 10 minuti e, per quanto le coreografie possano diversificarsi, con un elemento comune a tutte loro: all’inizio si alzerà il dito al cielo per ricordare quante oggi non potranno ballare con noi. L’evento denominato One billion rising (n.d.r. un miliardo che balla) è nato con l’intento di richiamare, nello stesso giorno ed in migliaia di luoghi del mondo, l’attenzione sulla violenza contro le donne attraverso una danza che, essendo di per sé un atto non violento, vuole essere la migliore risposta contro un fenomeno che ogni anno colpisce centinaia di migliaia di vittime indifese, colpevoli solo di essere donne. Per questa giornata, che è stata suffragata da personaggi famosi del calibro del Dalai Lama, di Yoko Ono, Robert Redford, Jane Fonda, Charlize Theron, è stata predisposta anche un’apposita coreografia approntata da Debbie Allen ed una precipua canzone composta da Tena Clark e intitolata Break the Chain (lett. Spezza le Catene). Se possiamo, fermiamoci per dieci minuti, danziamo, in compagnia o da sole, e cantiamo perché come recita il testo della canzone: “posso vedere il mondo che condividiamo sicuro e libero da ogni oppressione; mai più stupri, incesti o abusi, le donne non sono una proprietà. Io danzo perché amo ballare, perché sogno, perché ne ho avuto abbastanza, per fermare le urla, per rompere le regole, per fermare il dolore, per rompere le catene. Nel mezzo di questa follia, noi danziamo. So che c’è un mondo migliore. Prendete le vostre sorelle e i vostri fratelli per mano, raggiungiamo ogni donna e ragazza. Questo è il mio corpo, il mio corpo sacro. Non ci sono più scuse, niente più abusi. Siamo madri, siamo insegnanti, siamo creature bellissime”.
Comitato Se non ora quando – Vallo di Diano