Le pomici di Codola e la prima grande eruzione del Vesuvio

Giulio Caso

Noi viviamo su una piana la cui base è sprofondata, ad iniziare da 2 milioni di anni fa, formando una struttura a gradoni, con blocchi calcarei che hanno subito  notevoli ribassamenti. Le dislocazioni per faglia hanno consentito la nascita di un antico vulcano la cui attività risale a circa 400 mila anni fa.  I segni di questo vulcano non sono visibili perché a partire da circa 200 mila anni fa,  altri centri eruttivi lo ricoprirono con una coltre tufacea.  La più importante fu quella corrispondenti alla fine dell’Archeoflegreo  39 mila anni fa,  eruzione ignimbritica che portò alla formazione del  tufo grigio che ricoprì quasi tutta la Campania. Sull’antico vulcano, suddetto, si è formato, successivamente, mediante attività effusiva, il complesso Somma-Vesuvio  che, circa 25000 anni fa, ebbe la prima eruzione a carattere esplosiva, detta eruzione di Codola perché i prodotti sono stati trovati a Nocera in località Codola. I prodotti di questa grande esplosione,  ceneri e pomici si irradiarono, spinti anche dai venti, in direzione sud-est e si sovrapposero alla Igninbrite Campana.  Arrivarono, probabilmente, molto più lontano di 20 Km , ma solo a Codola sono stati rilevati i prodotti di questa grande eruzione esplosiva , forse più grande di quella famosa del 79 d.C. Le pomici di Codola sono state studiate e classificate nel 1974; poi analizzate. Contengono: TiO – Al2O3 – FeO – MnO – CaO – Na2O3 _ K2O – P2O3 – F – Cl – So2 . Esse si sovrappongono proprio sopra  l’ignimbrite campana (tufo grigio). Dopo questa eruzione esplosiva l’attività del Somma  ritorna effusiva fino a 17 mila anni fa con la grande eruzione di Sarno (sempre in riferimento alla località dove sono stati studiati i prodotti espulsi). Ancora “Novelle” 15 mila anni fa;  “Ottaviano” 8 mila anni fa ; poi circa 3500 anni fa in un’esplosione di grande potenza i prodotti arrivarono a 40 km di distanza (eruzione di Avellino).  In quest’ultima eruzione si ebbe la formazione a caldera del Somma e nel quale, dopo altre tre grandi eruzioni a carattere esplosivo, nell’eruzione pliniana del 79 d. C. , sorse il Vesuvio.

 

 

 

 

 

10 pensieri su “Le pomici di Codola e la prima grande eruzione del Vesuvio

  1. Le pomici si rinvengono nella cava di pozzolana di Codola che si trova al km 3.3 della provinciale 26 che da Nocera Inferiore porta a Castel San Giorgio.
    Le coordinate sono :
    40°46’15” N – 14°39’3″ E.
    Il tufo si trova in facies gialla con intercalazioni di paleosuoli.
    Dall’ultima escursione ,quando trovammo quel grosso serpente nero nella cava.Ricorda?

  2. Certo! che ricordo. Ero avanti al gruppo, avvertito dallo studente d’ingegneria ambientale che stava dietro, guardai a destra della stradina e vidi un serpentone nero, di circa 150 cm, che mi fissò a sua volta, occhi neri e consapevoli. “Tranquilli”, dissi “andiamo avanti”. L’animale, lentamente, ci precedette per una decina di metri e poi scomparve fra i cespugli. Credo che tutti sospirammo per liberarci dello stato di tensione accumulato; anch’io che ero rimasto, apparentemente, sereno solo perché mi sembrava sconveniente dire “scappiamo”.

    1. Una domanda: tempo addietro sono stata agli scavi di Oplonti (Torre Annunziata Sud). In quell’occasione, una persona ci spiegò che in quel punto nel 79 dc c’era il mare. Ora, oggi il mare nella città di Torre Annunziata si trova molto più giù della villa di Poppea. Domanda: ma allora ciò vuol dire che a ogni eruzione il mare viene “allontanato”? Questo vuol dire che in origine il Somma si trovava praticamente nel mare? Scusi l’ignoranza, non sono una esperta, solo una curiosa.

  3. Una “curiosa” molto perspicace, è esattamente così: 25 mila anni fa, praticamente, il Somma sorse dal mare o nei pressi.
    Pensi che 39 mila anni fa, il complesso vulcanico dei Campi Flegrei emanò, con una serie di eruzioni esplosive, decine di Kmc di materiale piroclastico(ceneri, pomici ecc.) ricoprendo quasi tutta la Campania e questo materiale (ignimbritico, poi divenuto tufo grigio) si trova anche alla base del Somma; ciò vuol dire che all’epoca non era ancora sorto.
    Comunque ci sono lineamenti tangibili che la linea di costa sia arretrata, e cioè le vecchie dune costiere e, credo, anche residui portuali.
    Su fb ho un gruppo: le tufare di Nocera in cui c’è il racconto di questa eruzione del supervulcano Archiflegreo; altre notizie su: http://www.vesuvioweb.com . Saluti

  4. Refuso: – La linea di costa sia arretrata – modificare in:
    “la linea di costa si sia spostata avanti” ;

  5. Interessante (e grazie per il “molto perspicace”, non so se merito). Ho una ulteriore domanda: ma allora, è possibile che a quell’epoca quello che oggi è l’agro nocerino-sarnese fosse come un grande lago salato (o una insenatura, dalla quale affiorava il vulcano Somma)?

    Grazie per i riferimenti.

  6. Erano, infatti, tutte lagune. Le varie eruzioni, ricolmandole, ne hanno permesso l’abitabilità successiva.
    Non sappiamo, esattamente, quando iniziarono i primi insediamenti di umani; doveva essere una zona difficile, ma anche ricca di pesci e soprattutto di molluschi (bivalvi ecc.)dei quali gli umani si cibavano; neppure se in qualche sito, caverna o riparo sotto roccia, ora ricoperto di tufo grigio, si sia conservata ancora traccia del passaggio dai Neanderthal a Sapiens. Sarebbe una scoperta fantastica, ma ciò non è sorretto da prove scientifiche, è solo una mia colorata speranza.

  7. Da completa ignorante in materia, solo guardando una mappa moderna dall’alto, mi verrebbe l’idea di cercare grotte in posti come Casola, Sant’Egidio, Poggiomarino, Sarno (la fortuna della completa ignorante è anche quella di poter arbitrariamente immaginare cose contrarie a qualunque ricerca scientifica) 🙂 Comunque grazie delle spiegazioni, è tutto molto interessante.

  8. Gabriella, grande! Detto fatto, ho trovato un articolo sul reale ritrovamento di reperti come da me previsto. Invio articolo a Rita; porti fortuna?

    1. Eh, Giulio, porto fortuna, non lo so. 🙂 Mi piace moltissimo guardare le mappe dall’alto (Google Maps) e guardando quell’area a volte mi viene da pensare che forse un tempo la penisola sorrentina fosse in realtà un’isola e che i due golfi fossero in qualche modo collegati (via Cava-Vietri). Ma, ripeto, sono solo fantasie.

      Solo che è chiaro che se mi dici che è possibile che quell’area fosse fatta da lagune, a me (da ignorante) vengono in mente alcune idee: una di queste è che sulle lagune insistessero delle palafitte, un’altra è che i reperti vadano ricercati maggiormente ai bordi di questo bacino, non direttamente dove c’era l’acqua.

      Comunque, tutte le volte che passo nell’agro in direzione Napoli con l’auto, io l’agro me lo immagino lago, è più forte di me. 😉

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