Salerno: Iannone su trasporti, elezioni, frana ed 8 marzo
«Il problema dei trasporti, purtroppo, risente delle difficoltà del passato. Quelle sì scelte di carattere clientelare che hanno messo le società in una condizione di enorme sofferenza. Ci siamo trovati con dei carrozzoni che erano assolutamente incapaci di far fronte alle esigenze interne. Poi, anche la riduzione dei trasferimenti da parte del Governo ha fatto la sua parte». Lo ha dichiarato il presidente della Provincia di Salerno, Antonio Iannone. «Noi – ha spiegato – siamo impegnati su un duplice binario: da una parte nell’azione di salvataggio del Cstp, e dall’altro nel garantire alle società private le condizioni per continuare ad espletare il servizio. Per noi non esiste differenza tra i lavoratori del settore pubblico e quelli del settore privato e, soprattutto, mettiamo al primo posto tra le priorità il servizio all’utenza. Nei nostri pensieri c’è sempre questo. Ovviamente, le difficoltà di carattere finanziario determinate da queste scellerate scelte governative e anche da alcune di carattere organizzativo e burocratico che, purtroppo, in Italia sono sempre in agguato vanno ulteriormente a condizionare in negativo il problema della mobilità». Sulla chiusura di via Benedetto Croce: «Su via Croce ne abbiamo sentite di stratosferiche. Anche se si ha bisogno di una riparazione alle scarpe si va dal calzolaio e c’è bisogno di qualche giorno per ottenere l’intervento. Qui si pensava che l’intervento nei confronti di un costone roccioso si potesse realizzare in un quarto d’ora. Ho sentito addirittura qualche amministratore dire che bisogna lavorare anche di notte. Anche di notte? Ma come fanno i rocciatori a lavorare anche di notte? Stiamo nella stagione in cui c’è la sagra della demagogia e qualcuno pensa di vendere ai cittadini le salsicce sulla brace. La verità è che nella storia di via Croce l’Amministrazione provinciale è l’ente danneggiato, perché il costone roccioso è di proprietà della pompa di benzina Total che è situata sulla strada e che noi immediatamente abbiamo sollecitato a svolgere i lavori. Ogni ente pensasse bene a fare il proprio dovere. Appena avremo la garanzia del ripristino dei luoghi e di tutte le condizioni di sicurezza necessarie per l’utenza, il settore Lavori Pubblici provvederà a riaprire la strada. Non siamo stati inerti a guardare i forti disagi che gli utenti hanno avuto». Sul voto del 24 e 25 febbraio: «Il voto è stato ugualmente diviso tra tre esperienze: centrodestra, centrosinistra e Grillo. Al Paese viene consegnata una situazione di ingovernabilità assoluta. Bersani è il primo leader nella storia che arriva primo ma non vince. È il massimo della beffa che si potesse consumare. C’è stato un voto forte di protesta intercettato dal Movimento 5 Stelle e c’è stato Berlusconi che ha confermato di essere il più bravo in assoluto nel condurre le campagne elettorali, nel parlare direttamente con i cittadini, senza filtri di carattere territoriale che, nel suo caso specifico, hanno determinato la dimensione della sua affermazione. Sono molto preoccupato perché vedo il Paese in una fase di vacatio totale. Mi preoccupa anche il fatto che sulla scia di questo voto di protesta ci si abbandoni a proposte ed enunciazioni esclusivamente di principio, demagogiche che poi non spiegano come si riforma il Paese, a chi vengono attribuite le funzioni. Sento nuovamente parlare di abolizione delle Province da parte del Pd. Un po’ si scimmiotta Grillo per mettere insieme cocci. Ma al di là dell’analisi del voto, il problema è l’assenza di interlocutori, mentre a livello politico nazionale si parla di geometrie e di accordi, il Paese va alla malora, senza che gli amministratori di prossimità abbiano né gli strumenti finanziari per affrontare le difficoltà in maniera risolutiva né che ci sia la possibilità di discutere e di confrontarsi sulle soluzioni. Siamo veramente in balia delle onde. Si va avanti per abnegazione, per senso di responsabilità degli amministratori locali».